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ETF e Bitcoin: quello che c’è da sapere

Si sente parlare di ETF su bitcoin in continuazione da diversi mesi. Sono stati molteplici gli ETF sottoposti alla revisione della SEC in America: ProShares, Winklevoss, VanEck-SolidX, e molti altri. Ma c’è notevole confusione nella maggior parte degli investitori meno esperti, i quali si trovano costretti a doversi districare tra diverse tipologie d’investimento: ETF, ETN, Futures, ecc…

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ETF vs ETN

ETF sta per Exchange-Traded Fund o fondo negoziato in borsa. Sono dei fondi quotati in borsa che replicano la performance di un indice, raggruppando, per esempio, diverse azioni.

Nel caso di bitcoin, quindi, avremo un fondo che detiene bitcoin e che vende azioni, le quali possono essere acquistate da potenziali clienti tramite il loro conto. Quindi l’idea è quella di accumulare un numero rilevante di bitcoin e renderli simili a strumenti e prodotti finanziari scambiabili sui mercati in modo simile alle azioni.

ETN invece sta per Exchange-Traded Note o nota di credito negoziata in borsa. Il meccanismo è simile all’ETF, ma gli ETN sono più rischiosi perché sono titoli di debito garantiti dalla banca. Se l’emittente dovesse fallire, chi sottoscrive l’ETN potrebbe perdere il suo investimento. Anche se in molti casi gli emittenti provvedono a collateralizzare gli ETN.

Diverse proposte di ETF

Come spiega Jake Chervinsky, avvocato specializzato nelle indagini penali del governo degli Stati Uniti, la registrazione di un ETF segue una procedura standard che consta di tre passaggi:

  1. Viene proposto l’ETF da parte del richiedente;
  2. La SEC pubblica la notifica del deposito nel registro federale;
  3. La SEC ha un periodo di tempo variabile per accettare o rifiutare la proposta di ETF. In genere 45 giorni totali, ma i tempi possono allungarsi anche fino a 240 giorni.

In genere la confusione creata nella comunità è dovuta proprio alle diverse proposte di ETF, da quelle rigettate a quelle ancora in esame. Bocciare uno di questi prodotti non significa bocciare in genere tutte le proposte perché la SEC analizza ogni dossier in modo separato.

L’approvazione

Robert J. Jackson, uno dei commissari della SEC (Securities and Exchange Commission), ha parlato di criptovalute alla conferenza Future of Fintech spiegando le motivazioni che possono spingere la società americana ad approvare gli ETF su bitcoin (BTC).

La SEC ha già ritardato più volte la decisione da prendere nei confronti di questi ETF, tentennando anche per quanto riguarda la regolamentazione di un settore che, a detta di Jackson, non vanta ancora di una sufficiente liquidità e trasparenza.

“Fondamentalmente, dobbiamo fare delle scelte per garantire un prodotto valido agli americani, su cui possono decidere di investire. Per quanto riguarda il trading delle criptovalute, ci sono tanti aspetti da considerare che ad oggi sono fondamentali.”

Hester Peirce non la pensa allo stesso modo, ma più volte Jackson ha sottolineato che il suo temporeggiare è dovuto al fatto che manca una salvaguardia contro la manipolazione di questo mercato, dovuto proprio alla scarsa liquidità che lo caratterizza.

L’inadeguato numero di market maker è un altro problema fondamentale. Non è ancora chiaro se i prezzi possano essere garantiti nel momento in cui si acquistano o si vendono criptovalute, tutto ciò è chiaramente correlato ai volumi definiti scarsi.

“Quando i mercati raggiungeranno una situazione di stabilità, trasparenza e liquidità, credo fermamente che la SEC si pronuncerà in maniera positiva approvando diversi progetti relativi alle criptovalute.”

Not your keys, not your bitcoin

Se la prospettiva di un ETF o ETN bitcoin agita molto il mondo crypto è principalmente perché sono prodotti molto più flessibili dei futures su bitcoin. Ad esempio, un ETF è scambiabile su base giornaliera. Questo è la ragione per cui molti pensano che in caso di autorizzazione da parte della SEC il prezzo di bitcoin potrebbe salire anche di molto.

Non tutti però si trovano d’accordo con l’approvazione di questi prodotti finanziari. Si levano autorevoli voci critiche come quelle di Nick Szabo e Andreas Antonopoulos.

Il celebre Bitcoin evangelist Andreas Antonopoulos si dichiara completamente a sfavore degli ETF ne ha parlato in modo chiaro nel suo consueto video appuntamento Bitcoin Q&A.

Egli spiega che i grandi market maker possono influenzare in modo notevole i prezzi dei beni, non solo nel mercato dove l’ETF è quotato ma in tutto il mondo, analogamente a come avviene con il mercato delle commodities.

Senza contare il fatto che i detentori delle chiavi private non sono i clienti ma i gestori del fondo. Immaginiamo allora di trovarci nella situazione di un hard fork con split e airdrop per i possessori di bitcoin. A beneficiarne saranno i possessori delle chiavi private, ossia i gestori del fondo che potranno decidere come comportarsi.

Antonopoulos inoltre cita l’esempio di un ipotetico upgrade di Bitcoin che porterebbe all’anonimato totale. I gestori dell’ETF potrebbero far valere tutta la loro potenza decisionale al fine di opporsi all’anonimato di bitcoin.

L’attesa spasmodica dell’approvazione da parte della SEC è dovuta al fatto che, si sa, sarebbe una notizia molto positiva e comporterebbe quasi sicuramente una crescita del valore di BTC. In pochi però riflettono sui rischi a lungo termine che comporterebbe l’approvazione degli ETF sull’autonomia decisionale del network Bitcoin.

Matteo Gatti
Matteo Gatti
Ingegnere informatico appassionato di tecnologia e di tutto ciò che vi ruota attorno. Segue con interesse il mondo delle criptovalute e lo sviluppo della tecnologia Blockchain. Scrive anche di Linux su LFFL.
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