HomeBlockchainBlockchain, non solo Bitcoin: casi d’uso di una tecnologia “necessaria”

Blockchain, non solo Bitcoin: casi d’uso di una tecnologia “necessaria”

Entro il 2022 saranno spesi 12,4 miliardi di dollari per lo sviluppo di casi d’uso e soluzioni blockchain, con una crescita annuale del 76%. 

È con questa considerazione che si apre un interessante report di Accenture, Get the full picture – Assessing blockchain business value. Sebbene la ricerca sia del 2019, i suoi contenuti tornano attuali e tracciano il futuro della tecnologia blockchain.

Blockchain non è solo Bitcoin

Per anni si è considerata la blockchain come la tecnologia sottostante a Bitcoin. Ciò è sicuramente vero, ma dagli early days di Bitcoin ad oggi, la blockchain si sta facendo largo per altri usi che nulla hanno a che fare con le criptovalute. 

Ad imprimere un’accelerata all’uso della tecnologia blockchain ha contribuito anche la pandemia da Covid-19. 

La “mania” di rendere tutto digitale, ha portato alla crescita dei casi d’uso. 

Una recente indagine di Deloitte, nella quale si evinceva che secondo gli intervistati le valute digitali sono alternative alle fiat, entrava nel dettaglio dei casi d’uso della blockchain, chiedendo agli intervistati quali sviluppi avrebbero apportato più valore alle loro organizzazioni.

Lo scambio sicuro di informazioni veniva citato nel 45% delle risposte. Seguiva con il 44% l’utilizzo legato alle valute digitali.

Dunque bastano questi soli due dati per capire che blockchain non è solo criptovalute. Tra gli altri casi d’uso citati, che sono presi in esame in una percentuale compresa tra il 28% e il 40%, ci sono ad esempio la compliance con le regolamentazioni, la digitalizzazione dei documenti, la supply chain per la tracciabilità i controlli interni, l’anti-contraffazione. 

Cosa frena l’adozione di soluzioni blockchain per le imprese

Sempre Deloitte ha chiesto alle aziende intervistate, per una maggiore adozione di blockchain e asset digitali, quale aree di regolamentazione hanno più bisogno di modifiche. 

  • Il 68% degli intervistati ha indicato questioni legate a dati e privacy; 
  • Il 57% ha citato le normative di settore;
  • Il 49% ha tirato in ballo i controlli interni. 

Solo il 37% ha indicato nelle tasse un’area da modificare. 

Soluzioni blockchain: aree e casi

Un grafico di ACI Worldwide ha delineato gli ambiti d’uso della blockchain, dividendoli in 4 aree.

Valute digitali e riduzioni di frodi

In questa area si trovano 5 applicazioni:

  • e-commerce;
  • pagamenti;
  • rimesse;
  • prestiti P2P;
  • Microfinanza. 

Registrazioni

In questo settore vengono inseriti altri 4 casi d’uso:

  • Programmi fedeltà;
  • Supply chain;
  • Proprietà;
  • Prova di identità;
  • Proprietà intellettuale.

Sicurezza

È forse questo uno degli ambiti più comuni per l’utilizzo della blockchain Anche in questo caso vengono elencati 5 casi d’uso.

  • Capitale sociale;
  • Mercati privati;
  • Debiti;
  • Raccolta fondi;
  • Derivati. 

Smart contracts

Quest’ultima area è generalmente collegata alla blockchain di Ethereum, ma anche altre catene stanno iniziando a sviluppare i contratti intelligenti (a breve sarà la volta di Cardano). Ad ogni modo i casi d’uso citati sono tre:

  • Diritti digitali;
  • scommesse;
  • Depositi di garanzia. 

La dirompenza della blockchain

La lista non ha la pretesa di essere esaustiva. Quel che è certo è che la blockchain giocherà da qui agli anni a venire un ruolo centrale per migliorare la società, e non solo per il suo contributo alla diffusione delle valute digitali, Bitcoin in testa. 

La forza della blockchain sta nella sua decentralizzazione e nel fatto che i dati registrati vengono considerati immutabili, a prova di manipolazione. Come detto, la pandemia e la necessità di un mondo più sicuro, e non solo più digitale, l’hanno portato al centro di diversi progetti nuovi, ad esempio in ambito medico, per trasmettere i dati dei pazienti, creare le loro cartelle cliniche e storie mediche. 

Per citare una delle più recenti applicazioni, l’immutabilità della blockchain ha fatto in modo che la tecnologia venisse presa in considerazione per validare i green pass, i certificati che l’Europa ha messo in pratica per attestare l’avvenuta vaccinazione anti-covid. Al momento è nell’hub di San Marino che questa idea è diventata realtà. Mentre il resto d’Europa lotta contro i falsi certificati pagati sempre via blockchain, tramite Bitcoin e acquistati sul dark web, San Marino sta sperimentando il “lato buono” della blockchain in questa applicazione. 

Non è la soluzione a tutti i mali

La blockchain non è la panacea di tutti i mali. Già nel suo report del 2019 Accenture rilevava diversi aspetti da tenere in considerazione quando si decide di intraprendere un business basato su blockchain. Oltre alle opportunità vanno considerati anche i risch. Insomma, la blockchain richiede studio e preparazione, anche nella comprensione se sia la tecnologia giusta per quel singolo caso d’uso o di business. 

Perché la blockchain oggi è come internet agli albori: tutti sapevano che aveva grandi potenzialità, si trattava solo di svilupparle. Gli anni e i progressi della tecnologia contribuiranno ad andare in questa direzione. Come ha recentemente detto il CFO di Huawei blockchain, Zhang Xiaojun

Proprio come ora nessuno si chiede più cosa sia la blockchain o se la vogliono, invece il consenso generale è che la blockchain è necessaria

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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