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La SEC inesorabile contro Ripple ed XRP

La SEC potrebbe finire per essere inesorabile nei confronti di Ripple e XRP. 

A dirlo è un vero e proprio esperto di normative in campo crypto, ovvero l’avvocato Massimo Simbula

Simbula infatti ha scritto uno specifico articolo per Coinlex a proposito della vicenda che riguarda la causa della SEC contro Ripple, in cui fa il punto della situazione.

Innanzitutto evidenzia quello che in realtà molti esperti sanno, ovvero che Ripple non ha nulla a che vedere con le criptovalute. 

Pertanto, a differenza di quanto sostiene l’azienda, l’attacco della SEC a Ripple non è affatto un attacco contro le criptovalute, ma contro un’azienda privata accusata di aver operato senza rispettare le normative che era tenuta a rispettare per legge. 

Secondo Simbula l’errore di Ripple è stato quello di tentare di raccogliere denaro vendendo criptovalute, o sedicenti criptoasset, senza seguire le regolari procedure previste dalle autorità competenti. 

Non si sarebbe trattato pertanto di un vero e progetto crypto che si finanzia emettendo un token, ma del tentativo di un’azienda privata di sfruttare l’interesse degli investitori nei confronti delle criptovalute per raccogliere fondi aggirando le normative vigenti. 

Questo ragionamento ad esempio non si può applicare alle vere criptovalute, come Bitcoin, tanto che non avrebbe nemmeno senso ipotizzare un’azione simile da parte della SEC contro questo protocollo informatico privo di una sede, di un founder reperibile, un CEO, un citofono, una partita IVA, un legale.

Affermare che l’attacco di SEC a Ripple sia un attacco alle criptovalute è completamente fuorviante, tanto da risultare oggettivamente errato. 

La SEC contro Ripple 7 anni dopo XRP

Tuttavia molti si chiedono perchè la SEC abbia deciso di agire solo dopo 7 anni (Ripple è nata nel 2013). 

La risposta di Simbula è molto semplice: 

“La SEC è spesso lenta (a parte il curioso caso Telegram), ma inesorabile. E più tardi interviene, più disastroso sarà l’impatto con la realtà”. 

Se Simbula avrà ragione, le probabilità di successo di Ripple di fronte alla causa intentatagli dalla SEC potrebbero essere decisamente basse. 

Inoltre aggiunge anche un’altra cosa che molti esperti del settore crypto sanno già benissimo da molto tempo: 

“Gran parte delle sedicenti criptovalute in circolazione sono clamorose e inutili truffe. Alcune di queste non sono neppure vere e proprie crypto e il loro valore può essere azzerato in pochi secondi. È sufficiente un atto di citazione della SEC e non serve attendere la condanna per vederne distrutto il valore”. 

XRP ad esempio ha perso più della metà del suo valore nella sola ultima settimana, e più del 60% nell’ultimo mese, mentre invece BTC e ETH nel medesimo periodo lo hanno incrementato in modo significativo.

Questo non significa necessariamente che XRP sia una truffa, ma che non basta sostenere di aver creato una criptovaluta per far sì che ciò sia vero. 

XRP non è, e non è mai stata, una vera criptovaluta, anche se Ripple l’ha sempre spacciata per tale. Questo, a prescindere da come andrà a finire la causa della SEC, è un errore che sarebbe sbagliato dimenticare.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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