HomeCriptovaluteBitcoinNiente class action contro Roger Ver. Mancano i soldi

Niente class action contro Roger Ver. Mancano i soldi

È stata abbandonata per mancanza di fondi l’organizzazione di una class action indetta la settimana scorsa contro Roger Ver, fondatore di bitcoin cash e di sito web bitcoin.com.

La denuncia era stata proposta da un gruppo di bitcoiner arrabbiati con le “pratiche ingannevoli”, a detta loro, attuate da Ver.

I motivi della class action

I bitcoiner sostenevano che Ver, presentando il bitcoin cash come “il vero bitcoin”, facesse “cadere nella trappola” i novizi del mondo delle criptovalute.

Il nome del dominio e le modifiche apportate al sito bitcoin.com, volte a far assomigliare il più possibile bitcoin cash al bitcoin, sarebbero state “un inganno” per chi è nuovo e non sa nulla delle valute digitali.

Così, un utente sostenitore di bitcoin, ha creato un gruppo Telegram che doveva raccogliere le vittime “cadute nella trappola” e raccogliere le donazioni per far partire una causa.

Allo scopo è stato anche creato un sito web bitcoincomlawsuit.com.

L’iniziativa abbandonata

Nonostante il gruppo Telegram, come anche la portata della notizia sul web, avessero riscosso un discreto successo, raccogliendo ben 4.000$ in donazioni, i bitcoiner hanno deciso di abbandonare l’iniziativa in quanto i fondi raccolti non sarebbero stati sufficienti per portare avanti una class action di successo.

I fondi sono stati raccolti grazie alle 33 transazioni, ma MoneyTrigz, il creatore del gruppo Telegram, ha deciso di restituire le donazioni.

“A causa della mancanza di donazioni abbiamo deciso di annullare l’iniziativa e rimborsare le 33 transazioni ricevute per un totale di 0,39 btc, siamo felici che almeno siamo stati in grado di avere un impatto su bitcoin.com cambiando il 90% della sua campagna di disinformazione” ha scritto MoneyTrigz.

Appare però evidente che anche Roger Ver deve aver tratto qualche conclusione di tutta la vicenda.

Non a caso ha deciso di apportare delle modifiche al suo sito web, cambiando quasi tutte le parti controverse della pagina.

Insomma, sebbene la class action non abbia avuto luogo, i bitcoiner hanno raggiunto un pari e patta. Senza scomodare troppi avvocati.

Aneta Karbowiak
Aneta Karbowiak
Laureata in Biologia all'Università degli Studi di Genova, si è presto interessata allo sviluppo delle applicazioni mobili e dei chat bot. È entrata nel mondo dell'editoria come manager di un sito di sport inglese dove ha gestito un team di dieci persone. Appassionata della tecnologia blockchain e delle criptovalute, ha cominciato a scrivere per Qubithacker.
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