Daniel Larimer, fondatore di EOS, è conosciuto per la sua abitudine di testare le idee con la comunità. L’ha fatto con REX e con URI e ultimamente ha cominciato una discussione che riguarda una privacy coin. Larimer è un grande sostenitore della trasparenza radicale e quindi la svolta verso l’anonimato è stata colta con molta cautela, anche se i sostenitori non mancano.
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Il creatore di EOS è stato pressato riguardo alla futilità delle sue ponderazioni nel momento in cui il prezzo di EOS sta calando e la governance sembri cadere a pezzi.
Alcuni hanno anche insinuato l’abbandono di EOS da parte sua, ma lui ha ribadito:
“lo dirò di nuovo, non lascerò EOS. Durante il processo di lavoro sulla sicurezza e scalabilità di EOS mi sono imbattuto in una nuova serie di compromessi per un potenziale token crittografico e ho semplicemente esplorato se esiste un mercato per questi compromessi. EOSIO è il futuro della blockchain e ogni giorno il nostro team di Block.one lo rende più veloce, più sicuro, più scalabile e più flessibile.”
Il problema che Daniel sta cercando di risolvere è creazione di denaro digitale senza un libro maestro pubblico o un server centralizzato, risolvendo allo stesso tempo il problema della privacy e scalabilità infinita, ma ammette che la sua idea “ha alcune proprietà controverse”.
Durante la conversazione ha difeso il suo diritto all’esplorazione delle idee e il suo metodo di farlo. Fare la ricerca del mercato, testare le idee sul mercato prima di dedicare il tempo di sviluppo, trovare ciò che il design trova accettabile per poi implementarlo sono passaggi che fa prima ancora di scrivere un articolo su Medium.
Larimer sottolinea diverse volte che l’argomento serve soltanto per esplorare nuovi orizzonti e anche se lui dice che non sarà Block.one a sviluppare questa cosa, non è detto che qualcuno non possa farlo.
Il CTO di EOSIO ha cominciato la discussione su Telegram con tutta una serie di “E se…”
- E se ti dicessi che ho risolto privacy e la scalabilità infinita?
- E se ti dicessi 10 milioni di fps e niente commissioni?
- E se ti dicessi niente problemi di ram?
- E se ti dicessi che ognuno può avere un proprio nodo?
- E se ti dicessi che niente voto e niente staking?
- E se ti dicessi tempo di conferma 200ms?
- E se ti dicessi che non sto scherzando?
- E se ti dicessi 2019?
- E se ti dicessi niente ICO?
- E se ti dicessi che il crypto world lo odierà?
- E se ti dicessi hardware [wallet}?
- E se ti dicessi niente paper wallet?
- E se ti dicessi che una nuova moneta potrebbe funzionare come moneta comune tra Marte e Terra?
- E se ti dicessi che questo è stato pensato sotto la doccia oggi?
- E proprio da questa serie di ipotesi è nato il gruppo dedicato all’idea della privacy coin denominato scherzosamente MonerEOS (shower coin).
Nel gruppo, Daniel ha risposto pazientemente a tutte le domande e affronta le preoccupazioni degli utenti che sono scontenti della “configurazione fidata” della nuova chain il che vuol dire che una persona viene incaricata a configurare il sistema perché come dice lui: “è impossibile dimostrare che l’installazione non consente a qualcuno di stampare segretamente”. Ammette che ci vuole tanta fiducia e dice che esistono sempre dei compromessi.
Summary
Cosa sappiamo della privacy coin
Le monete non avrebbero una supply finita che si potrà provare, ma soltanto estimare come dollari o oro e nonostante non ci sia il bisogno d’identità, Sybil attack non sarà possibile.
Larimer continua e dice: “Non uso zk [zero knowledge], niente bulletproof, il protocollo è immutabile e la privacy sarà implementata in tutto.”
La possibilità per ognuno di essere un nodo vuol dire che non ci saranno i Produttori di Blocchi, ma “il problema più grande è che se la sicurezza fallisce nessuno lo saprebbe fino a quando il mercato non sarebbe inondato da token”
Non è una piattaforma per gli smart contract, ma soltanto un’emissione di token e “gioco d’azzardo.”
La moneta sarebbe deflazionaria e garantirebbe una migliore sicurezza per EOS. Sarebbe possibile vedere il bilancio dell’account, ma la catena non avrebbe bisogno di server né di dependance centralizzate. “Il fiduciario brucia la chiave privata dopo aver terminato”.
