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Paxful, maggiore sicurezza contro gli hack

Paxful è stata colpita da migliaia di tentativi di hack, ma la maggior parte è stata respinta. Lo rende noto la stessa società di scambio peer to peer di Bitcoin. 

Nello specifico, molti attacchi hacker sono stati di tipo phishing, di questi solo il 2% è andato a segno, mentre il 98% sono stati bannati. Anzi, il 70% è stato fermato subito, il restante 30% ha richiesto da 1 a 4 giorni per essere fermato. 

Inoltre, decine di migliaia di attacchi sono stati fatti cercando di colpire le credenziali di entrata degli utenti. Tuttavia in questo caso solo lo 0,1% dei tentativi è andato a segno. I sistemi di sicurezza di Paxful hanno permesso di salvare almeno 11 BTC.

Tutto questo è stato possibile grazie a un sistema di sicurezza implementato nel tempo. A capo c’è Dmitry Moiseev, Chief Information Security Officer. A Lana Schwartzman, Chief Compliance Officer il compito di avere a che fare con il sistema di segnalazioni. 

La strategia di Paxful per la sicurezza della piattaforma

Paxful infatti si è dotata di un team di sicurezza per respingere gli attacchi hacker, proteggendo utenti e denaro. Oltre a ciò, sta sperimentando dei tool e dei progetti interni per sviluppare un sistema di sicurezza unico. Questo le ha permesso di alzare il livello di sicurezza della piattaforma abbassando il numero degli hack rispetto agli anni passati. 

Nello specifico, la compagnia utilizza una soluzione proposta dall’azienda Group-IB, che in soli due mesi ha respinto ben 220.000 richieste di webbot. Questo ha permesso a Paxful di proteggere ben 5 milioni di utenti. 

A ciò si aggiungono due tool utilizzati grazie alla partnership con Chainalysis, che monitora le transazioni: il Chainalysis KYT e il Chainalysis Reactor che aiuta ad individuare le transazioni sospette. 

Infine, Paxful è una delle poche compagnie di scambio P2P ad aver implementato anche un sistema AML (anti-money laundering).

Ma per evitare di cadere in truffe, è anche essenziale educare i consumatori, per questo Paxful ha stretto accordi anche con CoinEd e Blockchain Academy con i quali implementare attività di educazione al trading responsabile.

Paxful, la sicurezza e gli attacchi hacker

Era qualcosa di assolutamente necessario, anche se, precisano da Paxful (che ha sede in Sud Africa), in Africa su 16 miliardi di dollari di transazioni in criptovalute, solo il 2% ha scopi illeciti. Ciò nonostante l’exchange ha optato per una sicurezza maggiore. 

Ray Youssef, co-founder, e CEO di Paxful ha spiegato: 

“Secondo la nostra esperienza, la maggior parte delle transazioni in criptovalute sono sicure. Nonostante ciò, la gestione del rischio è per noi fondamentale per proteggere i nostri clienti e abbiamo un team dedicato che si concentra sulla valutazione del rischio e sulla sicurezza per mantenere la nostra piattaforma sicura”. 

Per Paxful ciascuno deve fare la sua parte per evitare gli “incidenti”:

“Il settore delle criptovalute ha fatto molta strada per proteggere i consumatori, sviluppando continuamente processi per far progredire l’adozione. Ciò che ha giocato un ruolo fondamentale nell’emergere della crypto-economia è lo strato umano, la finanza peer-to-peer alimentata dalle persone. In sostanza, ciò significa che tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere nel rendere e mantenere l’economia sicura come partecipanti responsabili”.

E conclude:

“Come per qualsiasi altro tipo di investimento, ci sono alcuni rischi coinvolti e, in quanto attori del mercato dei prodotti cripto, abbiamo la responsabilità di lavorare con gli utenti per aumentare la consapevolezza di tutti i rischi che derivano dal trading crypto”.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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