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In arrivo una mining pool decentralizzata

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Bitcoin potrebbe avere un problema: infatti, un singolo soggetto, Bitmain, concentra gran parte della potenza di calcolo del mining, il cosiddetto hashrate.

Qualora riuscisse a superare il 50% della potenza di calcolo totale potrebbe, in teoria, violare la blockchain, ovvero minare blocchi non conformi al protocollo, con il risultato di diventare di fatto il padrone di Bitcoin.

In realtà, con ogni probabilità, ciò non accadrebbe, perché se così fosse sarebbe un bagno di sangue per tutti. Del resto, in passato è già accaduto che un singolo soggetto controllasse più del 50% dell’ hashrate, ma ciò non ha causato alcun problema.

Ad essere precisi, Bitmain non concentra tutta la potenza di calcolo di cui dispone. La sua mining farm, BTC.com, detiene circa il 24% dell’hashrate, mentre la restante potenza di calcolo in realtà appartiene a una cosiddetta pool di sua proprietà.

Una pool è un insieme di miner che mettono a disposizione la loro potenza di calcolo in modo che il gestore del pool possa coordinare il lavoro.

Per evitare che chi controlla un pool possa approfittarne, è stato creato un nuovo modello di mining pool, decentralizzato, che risolve questo problema all’origine.

La nuova pool utilizza il protocollo BetterHash, mentre le pool centralizzate utilizzano Stratum. Questa innovazione è stata annunciata su Twitter dallo sviluppatore di Bitcoin Core, Matt Corallo. Per gli addetti ai lavori c’è un’apposita pagina su GgitHub con i dettagli.

Corallo durante un’intervista con Jimmy Song ha dichiarato: “Con Stratum [i miners] ricevono i modelli dei blocchi, le informazioni su come costruire il coinbase e anche le informazioni riguardo le transazioni da inserire nel blocco. Ciò significa che i miner non hanno realmente il controllo su ciò che stanno facendo”.

Come conseguenza la gestione è interamente lasciata al pool, che di fatto in teoria potrebbe indurre gli ignari utenti a fare qualsiasi cosa la pool voglia.

Il nuovo protocollo, invece, è progettato per consentire agli utenti di eseguire un nodo completo, se lo vogliono, in modo da costruire i propri modelli, selezionare le proprie transazioni, scegliere il blocco su cui lavorare, impedendo pertanto un attacco del 51% o altri tipi di attacco.

I miner ovviamente continuerebbero a interagire con la pool come hanno sempre fatto, mettendo in comune la potenza di calcolo e pagando le fee alla pool, ma questo non avrebbe più il controllo sul lavoro svolto dai singoli miner.

A tal proposito Corallo dice: “I miner sono di nuovo miner, al posto che ad esserlo siano le pool”.

Sarebbe auspicabile che i più grossi ed importanti mining pool decidano di implementare quanto prima protocolli decentralizzati come questo al posto dei classici protocolli centralizzati, in modo da scongiurare la possibilità di attacchi 51%.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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