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Liquidità nel settore DeFi in ripresa nel 2023

Il settore della DeFi, così come la sua liquidità, si sta riprendendo a seguito di un 2022 a dir poco disastroso sotto ogni punto di vista.

Il TVL, ovvero un valore bloccato nei protocolli della finanza decentralizzata è in leggero aumento nel 2023, facendo ben sperare per i prossimi mesi.

Inoltre, le proiezioni future dei ricavi e del numero di utenti nel settore sono nettamente ottimistiche.

Cerchiamo di approfondire insieme.

La liquidità e il TVL dei protocolli DeFi è in ripresa nel 2023

Nonostante il settore DeFi sia stato completamente abbandonato sul fronte liquidità da gran parte degli investitori nel 2022, da inizio anno sembrano esserci segnali per una lieve ripresa.

In particolare dal 1° gennaio fino al 31 dicembre 2022, il “Total Value Locked” (TVL) dei protocolli della finanza decentralizzata è passato da 163,6 a 38,57 miliardi di dollari, con un decremento di circa il 76,5%.

La fuga di capitali è dovuta al fatto che con l’inizio del bear market crypto e l’inizio di una politica monetaria fatta di aumenti dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve statunitense, gli investitori hanno preferito passare a prodotti finanziari risk-off, scartando le opzioni altamente speculative del mondo DeFi.

Grafico dell’andamento del TVL della DeFi nel 2022

Con l’inizio del 2023 invece, le cose sembrano aver preso il verso giusto, con un aumento, seppur leggero, della somma dei capitali stanziati in protocolli DeFi dagli utenti del Web3.

Nel dettaglio dal 1° gennaio 2023 fino ad oggi, il TVL è passato da 38,11 fino agli attuali 45,41 miliardi di dollari, in un aumento di circa il 19%.

I protocolli più dominanti al momento sono Lido, che gode di una dominance del 29,34% sul resto del mercato, MakerDao, Aave, Curve Finance e Uniswap.

Un altro dettaglio interessante da segnalare, è il fatto che gli exchange decentralizzati (DEX) hanno incrementato la propria quota di market share in relazione alle controparti centralizzate (CEX).

Da inizio anno la percentuale del volume di trading registrata sui DEX rispetto a quella dei CEX è più che raddoppiata, secondo i dati di ARK Investment.

Il dato segnala che gli exchange crypto della DeFi, privi di qualsiasi tipo di intermediazione finanziaria, stanno emergendo sempre più rispetto a piattaforme come Binance, Coinbase, Okx Bybit ecc.

La maggioranza del market share è ancora in mano agli exchange centralizzati, ma si iniziano a vedere dislivelli meno marcati rispetto agli anni precedenti.

Proiezioni future dei ricavi e del numero utenti del mondo DeFi

Passando ora su un altro piano di analisi, osserviamo come le proiezioni future per quanto riguarda i ricavi e il numero di utenti del settore DeFi siano decisamente ottimistiche, secondo i dati presentati da BitcoinCasinos.com

Andando più nello specifico le entrate derivanti dal mondo della finanza decentralizzata, nonostante siano state in calo durante il crypto winter del 2022, dovrebbero risollevarsi nel 2023.

Le previsioni parlano di una crescita in percentuale a tre cifre con un target di 16,9 miliardi di dollari al 31 dicembre 2023 e un progressivo aumento anno dopo anno.

Ciò non stupisce gli addetti ai lavori, che hanno visto con i propri occhi l’evoluzione di questo settore a partire dal 2019, quando rappresentava solo una scommessa mentre oggi si sta consolidando come una realtà finanziaria.

C’è ancora molta strada da fare per raggiungere i numeri delle piazze d’affari regolamentate.

Tuttavia, ci sono tutti i presupposti per un forte sviluppo nei prossimi anni.

Anche sul fronte utenti, i dati sono estremamente positivi: il numero di individui che utilizzano la DeFi ha registrato un ottimo inizio 2023 con un recupero dei livelli del bull market 2021.

