HomeBranded ContentI buyback dei token saranno la prossima grande evoluzione delle criptovalute? 

I buyback dei token saranno la prossima grande evoluzione delle criptovalute? 

Sembra che importanti progetti crypto come Aave, dYdX, Hyperliquid e Jupiter stiano lanciando programmi di buyback di token per ridurre l’offerta e stabilizzare i prezzi. Il riacquisto di token infatti può aumentare la fiducia degli investitori, segnalare solidità finanziaria e allineare gli incentivi, ridistribuendo i token ai detentori.

Tuttavia, fattori come il controllo normativo, i problemi di manipolazione del mercato e le difficoltà di liquidità potrebbero compromettere la sostenibilità a lungo termine di questa strategia.

Ecco perché e l’ultimo progetto nel quale conviene investire: Solaxy ha superato $27 milioni in prevendita con l’intenzione di migliorare la scalabilità di Solana con la prima soluzione L2 della blockchain.

Partono tanti programmi di buyback di token: ecco quali progetti li hanno lanciati

Il buyback o riacquisto di token si verifica quando i progetti crypto riacquistano i loro token dal mercato; a loro volta i token riacquistati possono essere tenuti come riserve o addirittura sottoposti a burning.

In teoria, i riacquisti riducono l’offerta circolante, creando scarsità, cosa che può far salire i prezzi dei token e ora questa strategia sembra aver preso sempre più piede: partiamo dall’inizio di marzo 2025, quando il protocollo di prestito Aave (AAVE) ha annunciato l’implementazione di una nuova Aavenomics. 

Aave riacquisterà i token per ridurne l’offerta e passare dalle ricompense di staking a un modello di liquidità più sostenibile, che include un riacquisto settimanale di token AAVE del valore di 1 milione di dollari per sei mesi, finanziato dalle commissioni del protocollo.

In uno scenario ideale, questo piano di riacquisto potrebbe raggiungere un valore complessivo di 100 milioni di dollari (il 3% dell’offerta circolante). Marc Zeller, fondatore dell’Aave Chan Initiative (ACI), ha sostenuto che: “La consideriamo la proposta più importante della nostra storia, sentitevi liberi di leggerla e di fornirci il vostro feedback”.

Sempre a marzo, l’exchange decentralizzato (DEX) dYdX ha approvato la “Proposta n. 225” che ha lo scopo di far riacquistare i token DYDX attraverso i ricavi della piattaforma. Altri progetti crypto come Hyperliquid (HYPE) e Jupiter (JUP) hanno piani simili. 

Sembra che Hyperliquid riacquisterà token per un valore di 600 milioni di dollari all’anno, utilizzando il 50-100% delle commissioni di transazione. Jupiter, dal canto suo, si è impegnata a utilizzare il 50% delle commissioni per il riacquisto, stimato in 250 milioni di dollari all’anno. 

Di recente, questo progetto ha superato Raydium ed è diventato il secondo protocollo più grande di Solana. Molti altri progetti, tra cui Gnosis, Gains Network e Arbitrum, impiegano strategie simili, per cui la diffusione di questo protocollo fa supporre che potrebbe rimodellare l’attuale mercato delle criptovalute.

Perché questa tendenza al buyback di token sta prendendo piede?

A questo proposito, l’utente di X (ex Twitter) Capitanike, ha commentato: “I buyback creano una domanda costante e riducono l’offerta circolante, il che può stabilizzare o addirittura aumentare i prezzi dei token”.

Il principio economico fondamentale della domanda e dell’offerta è il motore principale di questa strategia: riducendo l’offerta circolante, i progetti crypto mirano ad aumentare la scarsità di token, il che potrebbe spingere i prezzi al rialzo. 

Secondo SolanaFloor, i progetti con programmi di buyback di token hanno superato quelli senza riacquisto del 46,67% nel 2024 (-0,6% contro -47,15% YTD).

Performance dei progetti con programmi di riacquisto di token Fonte: SolanaFloor Performance dei progetti con programmi di riacquisto di token. Fonte: SolanaFloor

In secondo luogo, il riacquisto può indicare una solida salute finanziaria per i progetti crypto, cosa particolarmente efficace nel rassicurare gli investitori in mezzo alla volatilità del mercato.

