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Corea del Sud più aperta verso le crypto

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Dalla Corea del Sud arrivano le notizie positive sul futuro delle criptovalute.

Se alcuni mesi fa il Paese è stato protagonista di norme contrastanti riguardo al trading in crypto-asset, ora vi sarebbe la volontà di stabilire un insieme di regolamenti globali che poi ogni stato dovrebbe far rispettare.

Il riferimento è a quanto discusso al G20 che si è tenuto lo scorso febbraio e alla ipotesi che nel prossimo meeting di luglio si possano approvare “leggi unificate” sul tema.

In Corea del Sud, ad ora le criptovalute sono ancora considerate merci non finanziarie per la loro “natura speculativa”.

Tuttavia, riconoscendo le divergenze tra paesi a livello internazionale nel definire la natura delle valute digitali, il servizio di supervisione monetaria nazionale (FSS) ha dichiarato che intende classificarle come proprietà monetaria:

“È quasi certo che le criptovalute debbano essere etichettate come proprietà. L’impegno principale deve essere quello di arrivare a posizioni comuni per l’organismo unificato che dovrà essere concordato tra le nazioni del G20.”

La posizione del G20 sulle criptovalute

In effetti, i Paesi presenti al G20 in Argentina, avevano già deciso di regolamentare le criptovalute in quanto proprietà monetaria.

In quel meeting, si era deciso di fissare al luglio 2018 la scadenza per un primo passo verso “leggi unificate” sulle criptovalute.

La decisione sulla revoca della regolamentazione , cioè di non prendere decisioni immediate, era stata motivata dicendo che il mercato delle criptovalute attualmente è inferiore all’1% del PIL mondiale, quindi “troppo piccolo per compromettere” gli equilibri monetari globali.

Il cambio dell’approccio

La Corea del Sud, già a gennaio, ha deciso l’introduzione delle polizze AML e KYC negli exchange di criptovalute come primo passo per impedire il riciclaggio di denaro.

Ultimamente ha inoltre acconsentito ad applicare alle criptovalute i requisiti del Monetary Motion Activity Power (FATF), un corpo intergovernativo concepito per combattere il riciclaggio di denaro e il terrorismo.

Il governo sudcoreano sta lavorando anche sugli aspetti fiscali.

Attualmente, le transazioni di criptovalute sono esentasse, ma gli operatori di criptovalute sono tenuti a pagare le imposte sul reddito.

Sembra quindi che, dopo gli intoppi dei mesi scorsi che hanno visto il piano per il ban al trading di criptovalute, la Corea stia adottando un diverso approccio, di maggiore tutela verso gli investitori e le aziende.

Aneta Karbowiak
Aneta Karbowiak
Laureata in Biologia all'Università degli Studi di Genova, si è presto interessata allo sviluppo delle applicazioni mobili e dei chat bot. È entrata nel mondo dell'editoria come manager di un sito di sport inglese dove ha gestito un team di dieci persone. Appassionata della tecnologia blockchain e delle criptovalute, ha cominciato a scrivere per Qubithacker.
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