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UK, Brexit e Covid-19 fanno crescere l’acquisto di criptovalute

Con la Brexit e il Covid-19 è cresciuta la consapevolezza, l’acquisto e l’utilizzo delle criptovalute nel Regno Unito. 

È quanto rivela una indagine di Paxful che si è concentrata sulla condizione finanziaria del Regno Unito, il sentimento sul sistema bancario e sulla Brexit, la crisi da Covid-19 e il feeling verso le criptovalute. 

UK, aumenta la conoscenza delle criptovalute dopo la Brexit

Il Regno Unito ha deciso di lasciare l’Unione Europea probabilmente nel peggiore momento della storia, e cioè con l’arrivo del Covid-19 nel vecchio continente. Probabilmente né i cittadini inglesi né il governo potevano aspettarsi la violenza della pandemia e le disastrose conseguenze economiche, quando la Brexit è diventata effettiva. 

Ad ogni modo, questa concomitanza di eventi è costata al governo 14 miliardi di sterline al mese, minando le certezze dei sudditi di sua maestà sulla stabilità del sistema economico. Proprio questa incertezza li starebbe spingendo verso le criptovalute. 

Infatti, nel 2019 un sondaggio condotto dalla FCA (Financial Conduct Authority) rivelava che il 73% degli inglesi non sapevano cosa fossero le criptovalute, e solo il 3% le aveva acquistate. 

Un anno dopo, il sondaggio di Paxful mostra risultati ben diversi: il 20% degli adulti del Regno Unito possiede crypto, con un aumento dunque del 17%. È un valore che indica anche un aumento della conoscenza del settore e della volontà di farne parte. 

Dal 2018 ad oggi inoltre la sterlina britannica ha perso molto valore se confrontata con il dollaro americano. Questo avrebbe portato ad un maggiore acquisto di criptovalute. 

Poi è arrivato il Covid-19, insieme alla Brexit. Questa concomitanza di eventi avrebbe convinto almeno il 10% dei cittadini inglesi ad investire in criptovalute, viste come bene rifugio. 

Il sondaggio inoltre rivela che:

  • Il 51% degli adulti intervistati è curioso o ha un sentimento neutrale nei confronti delle criptovalute;
  • Il 23% ha sensazioni positive sulle criptovalute;
  • l’8% è molto positivo. 

Dal lato opposto, sembra che i cittadini britannici siano diventati estremamente diffidenti nei confronti delle banche. Il sondaggio di Paxful riporta i seguenti risultati:

  • Il 42% degli intervistati non crede che le banche lavorino nell’interesse della società;
  • Il 49% non crede che le banche siano state adeguatamente penalizzate per il ruolo che hanno avuto nella crisi finanziaria del 2008;
  • Il 31% ritiene che le banche stiano giocando un ruolo simile nell’attuale crisi.

Insomma, nota Paxful che in tempi di crisi la fiducia nel sistema bancario viene meno e in questo scenario di incertezza cresce l’adozione delle criptovalute. Tanto che, rileva l’inchiesta:

  • Il 23% dei residenti sarebbe aperto all’acquisto delle criptovalute se il loro uso fosse esteso;
  • Il 20% vorrebbe usare le criptovalute se fossero integrate nella tecnologia di tutti i giorni, ad esempio negli smartphone e non solo nelle tradizionali app bancarie.

I risultati sono stati così commentati da Ray Youssef, CEO e co-fondatore di Paxful:

“Essendo nel Regno Unito in questo momento, devo dire che Londra ha la comunità crypto più vivace e il più profondo bacino di talenti fintech – un focolaio di innovazione da ogni punto di vista possibile. Con la quantità di talenti e di persone con un buon livello di tecnologia, sono fiducioso che l’adozione e l’utilizzo delle tecnologie legate alle criptovalute sia imminente e che il Regno Unito sia pronto per questo”.

L’indagine è stata condotta con OnePall e ha coinvolto 1000 persone, per il 44% uomini e 55% donne, di età compresa tra i 18 e i 56 anni.

 

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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