Nel 2019 quando il settore ha iniziato a diffondersi fra le nicchie dei crypto entusiasti la finanza decentralizzata registrava solo 160.000 utilizzatori della tecnologia fino a passare al boom del 2021 con 8,54 milioni di utenti.

Le previsioni ci dicono che entro il 2027 il dato dovrebbe salire fino a 9,33 milioni, verosimilmente grazie alla futura crescita del mercato delle criptovalute e al fascino dell’industria della decentralizzazione.

Mano a mano che passa il tempo, gli individui stanno sempre più considerando l’importanza di un’economia di scambio P2P che elimini qualsiasi tipo di intermediario fra le parti.

Anche il concetto di privacy si è fatto più noto, visti gli scandali che si sono susseguiti con l’esplosione dell’attività sui social media e in generale con l’avvento del web2.

Ora che nel globo che si sta diffondendo  in maniera massiccia la cultura del web3, dobbiamo solo attendere che il tempo faccia il suo corso e che vengano sviluppate applicazioni semplici ed intuitive da utilizzare per il nuovo pubblico.

La user experience, se si vuole raggiungere l’adozione di massa, deve essere messa al primo posto, sacrificando i tecnicismi e le complessità tanto amate dai degen della DeFi.

Proiezione del numero di utenti nella DeFi entro iò 2027

Uno sguardo all’evoluzione della liquidità in DeFi e delle reti blockchain

Il mondo delle blockchain si è evoluto con una rapidità impressionante negli ultimi 3 anni, portando il settore DeFi a diversificarsi tra decine di reti e protocolli decentralizzati.

Pensate che ad agosto 2020 la blockchain di Ethereum deteneva la quasi totalità del market share del settore con una quota del 94,41% e una liquidità dei protocolli pari a 3,4 miliardi di dollari

Adesso Ethereum resta ancora l’infrastruttura principale con 26,4 miliardi di dollari in valore bloccato, avendo tuttavia ridotto la propria dominanza al 58,29%.

Parallelamente sono emerse  infatti svariate reti decentralizzate che hanno avuto un impatto decisamente positivo sull’industria della finanza decentralizzata.

Blockchain come Tron, BSC, Avalanche, Fantom e Polygon hanno introdotto la possibilità, ad inizio 2021, di poter usufruire della DeFi in maniera economica, evitando le ingenti commissioni presenti sulla rete costosa di Vitalik Buterin.

L’aumento della scalabilità del settore è proseguito durante tutto il 2021 con l’emergere di Solana, che si è presentata al mondo come ’”Ethereum Killer”, e di Terra, che si è subito conquistata la fiducia degli investitori (ahimè) e una grossa fetta di liquidità in DeFi.

La fine del 2021 ed inizio 2022 ha visto l’emergere del trend dei layer2 che si è fatto sempre più dirompente nelle narrative delle community crypto, con l’introduzione delle reti Optimism ed Arbitrum.

A maggio 2022 il crollo di terra, che all’epoca vantava un TVL di quasi il 15% rispetto al resto del mercato, ha scombussolato gli equilibri del settore, facendo perdere miliardi di dollari agli investitori e ridistribuendo il market share delle varie chain.

Ethereum, Tron e la BSC sono le entità che sono state avvantaggiate maggiormente del disastro, portando tuttavia ad una diminuzione della liquidità DeFi presente nei protocolli.

La disfatta di Terra di fatti è stata un game changer per le sorti dell’industria, che ha riconquistato parte della fiducia persa solo con il crash di FTX, che ha dimostrato l’inefficienza e la pericolosità non solo delle stablecoin algoritmiche ma anche e soprattutto delle piattaforme centralizzate.

Ad oggi stanno emergendo infrastrutture che incorporano la tecnologia degli zk rollup come zkSync, Starknet e Polygon Zk EVM e rappresentano le scommesse principali degli investitori in DeFi per i prossimi 2 anni.

Attendiamo con molto interesse di vedere come evolverà ulteriormente il panorama DeFi e come la liquidità verrà distribuita tra l’ecosistema Ethereum e le altre reti decentralizzate.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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