Un NFT, come è ormai noto, è un’unità di informazioni registrate su una blockchain, relative ad un determinato asset che non è intercambiabile.
In una semplificata e romantica accezione, c’è chi ha asserito che gli NFT, in fondo, siamo noi: unici, irripetibili, coscienti del nostro passato.
Gli NFT, invero, sono risorse digitali indivisibili, uniche, e possono rappresentare elementi tangibili e intangibili, creando scarsità digitale. Non è un mistero, altresì, che una delle applicazioni più importanti sia quella relativa agli oggetti da collezione ed alle opere d’arte.
Summary
Una lente di ingrandimento sugli NFT
Ma cosa acquista un utente del Web3 quando diviene titolare di un NFT di un’opera d’arte?
Alcuni commentatori hanno cercato di fare un’analogia tra l’acquisto di un NFT digitale e l’acquisto dell’originale fisico di un dipinto o di un oggetto di design. Tale analogia, tuttavia, non regge.
Anzitutto, quando una persona fisica compra un quadro o un arredo da una galleria, ciò che compra è la “proprietà tangibile” di quel bene, ossia la disponibilità materiale del quadro, della sedia di design, della tela di pittura, ma NON il diritto d’autore e la proprietà intellettuale sull’opera (o per dirla all’inglese, il copyright) che si configura come le facoltà esclusive riconosciute in capo all’autore di sfruttare economicamente l’opera e, a titolo esemplificativo, di riprodurla, diffonderla, modificarla, ed utilizzarla in qualsiasi modo o forma.
A maggior ragione, gli NFT, trattandosi di unità di informazioni registrate su una blockchain, non solo non comportano generalmente il trasferimento del diritto d’autore, ma nemmeno la “proprietà tangibile” dell’opera fisica o digitale incorporata.
E infatti, note piattaforme adibite allo scambio e la vendita di NFT quali ad esempio, Rarible e SuperRare hanno individuato fin da subito ed espressamente il tema dei diritti d’autore sull’opera associata all’NFT, riportando all’interno dei rispettivi T.O.S. (Terms of Services) quanto segue: “NFT Ownership ≠ Copyright Ownership”.
In altri termini, la titolarità del diritto d’autore è separata e distinta dalla proprietà di qualsiasi oggetto materiale (es. il dipinto) o bene digitale (es. un token non fungibile) in cui l’opera è incorporata, a meno che le parti (creatore ed acquirente) non abbiano concordato espressamente di cedere i diritti di proprietà intellettuale.
L’acquirente dell’NFT, pertanto, acquista generalmente una licenza per mostrare, promuovere e condividere (“to show off, promote, and share”) l’opera d’arte contenuta nel NFT, fintanto che ne è possessore, all’interno del proprio wallet e sulle piattaforme marketplace.
BAYC: un esempio di ampio successo
Ed eccoci qui, invece, a parlare di Yuga Labs LLC e di come questa realtà abbia già rivoluzionando il panorama “tradizionale” degli NFT ed il rapporto tra creatori e possessori di collectibles sopra descritto.
Per i meno aggiornati, Yuga Labs è la società che ha sviluppato il cosiddetto “Bored Ape Yacht Club” (“Club esclusivo delle scimmie annoiate”) fenomeno che, almeno in parte, ha trasformato il modo in cui il mondo vede la digital art e gli NFT.
Il BAYC è un club fondato da due giovani “nerd letterari”, come si sono autodefiniti, ispirati dal successo dei collectibles CryptoPunks (illustrazioni di esserini costituiti da pochi pixel, sviluppati da Larva Labs) e la cui identità è celata dietro gli pseudonimi Gargamel e Gordon Goner.
Le “Bored Apes”, illustrazioni delle scimmiette annoiate, sono probabilmente il progetto NFT più iconico fino ad oggi realizzato, responsabile dell’aumento di popolarità dell’intera scena.