Ecco un recap sulle proprietà della privacy coin:
- Funzionalità fissa;
- Non forkabile;
- Impossibile da aggiornare;
- Non adatto a DEX;
- Nessun entanglement quantico;
- È interamente decentralizzato una volta creato;
- È più di ogni blockchain;
- È davvero peer to peer;
- Nessuna censura possibile;
- Un database ampiamente decentralizzato e condiviso;
- Nessuno Stato globale;
- Esecuzione dell’ordine per base di account;
- Ordine indipendente;
- Nessun double spending;
- Nessuna accettazione passiva … sia il ricevente che il mittente devono essere attivi per eseguire un trasferimento;
- Token sono inizialmente assegnati e venduti;
- Non reversibile;
- Nessun canale di pagamento;
- Solo un bene digitale di scorta limitata;
- Niente KYC;
- Nessun nome account;
- Le chiavi degli indirizzi pubbliche;
- Il limite di frequenza è di 2 trx per secondo per account;
- Pagamenti privati che non possono essere chiusi mentre bitcoin può essere chiuso e non è privato e monero può essere chiuso e la sua cronologia esposta;
- Questa idea è migliore di monero, zcash a causa della minore latenza;
- Questo avrà l’effetto collaterale di proteggere tutte le cripto blockchain.
Perché una privacy coin richiede fiducia
La configurazione iniziale della catena richiede la fiducia nel creatore, tuttavia Daniel aggiunge che:
“se ti fidi del creatore e hai fiducia nella sicurezza … allora questo abiliterà una versione più decentralizzata di bitcoin senza limiti sulle tps”.
Il creatore non dovrebbe avere l’accesso ai fondi perché le chiavi vengono bruciate e poi aggiunge: “beh, se il creatore è degno di fiducia non avrà accesso.”
Anche se la sicurezza dovesse venire a meno, rimane il fatto che la privacy sarebbe garantita e la divulgazione non correrebbe rischi.
La fiducia iniziale getta ombra lunga e fango sul progetto e in più, si prevede che ogni calo di prezzo arriva con la speculazione secondo cui l’algoritmo è stato violato tuttavia, se le misure di sicurezza funzionano correttamente e il creatore ha bruciato le chiavi, il sistema dovrebbe funzionare correttamente.
Dan Larimer aggiunge:
”L’idea è solida. I governi si affidano già alla sicurezza della tecnologia e corrompere la sicurezza richiederebbe probabilmente le risorse a livello nazionale.
La privacy coin sembra quasi instoppabile in quanto la velocità di adozione sarebbe potenzialmente molto alta. La coin sarebbe preferibilmente adottata da piccole comunità e idealmente da più reti.
Questo perché un singolo errore di rete può danneggiare tutti i tipi di token su quella rete. Se una rete riesce ad acquisire tanta fiducia questo porterebbe al suo successo, ma allo stesso tempo il rischio di attacco sarebbe maggiore. Per questo c’è la necessità di mantenere le reti piccole cosa che comunque massimizzerebbe la decentralizzazione e quindi la resilienza alla censura. Larimer usa la parola rete al posto della catena.
Inizialmente, la privacy coin funzionerebbe come bitcoin e cioè con il trading a basso valore fino a quando il mercato ha imparato a fidarsi di esso. Idealmente, la gente dovrebbe tenere soltanto tanto quanto ne ha bisogno e quanto si potrebbe permettere di perdere.
Insomma, un po’ come con i contanti nel portafoglio con la differenza che i contanti non si possono inviare dall’altra parte del mondo in giro di pochi secondi.
Ciò potrebbe alla fine consentire a Eosio di andare oltre il DPOS e porre fine alla censura.
Questo gettone ipotetico sarebbe immutabile, non programmabile e limitato a un ruolo valutario. Non comprometterebbe in alcun modo i casi d’uso molto più grandi per le applicazioni EOSIO”
Alcuni utenti hanno comparato questa coin alle monete nazionali come, ad esempio, il dollaro americano. Grosso modo il meccanismo è molto simile. Larimer stesso fa delle allusioni alle valute fiat e al sistema bancario: “Uno Stato-nazione che vuole ucciderla la gonfierebbe all’infinito” o “La gente usa i contanti ogni giorno, anche se gli Stati nazionali possono contraffarli” sono soltanto alcune delle insinuazioni che sottolineano il malfunzionamento delle valute nazionali e del sistema in generale.
Il CTO è convinto che la sua privacy coin avrebbe tanto successo nonostante tutti i compromessi e quello che chiama “bounty” sarebbe il punto chiave della sua propagazione.