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API3: il “Chainlink killer” raccoglie 3 milioni di dollari

API3, ovvero l’aspirante killer di Chainlink, ha raccolto 3 milioni di dollari grazie ad un round di finanziamento condotto da Placeholder insieme a Pantera Capital, Accomplice, CoinFund, Digital Currency Group e Hashed.

Si tratta del round di investimenti iniziale grazie al quale 10 milioni di token API3 sono stati venduti per 3 milioni di dollari. 

Questi token hanno un programma di maturazione lineare della durata di 2 anni, e costituiscono il 10% della supply totale di 100 milioni di token. 

Sono inoltre i token di governance della DAO di API3, ovvero il token nativo del progetto che dà ai suoi possessori il diritto di prendere parte alla governance dell’ecosistema API3, attraverso per l’appunto l’omonima DAO, e consente anche lo staking.

Il progetto API3 vuole risolvere in modo più trasparente il problema di fornire agli smart contract decentralizzati dati sicuri attraverso API, ovvero fare concorrenza diretta a Chainlink, attuale leader di questo mercato. 

L’ambizione di sostituire Chainlink ad oggi pare un poco azzardata, ma grazie ai 3 milioni di dollari raccolti è possibile immaginare che siano in grado di fornire al mercato nuove soluzioni concorrenziali. 

Perché API3 può essere il killer di Chainlink

Secondo il co-fondatore di API3, Heikki Vänttinen, Chainlink avrebbe un sistema di governance opaco, mentre la DAO di API3 vuole essere completamente trasparente. 

Inoltre l’esistenza di intermediari che fanno business gestendo i nodi che acquisiscono i dati dalle API originali, per fornirli agli oracoli, per Vänttinen potrebbe essere un problema, tanto che API3 si propone di farli gestire direttamente ai fornitori delle API originali, eliminando così gli intermediari. 

Ha dichiarato: 

“Abbiamo appena visto alcune carenze nel modo in cui [Chainlink] gestisce fondamentalmente i suoi feed di dati sulla rete di oracoli nel suo insieme. Il core team è questa sorta di scatola nera centralizzata per i feed di dati, che decide unilateralmente quali nodi devono servire quali feed di dati, e anche da quali API quei nodi estraggono i dati”. 

Chris Burniske di Placeholder ha aggiunto: 

“Il più grande sistema di oracoli crypto per valore di rete, Chainlink, è composto da intermediari di rivendita di dati, in cui fonte e qualità dei dati sono sospette. Sebbene fortemente commercializzato, Chainlink non è sufficientemente progettato o mantenuto per rimanere una soluzione a lungo termine per le esigenze delle criptovalute o delle informazioni della DeFi, e coloro che si affidano a Chainlink lo fanno a rischio dei propri utenti”. 

In realtà comunque già oggi alcuni fornitori di dati di Chainlink eseguono nodi propri, e grazie al fatto che il loro sistema consente agli stessi fornitori di vendere i propri dati a più blockchain, gli utenti di Chainlink hanno accesso ad una più ampia selezione di fornitori di dati. 

All’uscita della notizia non sembra che il prezzo del token LINK di Chainlink abbia subito perdite di valore sui mercati. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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