In terzo luogo, a differenza della strategia di token burn, molti progetti (come AAVE e Gains Network) ridistribuiscono i token riacquistati a staker o holder, allineando gli incentivi. Questo approccio potrebbe stare a indicare la maturità del modello di tokenomica di un progetto nel tempo.

Tuttavia, i programmi di buyback non sono privi di debolezze: man mano che questa strategia si diffonde, le autorità di regolamentazione come la SEC potrebbero esaminarla attentamente per individuare potenziali manipolazioni o attività illecite. 

Inoltre, una strategia di buyback calcolata in modo improprio potrebbe ridurre eccessivamente l’offerta di token: se un progetto non riesce a bilanciare le nuove emissioni o le ricompense di staking, potrebbe andare infatti incontro a un volume di trading ridotto. Inoltre, i buyback potrebbero potenzialmente mascherare debolezze finanziarie.

La recente ondata di progetti crypto che adottano la strategia di buyback di token segna un’evoluzione significativa nella loro tokenomica. Se i riacquisti possono migliorare la stabilità dei prezzi, la fiducia degli investitori e la crescita dell’ecosistema, d’altro canto però comportano anche rischi di manipolazione e problemi normativi.

Mentre la situazione deve essere monitorata, nuovi progetti dalle buone premesse si affacciano all’orizzonte: uno di questi è Solaxy, che ha raccolto oltre $27 milioni nella sua prevendita esplosiva.

Solaxy raccoglie oltre 27 milioni di dollari in prevendita grazie alla sua soluzione L2 per Solana: il progetto esploderà con il listing?

Solaxy è un nuovo progetto che opera come una rete di livello 2 sulla blockchain di Solana, elaborando le transazioni off-chain prima di raggrupparle per il completamento, un approccio che mira a risolvere una delle sfide persistenti di Solana, ovvero la congestione della rete.

Solana può teoricamente gestire fino a 65.000 transazioni al secondo, ma solitamente subisce rallentamenti durante i periodi di punta, come il lancio di meme coin: il team di Solaxy spera di eliminare questi rallentamenti e di creare una configurazione più efficiente per trader e sviluppatori.

Inoltre, l’infrastruttura modulare di Solaxy supporta dApp personalizzate senza sacrificare le prestazioni, un vantaggio per gli sviluppatori che desiderano realizzare applicazioni innovative senza subire i ritardi causati dal traffico di rete.

Tuttavia, ciò che differenzia Solaxy dalle altre soluzioni di scalabilità è la sua attenzione specifica all’ecosistema di Solana. Il token nativo del progetto, SOLX, è di fondamentale importanza per la gestione di varie operazioni, dalle commissioni sulle transazioni alle ricompense per lo staking.

I titolari di SOLX possono prendere parte infatti al programma di staking di Solaxy, che offre rendimenti annui stimati del 147% al momento. Oltre allo staking, SOLX faciliterà le negoziazioni nei pool di liquidità e coprirà le commissioni del gas per le transazioni elaborate tramite il protocollo layer-2. 

La prevendita di Solaxy ha raccolto finora $27 milioni di dollari dal lancio avvenuto il 12 dicembre scorso: per partecipare alla prevendita, basta scambiare ETH, USDT, BNB con il numero di token desiderati o usare una carta di credito.

Una volta terminata la prevendita SOLX, il team intende listare il token su un DEX e riservare il 10% della fornitura per la liquidità. La parte rimanente della fornitura verrà utilizzata per il marketing, le ricompense di staking, lo sviluppo della rete e la tesoreria di Solaxy.

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Massimo De Vincenti
Massimo De Vincenti
Laureato in Economics and Business presso l’Università Luiss di Roma, Massimo ha conseguito anche un Master in Amministrazione, Finanza e Controllo. Trader e analista esperto nel campo delle criptovalute e della finanza decentralizzata, è consulente tecnologico appassionato di innovazione ed evoluzione digitale, relatore anche per seminari o approfondimenti tematici nell'ambito fintech e crypto.
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