Anche l’origine della scelta di realizzare NFT di “scimmie annoiate” è assai curiosa, e viene raccontata dagli stessi creatori sul sito ufficiale della società in questo modo:
“There’s a long history of crypto traders affectionately referring to themselves as ‘apes’. (l’espressione “aping it” usata nel contesto delle criptovalute fa riferimento alla perdita di molti soldi, ndr).
It’s one of the reasons why some of the most valuable NFTs in the Cryptopunks collection are apes. We imagined a future where crypto changed the world, where everybody in crypto ‘made it’ (Supercycle etc.). Everyone who ‘aped’ or went hard into crypto became rich beyond their wildest imagination. But then what? What’s a Bored Ape to do?
Our answer: Hang out in a secret club in the swamp, for apes only. And write graffiti on a collaborative pixel board on the club’s Bathroom wall.”
La storia di BAYC
Il primo lotto di NFT Bored Ape, frutto dell’opera di alcuni illustratori freelance ingaggiati da Yuga Labs, è stato lanciato nell’aprile del 2021 (contemporanea all’uscita della nostra guida pratica sugli NFT) ed era composto da diecimila illustrazioni di scimmiette annoiate, trasandate, punk e stanche del mondo, tutte diverse e tutte vendute nel giro di 24 ore, per 220 dollari l’una. Ma questo fu solo l’inizio.
Il concetto di club esclusivo pensato da Goner e Gargamel si è tramutato in realtà quasi immediatamente. I primi possessori delle Bored Ape iniziarono infatti a sostituire la propria immagine del profilo sui vari media con la scimmia acquistata, circostanza che ha portato all’individuazione di un segno di riconoscimento, una sorta di status symbol che determinava un’appartenenza precisa alla community delle scimmie annoiate.
Da quel momento in avanti, grazie al Secondary Market, le cifre spese per le Bored Ape sono letteralmente schizzate alle stelle. Attualmente il floor price dei collectibles Bored Ape è di 92 ETH, corrispondenti, circa a 250.000 USD (il floor price è rilevabile, ad esempio, al seguente link).
La popolarità acquisita, grazie anche a personaggi del calibro del campione della NBA Stephen Curry, nonché di artisti come Mike Shinoda (Linking Park) e Steve Aoki, o il conduttore Jimmy Fellon, che sono entrati nella community di possessori delle scimmiette, ha dato il via a tutta una serie di ambiziosi ed innovativi progetti.
Il colosso dell’industria musicale Universal Music, ad esempio, ha arruolato un team di animatori per trasformare queste scimmie 2D in esseri 3D capaci di fare apparizioni ed esibirsi nel Metaverso (per approfondire il tema, il nostro studio ha recentemente pubblicato una guida su come sopravvivere “legalmente” nel metaverso)
Ancora, Il produttore e cantautore Timbaland ha intrapreso una partnership con Ape-In Productions (AIP) – una società di intrattenimento e comunità virtuale, lanciando una band costituita da “Bored Apes” metaverso, chiamata TheZoo, il cui singolo di debutto “ApeSh!t”, prodotto da Timbaland, è attualmente disponibile come NFT sulla piattaforma OpenSea.
Degna di nota è altresì la collaborazione con Adidas, inaugurata verso la fine del 2021, che ha fatto delle Bored Ape il manifesto dell’azienda tedesca per il proprio ingresso nel Metaverso.
E infatti, Adidas è entrata nel metaverso portando quale ambassador proprio Indigo Herz, un avatar Bored Ape vestito con una tuta Firebird giallo banana, un cappello a secchiello abbinato e un set di occhiali a forma di cuore appoggiati sui suoi occhi disinteressati. Il NFT della suddetta scimmietta è stato venduto a settembre per 46 ETH (circa $156.000 all’epoca), secondo i dati su OpenSea.
Altra interessante vicenda riguarda un atleta che ha portato il suo Bored Ape ad un livello successivo, con le scarpe esibite durante le partite della National Basketball Association. Trattasi di Tyrese Haliburton, guardia dei Sacramento Kings noto per avere scarpe uniche e cambiarle ogni partita, al punto da averne personalizzato un paio riproducendo la propria Bored Ape.
