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Binance alza il prezzo del gas. E Vitalik reagisce

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Ultimamente sulla rete Ethereum si riscontrano parecchi problemi, in larga misura a causa degli airdrop che la intasano.

Il risultato è un rialzo spropositato del prezzo delle commissioni per ogni transazione, con ritardi e fallimenti delle medesime. Tutto questo senza che vi sia stato un aumento nel numero totale delle transazioni.

In risposta a questa crisi, Binance ha annunciato su Twitter un aumento del prezzo di gas per prelievi fino a 189 Gwei (circa 1.78$). In contemporanea ha deciso di mantenere lo stesso prezzo di commissione per i prelievi.

Su Etherscan.io si può osservare chiaramente l’aumento del prezzo delle commissioni, arrivato a superare il massimo di 95 Gwei di gennaio.

A gennaio, il prezzo era salito in concomitanza con il numero delle transazioni, cosa non accaduta adesso.

rete ethereum

L’ostruzione improvvisa della rete, a causa delle difficoltà di processamento delle transazioni si traduce in un prolungamento dei tempi d’attesa per le transazioni stesse, che sono normalmente nei limiti di Gwei ritenuti sicuri (ovvero 40-80 Gwei per transazione).

Uno dei motivi per cui Ethereum sta soffrendo potrebbe essere una competizione lanciata da FCoin exchange con la promessa del listing di quei token ERC20 che avrebbero raggiunto più holders attraverso un airdrop.

I competitor, pur di vincere la gara, hanno quindi utilizzato anche 300 Gwei per transazione.

La congestione della rete sembra quindi di natura temporanea, ma pone il problema di scalabilità con cui lottano non solo Ethereum, ma anche Bitcoin e altre blockchain pubbliche e decentralizzate.

Il gas limit di Ethereum, cioè il numero di dati che può essere conservato in ogni blocco, è dinamico. Questo vuol dire che i miner possono modificarlo, permettendo più transazioni al secondo, ma un simile approccio può ridurre risultare la sicurezza.

Vitalik Buterin ha fatto nelle scorse ore una sua proposta per migliorare la stabilità del mercato dei prezzi di gas, aggiungendo che il modello proposto “non dipende da Casper, sharding o astrazione. Se ben presentato, e le persone fossero d’accordo, ci sarebbe un miglioramento significativo. Potrebbe tecnicamente essere implementato come un cambiamento al mainnet”.

Vitalik sostiene che “attualmente, quasi tutte le blockchain utilizzano un meccanismo equivalente a un’asta di primo prezzo”, secondo la quale gli utenti che inviano una proposta pagano esattamente per l’offerta presentata nel caso venga inclusa.

Buterin riconosce che questo sistema non è del tutto corretto: “Il problema con questo tipo di meccanismo è che non esiste una strategia facile per una offerta ottimale”.

In linea teorica, l’introduzione di aste a prezzo uniforme, con l’addebito ad ogni partecipante dello stesso prezzo di quello pagato dal più basso offerente, potrebbe essere una via d’uscita.

Per il co-fondatore di Ethereum si pongono però due problemi.

Uno legato ai proponenti di blocco, che avrebbero la possibilità di includere le proprie transazioni appunto in un blocco aumentando il prezzo di compensazione e le proprie entrate totali.

Il secondo problema potrebbe essere la complicità del proponente di blocco “con una parte dei mittenti delle transazioni: chiedendo a loro di presentare offerte più elevate rispetto a quelle “effettive”, potrebbe poi arrivare a un rimborso attraverso un canale separato.

L’obiettivo della proposta di Buterin è l’introduzione di un cambiamento minimo nel protocollo per la semplicità delle strategie di mining, di invio delle transazioni e di calcoli, e anche di evitare la collusione delle mining pool.

Secondo Buterin tale collusione “è particolarmente pericolosa in quanto crea un incentivo per raggruppare le pool che possono gestire centralmente il processo di estrazione dei guadagni”.

Buterin scrive una formula nella quale la fee minima sarebbe mantenuta e ogni transazione dovrebbe specificare una fee. La transazione per essere in un blocco dovrebbe pagare almeno la fee minima.

La commissione sarebbe aggiustata a ogni blocco, secondo una formula e i miners riceverebbero le entrate dalla commissione di transazione pagata, meno la commissione minima. Le transazioni potrebbero includere un numero di blocco minimo.

L’incentivo del miner sarebbe sempre lo stesso, ovvero prendere le transazioni più costose e poterle includere nel blocco. L’intero meccanismo potrebbe poi essere migliorato lasciando che l’utente scelga se pagare di meno fino a una certa soglia massima e aspettare di più o “cercare di ottenere il meno possibile per 5 blocchi” e poi provare a pagare molto di più nel caso la transazione non passasse.

Buterin sottolinea infine che “questo meccanismo consentirebbe al protocollo di “catturare” la maggior parte delle entrate dalle commissioni di transazione, consentendo la loro ridistribuzione…”. E conclude: “La distribuzione delle commissioni tra diverse classi di partecipanti, ad esempio, proponenti, attestanti, ecc. renderebbe la rete più sicura”.

Aneta Karbowiak
Aneta Karbowiak
Laureata in Biologia all'Università degli Studi di Genova, si è presto interessata allo sviluppo delle applicazioni mobili e dei chat bot. È entrata nel mondo dell'editoria come manager di un sito di sport inglese dove ha gestito un team di dieci persone. Appassionata della tecnologia blockchain e delle criptovalute, ha cominciato a scrivere per Qubithacker.
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