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Russia, stretta su asset digitali e mining dal 2026: vigilanza rafforzata

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Mosca — aggiornamento 18 settembre 2025. La Banca di Russia, secondo quanto riferito da TASS e dalle linee guida pubblicate sul sito ufficiale Banca di Russia, avvierà dal 2026 una fase di vigilanza ampliata su asset digitali e attività di mining.

L’obiettivo è incrementare la trasparenza e migliorare la tutela degli investitori, integrando il controllo del flusso informativo con dati fiscali e di rete.

Dati e mappe internazionali, come quelle del Cambridge Centre for Alternative Finance, confermano che la Russia rimane tra i Paesi con un contributo significativo all’hashrate globale, rendendo rilevante una supervisione mirata CBECI.

Gli analisti di settore osservano che l’incrocio sistematico di dati fiscali e di rete può migliorare la tracciabilità delle attività di mining e facilitare l’individuazione di anomalie.

Secondo i dati raccolti dal nostro team di analisi e da riscontri sul campo, dalla fine del 2024 si è registrata una maggiore frequenza di report e segnalazioni tra operatori, consulenti fiscali e autorità di vigilanza, preparatoria all’entrata in vigore delle nuove misure nel 2026.

In breve

  • Dal 2026, la Banca di Russia riceverà flussi informativi periodici da miner ed operatori di infrastrutture di mining, così da incrociare tali dati con quelli fiscali.
  • Le regolamentazioni esistenti sul mining, attualmente in vigore – con l’attività consentita a soggetti registrati e per i privati limitata a un massimo di 6.000 kWh/mese (CryptoNews) – rimangono confermate.
  • I controlli si estenderanno alla vendita e ai rischi dei prodotti legati a valute e asset digitali destinati agli investitori qualificati.

Linee guida e fonti ufficiali

Il nuovo piano rientra nelle linee guida per lo sviluppo del mercato finanziario “2026 e oltre”, diffuse dalla Banca di Russia (cbr.ru) e riprese da vari media russi.

In pratica, il regolatore riceverà periodicamente informazioni sull’attività dei miner e degli operatori delle infrastrutture di mining, rafforzando l’applicazione delle normative già in vigore.

La comunicazione ufficiale prevede un potenziamento dei meccanismi di reporting sugli asset digitali e un coordinamento più stretto con le autorità fiscali, in particolare il Federal Tax Service (FTS), per tracciare l’emissione, lo scambio e la detenzione di valute digitali.

In questo contesto, la qualità e la frequenza dei dati saranno centrali; le autorità hanno indicato come prioritario il miglioramento della tempestività dei flussi informativi prima dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni nel 2026.

Regole sul mining: obblighi confermati e monitoraggio

Le normative attuali sul mining, introdotte di recente, limitano l’attività alle organizzazioni registrate; per i privati, l’utilizzo elettrico resta vincolato a un tetto mensile di 6.000 kWh (CryptoNews).

Gli operatori sono tenuti a comunicare al Federal Tax Service il totale della valuta digitale minata e le transazioni rilevanti.

Dal 2026, la Banca di Russia potrà confrontare più di frequente i dati provenienti dai miner con quelli fiscali, facilitando l’individuazione di attività non conformi o di possibili tentativi di elusione dei limiti energetici. Detto ciò, l’impianto regolatorio di base non cambia.

Obblighi di reporting e tracciabilità

  • Invio periodico di report sul totale minato e sulle operazioni significative.
  • Comunicazioni dettagliate sulla struttura e sugli operatori delle infrastrutture di mining.
  • Segnalazioni al FTS per finalità fiscali e per contrastare eventuali pratiche antielusione.

Impatto su banche, broker e investitori

Negli ultimi mesi, il regolatore ha autorizzato, per alcuni istituti finanziari, l’offerta di strumenti collegati agli asset digitali per investitori qualificati, così come riportato da Crypto Briefing.

In parallelo, il monitoraggio dei rischi associati a tali prodotti e delle procedure di vendita da parte degli intermediari sarà intensificato.

Di conseguenza, banche e broker dovranno rivedere i controlli interni, aggiornare la reportistica e verificare costantemente il profilo di rischio dei clienti, con attenzione alla corretta classificazione dei prodotti e alla coerenza con la propensione al rischio dichiarata. Va detto che l’approccio rimane di tipo prudenziale.

Strumenti ammessi e sorveglianza prudenziale

Tra gli strumenti ritenuti ammessi figurano derivati, Digital Financial Assets (DFA) e titoli con sottostante digitale. La Banca di Russia intende prevenire vendite improprie, ridurre la volatilità indotta da pratiche distributive aggressive e proteggere gli investitori da esposizioni non chiare.

Rischi, sanzioni e scenari di mercato

L’accento posto sul flusso informativo mira a ridurre le “zone d’ombra” del settore. Nel materiale disponibile non emergono nuove sanzioni, mentre l’enforcement si affiderà agli strumenti già previsti dalla normativa vigente, con una supervisione più capillare.

Per gli operatori, il 2026 rappresenterà una fase di aggiustamento con controlli più stringenti sul rispetto dei limiti e una tracciabilità fiscale migliorata; per gli investitori, l’auspicio è di ridurre il divario informativo e i rischi connessi ai prodotti offerti. In effetti, la prevedibilità delle regole può favorire un mercato più ordinato.

Dati di contesto

Il comparto mining in Russia è riconosciuto a livello internazionale per la sua rilevanza. Le stime sul contributo del Paese all’hashrate globale variano nel tempo e a seconda delle fonti; a tal proposito, la mappa del Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index (CBECI) rappresenta un valido strumento di monitoraggio e confronto.

Rimane attivo, per i privati, il tetto di 6.000 kWh/mese, che consente di distinguere tra operazioni hobbistiche e attività commerciali su scala più ampia. Eppure, il confine operativo sarà oggetto di attenzione costante da parte delle autorità, soprattutto in vista dell’applicazione dei nuovi obblighi di reporting nel 2026.

FAQ: cosa cambia dal 2026

  • Supervisione asset digitali Russia 2026: dal 2026 prevista una raccolta di dati più ampia da miner e operatori, unita a controlli incrociati più frequenti.
  • Chi può minare: l’attività è consentita alle organizzazioni registrate; i privati operano entro il tetto di 6.000 kWh/mese.
  • Segnalazioni: obbligo di comunicare la quantità minata e le transazioni rilevanti al FTS, garantendo maggiore trasparenza verso il regolatore.
  • Intermediari: controllo rafforzato su DFA, derivati e titoli con sottostante digitale destinati agli investitori qualificati.

Prospettive

Il 2026 segna un passaggio importante verso una vigilanza operativa più approfondita su asset digitali e mining. La sfida sarà trovare un equilibrio tra innovazione e controllo, in modo da favorire un mercato più maturo senza ostacolare gli investimenti legittimi.

Alessia Pannone
Alessia Pannone
Laureata in scienze della comunicazione e attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in editoria e scrittura. Scrittrice di articoli in ottica SEO, con cura per l’indicizzazione nei motori di ricerca, in totale o parziale autonomia.
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