Ma veniamo al dunque: la peculiarità degli NFT associati alle “Bored Apes” sta nel concetto di proprietà.
Se il tradizionale paradigma degli NFT associati alle opere d’arte è, come anticipato, “NFT Ownership ≠ Copyright Ownership”, i proprietari di una “Bored Ape” possono invece utilizzare nei modi più disparati e commercialmente allettanti la scimmietta annoiata incorporata al proprio NFT.
Ecco quindi la ragione per cui molti hanno utilizzato le proprie Ape per farne un brand, sviluppare una storia biografica, creare animazioni ed opere derivate, riprodurle su capi di abbigliamento etc.. Una scimmietta annoiata, addirittura, è stata protagonista addirittura di un’edizione speciale della nota rivista Rolling Stones:
Il diritto attribuito da Yuga Labs, la società creatrice delle Bored Apes, ai possessori degli NFT da loro sviluppati, conferisce ogni e più ampia facoltà di sfruttamento economico relativamente alla Bored Apes posseduta.
Allo stesso tempo, la facoltà concessa permette al Bored Ape Yacht Club di beneficiare in termini di popolarità e di reputazione.
E infatti, se i fondatori di Yuga Labs inizialmente si sono lasciati ispirare quasi per gioco dalle realtà all’epoca esistenti, quali la menzionata Cryptopunks, anelando ad espandere la propria community, recentemente la società ha assunto in gestione proprio le popolari collezioni di CryptoPunks e Meebits, a dimostrazione del fatto che Yuga Labs è considerabile ormai un vero e proprio colosso nell’ambito dei collectibles.
Gli stessi fondatori, in questa mossa significativa, hanno riportato, con un tweet, il fatto che la società sta attribuendo “full commercial rights to the NFT holders”, chiosando altresì:
“It’s been amazing to watch the Bored Ape Yacht Club ecosystem use their rights to collaborate and build awesome shit we never could have dreamed up. We can’t wait to see the Cryptopunks and Meebits communities do the same.”
Se le immagini di scimmie milionarie non sono probabilmente il futuro che ci saremmo aspettati per catturare l’attenzione degli investitori meno opulenti, ecco che, di nuovo, la startup americana ha individuato una soluzione idonea per ispirare una cryptoeconomy più mainstream, sfruttando la notorietà della posizione del BAYC.
Trattasi, nello specifico, di una nuova partnership per alcuni titoli di gaming play-to-earn, basati su token chiamato “ApeCoin”, che sarà lanciato da un’entità chiamata ApeCoin DAO (che sta per “Decentralized Autonomous Organization”, una soluzione di governance decentralizzata che opera seguendo esclusivamente regole imposte dal codice che costituisce lo smart contract secondo cui è stata programmata, ndr).
Un’organizzazione chiamata APE Foundation sarà chiamata ad amministrare le decisioni della DAO, che porterà il marchio ufficiale del progetto BAYC, per mezzo di un NFT contenente un logo blu Bored Apes.
I possessori di questi ApeCoin saranno in grado di votare sulle decisioni nella DAO, mentre il consiglio della Foundation renderà esecutive e porterà avanti le stesse decisioni.
In termini di ciò che il token farà effettivamente, il panorama non è attualmente definito, ma è piuttosto evidente che ApeCoin verrà utilizzato principalmente come valuta di gioco per alcuni titoli in lavorazione, e che utilizzerà una meccanica di gioco play-to-earn, che consente agli utenti di guadagnare token in base alla quantità di tempo e di attività di gioco.
L’incursione di Yuga Labs è chiaramente un elemento importante nei piani di crescita e maggior diffusione per il marchio BAYC, in quanto il gaming basato su blockchain ed NFT è ancora un tipo di affare di nicchia.
Alla luce di quanto sta accadendo nel mondo degli NFT e delle soluzioni innovative portate con l’avvento del metaverso, una cosa è certa: il Club delle Bored Ape ci lascerà tutt’altro che annoiati.