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Le azioni di Tesla come Bitcoin: split vs halving

Le azioni di Tesla e Bitcoin hanno avuto in comune un dimezzamento

Nel caso di Tesla, si chiama split azionario, ed è avvenuto a settembre 2020. Questo ha significato che ogni azione di Tesla è stata divisa in cinque, “riducendo” il suo valore da 2.000 a 400 dollari circa. 

Pochi mesi prima, a maggio, Bitcoin aveva vissuto il terzo halving della sua storia. In questo caso ad essere dimezzati, sono stati i premi dei miner, coloro che estraggono Bitcoin dalla blockchain. 

Questa connessione è stata sottolineata da Anthony Pompliano in un tweet: 

“Il 2020 ha visto Tesla fare uno split azionario e Bitcoin fare l’halving.

Sono più legati di quanto si pensi nella mente dei giovani investitori”.

In realtà questo paragone ha lasciato qualche perplessità. Per Mike Novogratz semplicemente non ha senso.

A questa considerazione, “Pomp” ha risposto:

“Entrambi erano eventi che manipolavano la domanda o l’offerta. Bitcoin ha ridotto l’offerta e Tesla ha fatto apparire lo stock “più economico”.

L’ho sentito da molti giovani investitori (sotto i 25 anni) negli ultimi giorni.

È affascinante il modo in cui interpretano questi eventi”.

Le azioni di Tesla vs Bitcoin

Tesla e Bitcoin hanno in comune il fatto di aver vissuto un 2020 straordinario. Sebbene entrambe abbiano risentito del crollo dei mercati di marzo, il loro valore è nettamente aumentato.

Tesla è passata dal valere 86 dollari, fino agli attuali 661 dollari. In pratica il prezzo delle sue azioni è cresciuto di 8 volte. Bitcoin il 1 gennaio valeva circa 7.000 dollari, mentre oggi vale 26.000 dollari circa, e ieri ha toccato il record dei 28.000 dollari. Un aumento di quasi 4 volte rispetto all’apertura del 2020. 

Insomma per entrambe l’anno è stato certamente positivo, e segnato rispettivamente dallo split azionario e dall’halving.

Nel caso di Bitcoin tuttavia l’halving ha ridotto l’offerta, e questo può essere sul lungo periodo uno dei motivi che ha contribuito all’aumento del prezzo. Nel caso di Tesla lo split invece ha lasciato immutato il capitale, aumentando il numero di azioni presenti, ad un valore più “economico”.

Tesla e Bitcoin accusate di essere “bolle”

L’altra cosa che hanno in comune Tesla e Bitcoin è il fatto di essere considerate delle bolle speculative. L’analista Vitali Kalesnik ha lanciato l’allarme in un’intervista alla CNBC. In essa l’analista ha sottolineato che il prezzo delle azioni di Tesla è troppo alto in rapporto alla vendita delle auto, e per questo ed altre ragioni: 

“La valutazione attuale di Tesla si trova nel territorio della bolla”.

Anche Bitcoin deve difendersi dalle accuse di essere una bolla. Ad attaccare BTC, ancora una volta, Nouriel Roubini, secondo cui:

“Il prezzo di Bitcoin è totalmente manipolato da un gruppo di persone, da un gruppo di balene. Non ha alcun valore fondamentale. Siamo vicini al punto in cui la bolla iperbolica sta per scoppiare”.

Le prossime settimane e i prossimi mesi diranno se ha ragione. Sicuramente la corsa del 2020 è decisamente meno parabolica di quella del 2017. Tre anni fa, Bitcoin toccò i 20.000 dollari e poi ridiscese subito, andando poi a ridurre il suo valore nel giro di poche settimane. 

Questa volta, la salita verso i 20.000 dollari è stata più lenta e, al momento, più duratura. Bitcoin è stabilmente sopra i 20.000 dollari dal 16 dicembre. Attualmente è in ritracciamento dopo il record di ieri con il prezzo vicino ai 27.000 dollari. È una discesa ampiamente prevista, frutto delle prese di beneficio di chi ha deciso di vendere e incassare dopo il record. 

Ma secondo alcuni, non è che l’inizio di una bull run che porterà il prezzo di Bitcoin a crescere ancora di più. Questo è dovuto ad alcuni fattori quali il dimezzamento dell’offerta prodotta dall’halving, e la crescente domanda, questa volta sostenuta anche dagli investitori istituzionali. Insomma, le premesse sono buone, resta al mercato il compito di emettere la sua sentenza. 

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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