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Binance, i fondi assicurativi e i fatti del 19 maggio

Nei giorni scorsi un articolo accademico ha analizzato in profondità cosa è accaduto il 19 maggio sulla piattaforma di Binance. L’exchange andò offline, causando perdite agli utenti che non poterono interagire con la piattaforma mentre era in corso un crollo del mercato delle criptovalute. 

La professoressa di economia dell’università del Sussex Carol Alexander è andata in profondità, con un lungo articolo che analizza cosa sarebbe successo se la piattaforma fosse rimasta operativa. 

Nello specifico, l’analisi si concentra sul trading di future e di token con leva. Se la piattaforma non fosse andata offline, i trader professionisti avrebbero potuto fare ingenti guadagni approfittando del mercato al ribasso. Con la piattaforma offline per diverse ore, i trader non hanno potuto sfruttare il momento e le loro posizioni sono state liquidate. 

La tesi di fondo di Carol Alexander è che per Binance l’intera situazione sia stata “conveniente”. 

Si legge infatti nel testo:

“l’interruzione della piattaforma dei futures è stata molto conveniente per Binance”.

Se Binance infatti fosse stata operativa, avrebbe dovuto coprire le posizioni con il fondo assicurativo e secondo la sua analisi, quel fondo non sarebbe stato sufficiente. 

Vanno fatte due precisazioni: il 19 maggio è il giorno in cui la Cina annunciava un nuovo ban su bitcoin. Quel giorno bitcoin scese da 42.000 a 34.000 dollari per poi recuperare parzialmente. Va aggiunto che non andò offline solo Binance, ma anche altre piattaforme riscontrarono problemi dovuti all’alta affluenza di utenti. 

Che gli investitori siano rimasti danneggiati è fuori discussione, tanto che ad esempio dall’Italia sta partendo una class action contro Binance

Resta da capire cosa è successo quel giorno e se la tesi di Carol Alexander corrisponde a verità.

Il 19 maggio raccontato da Binance

Cryptonomist ha voluto affrontare la questione direttamente con Binance. In merito all’articolo, un rappresentante dell’exchange ha sottolineato come probabilmente l’intera analisi si basa su dati non corretti, che per forza di cose portano a conclusioni errate. Da Binance spiegano: 

“La ricerca accademica sulle criptovalute è un segno a favore del fatto che il nostro settore sta guadagnando una maggiore adozione mainstream, quindi siamo felici di vedere un crescente interesse accademico. Visto che il mercato delle criptovalute è ancora giovane, molti standard di riferimento devono ancora essere formalizzati. Nel caso del post di questo autore, sembra che abbiano confuso i dati aggregati con i nostri dati istantanei. Il nostro fondo assicurativo è anche molto diverso per scopo e funzione rispetto a quanto indicato nel post del blog. Di conseguenza, la conclusione dell’autore è probabilmente imprecisa. Saremmo molto felici di lavorare con il pubblico più ampio per definire gli standard del settore”. 

Per quanto riguarda il funzionamento del sistema, le liquidazioni, e il fondo assicurativo, la piattaforma ci tiene ad essere il più trasparente possibile.

Sul sito infatti sono disponibili le seguenti guide:

Ma cosa è accaduto il 19 maggio? Da Binance spiegano: 

“La crescita esponenziale delle criptovalute può occasionalmente porre dei colli di bottiglia tecnici per le piattaforme di scambio a causa delle fluttuazioni di mercato in tempo reale associate a periodi di alto volume di scambi. Il 19 maggio, quasi tutti gli exchange di criptovalute hanno subito interruzioni temporanee a causa dell’estrema volatilità del mercato. A Binance, abbiamo adottato misure immediate per coinvolgere gli utenti colpiti dall’interruzione e abbiamo lavorato rapidamente per ripristinare il trading. Ci sono rischi associati a qualsiasi ambiente di trading, e i nostri Termini di servizio informano i nostri utenti di tali rischi, compresa la possibilità di tempi di inattività dei sistemi. Ci sforziamo di limitare qualsiasi interruzione, e stiamo continuamente lavorando per migliorare le capacità della nostra piattaforma per fornire un’esperienza best-in-class”.

Insomma, come detto il 19 di maggio un po’ tutte le piattaforme accusarono problemi tecnici, dunque il problema di Binance non è stato un caso isolato. 

Infine, l’analisi di Carol Alexander nel finale si concentra sul rapporto tra Binance e Tether. 

Tether nei giorni scorsi ha rese note le sue riserve, aggiornando un precedente report di marzo. Dai documenti si evince che i token USDT sono supportati non solo da denaro contante, ma per la metà sono titoli di credito.

La professoressa Carol Alexander si chiede se non sia Binance colui che ha emesso titoli di credito per 30 miliardi di dollari sui quali si regge la metà della collateralizzazione di Tether (il cui market cap è superiore a 60 miliardi di dollari).  Del resto, ragiona l’accademica, è proprio Binance uno dei massimi broker di Tether

Interrogata sul tema, Binance non ha risposto:

“Non discutiamo pubblicamente nessuno dei nostri accordi commerciali con nessuno dei nostri partner. Quindi, per quanto riguarda le domande su Tether, vi rimandiamo a loro”.

Quel che è certo è che dopo questi episodi, è aumentata l’attenzione delle autorità su Binance. Ma l’exchange non è preoccupato e anzi è pronto a collaborare con le autorità, in un contesto, quello delle criptovalute, che è giovane e in continua evoluzione. 

Del resto, come ha detto recentemente il CEO Changpeng Zhao, la piattaforma è giovane e in qualche caso ha sbagliato, ma lavora per migliorarsi ogni giorno. Lo farà collaborando con le autorità e mettendo in atto quanto necessario per proteggere gli utenti.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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