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Uruguay: una legge per Bitcoin e criptovalute

Anche in Uruguay è stata presentata una proposta di legge per poter accettare Bitcoin e criptovalute come mezzi di pagamento nel paese.

Il disegno di legge è stato presentato martedì dal senatore Juan Sartori, e mira a fornire “sicurezza legale, finanziaria e fiscale nel business derivato dalla produzione e commercializzazione” delle criptovalute.

L’obiettivo è quello di fa riconoscere dalla legge le criptovalute per renderle utilizzabili in qualsiasi attività legale. Un po’ come accadrà a breve in El Salvador, dove Bitcoin diventerà presto moneta a corso legale.

Sartori sostiene che le criptovalute sono un’opportunità per creare investimenti e lavoro, ed il suo intento è quello di regolamentare l’uso legittimo, legale e sicuro delle criptovalute, in particolare nelle imprese legate al mining.

Il senatore è anche un uomo d’affari, fondatore e presidente esecutivo della società Union Group, che gestisce investimenti privati ​​e private equity in particolare proprio in America Latina.

Il suo partito è il secondo in assoluto per numero di parlamentari nel paese, e tra le sue fila conta ben otto ministri dell’attuale governo del paese, presieduto da Luis Lacalle Pou.

Pertanto è assolutamente possibile che il disegno di legge presentato da Sartori venga approvato dal Parlamento, e che quindi entri in vigore nei prossimi mesi.

I contenuti della legge su Bitcoin e criptovalute in Uruguay

L’idea, in concreto, è quella di consentire alle aziende di accettare criptovalute come mezzo di pagamento, regolandone al tempo stesso l’utilizzo all’interno del Paese.

Infatti il disegno di legge stabilisce che le criptovalute debbano essere considerate “prodotti di libera vendita da parte di quegli enti e individui che desiderano commercializzarle“.

Qualora venisse approvato, il governo dovrebbe poi rilasciare una “prima licenza” che consentirà alle aziende di scambiare criptovalute sugli exchange, ed una seconda che ne consentirà la detenzione e la custodia. Sarebbe prevista anche una terza licenza per emettere asset crypto o utility token.

Mentre chi vorrà svolgere attività di generazione e commercializzazione di asset virtuali dovrà iscriversi ad un apposito registro di Senaclaft (Secretaría Nacional para la Lucha contra el Lavado de Activos y el Financiamiento del Terrorismo), ovvero l’autorità governativa per la lotta al riciclaccio di denaro ed al finanziamento del terrorismo.

Inoltre regolamenterebbe anche il mining. I miner non avranno bisogno di una specifica licenza, ma avrebbero comunque bisogno di ottenere specifici permessi da parte del Ministero dell’Industria, dell’Energia e delle Miniere dell’Uruguay.

Da notare che nei soli ultimi tre anni la moneta locale, ovvero il Peso uruguayano, ha perso addirittura il 35% del suo valore nei confronti del dollaro americano, anche a causa di un’inflazione che è salita fin oltre il 10% nei primi mesi dell’anno scorso, per poi scendere attorno al 7%. Si tratta comunque di un tasso di inflazione decisamente elevato, sebbene non altissimo.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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