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Proof of Capacity (PoC): l’algoritmo di consenso che sfrutta l’hard disk

La Proof Of Capacity (PoC) è in circolazione dal 2014, dopo essere stata introdotta come protocollo di base della criptovaluta Burst. Si tratta di un algoritmo di consenso che sfrutta l’hard disk dei partecipanti alla rete, presentandosi come alternativa eco-friendly al mining della Proof-of-Work (PoW).

Proof of Capacity: come funziona

Nella Proof of Work per essere competitivi è necessario un hardware costoso e specializzato che risulta spesso estremamente rumoroso e ad alto consumo di energia, richiedendo regolarmente riparazioni o sostituzioni.

La PoC, invece, utilizza una funzione di hash molto lenta nota come Shabal. Dal momento che gli hash Shabal sono difficili e lenti da calcolare si precompongono e si memorizzano sull’hard disk. Questo processo è noto come plotting dell’hard disk.

Più soluzioni si troveranno in memoria, maggiori saranno le possibilità di ottenere la ricompensa per la conferma del blocco.

In sostanza, la prova di lavoro viene svolta in anticipo nel processo di plotting e i risultati di questo processo vengono utilizzati in seguito per verificare ciascun blocco.

Inoltre, i tempi per la conferma di un blocco in Burst sono relativamente brevi, con una media di 1 blocco ogni 4 minuti. Questo meccanismo consente a PoC di realizzare un enorme risparmio in efficienza rispetto ai sistemi PoW.

Vantaggi

È possibile utilizzare qualsiasi normale hard disk presente sul mercato evitando che si possa ottenere un vantaggio dall’acquisto di attrezzature specializzate, come con gli ASIC per Bitcoin.

L’utilizzo di hard disk è diversi ordini di grandezza più efficiente dal punto di vista energetico rispetto al mining basata su ASIC e GPU.

La Proof of Capacity risulta più decentralizzata perché quasi tutti posseggono un hard disk nel proprio computer o nel proprio smartphone.

Infine, i partecipanti della rete non saranno costretti ad aggiornare continuamente le proprie attrezzature.

Svantaggi

La Proof of Capacity (PoC) potrebbe portare a un’altra “corsa agli armamenti”. Oggi le persone utilizzano hard disk di gigabyte o di qualche terabyte, ma nel caso prenda piede si potrebbero vedere dischi nell’ordine dei petabyte.

Inoltre, si tratta di una tecnologia relativamente nuova e non rigorosamente testata a lungo nel mondo reale. L’unica criptovaluta con modesti volumi ad utilizzarla è Burst.

Michele Porta
Michele Portahttps://www.micheleporta.info/
Ingegnere informatico. Da sempre appassionato di tecnologia, hardware e software. Entra nel mondo delle criptovalute negli ultimi anni imparando a fare trading e studiando gli aspetti tecnologici e implementativi delle principali crypto sul mercato. Spera in un futuro privo di contanti e basato sulla sicurezza garantita dalla blockchain.
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