HomeBlockchainRegolamentazioneSEC contro Uniswap Labs: l’inizio di una nuova epoca

SEC contro Uniswap Labs: l’inizio di una nuova epoca

La notizia è circolata il 3 settembre grazie al The Wall Street Journal ed è stata prontamente ripresa da The Cryptonomist il 4 settembre scorso. La SEC ha deciso di avviare un’indagine nei confronti del più importante sviluppatore di Uniswap, il DEX (Decentralized Exchange) più noto al mondo.

Gensler chiede pieni poteri al Senato contro Uniswap

Lo sviluppatore Uniswap Labs è così entrato nei radar del potente Presidente della Security and Exchange Commission statunitense, Gensler, che qualche tempo fa aveva chiesto “pieni poteri” al senato americano per controbattere l’offensiva dei progetti DeFi.

 Quello che è importante sottolineare ad oggi è che non vi sono in circolazione atti ufficiali, ma solo rumors su un presunto avvio di attività investigative condotte da consulenti della SEC in merito al funzionamento di Uniswap e al team che sta dietro il suo sviluppo.

 Se la notizia si rivelasse fondata, come pare dalle fonti del quotidiano americano, saremmo di fronte ad una nuova fase nella guerra tra SEC e crypto-attività, passando così dalle parole ai fatti.

Cosa è successo tra la SEC e Uniswap

 Come noto agli esperti del settore, il 3 agosto scorso il Presidente della SEC, Gary Gensler, si è presentato all’Aspen Security Forum, un evento nel quale si parla di sicurezza nazionale, per chiedere al legislatore una regolamentazione del mondo cripto che continua, a suo dire, ad essere un vero e proprio wild west.

In particolare, il Presidente ritiene che il legislatore si debba concentrare su

“Piattaforme di trading, di prestito e di finanza decentralizzata, le quali minano il funzionamento di banche e cambiavalute ma operano autonomamente e automaticamente attraverso reti di computer”.

 Prima di chiederci cosa accadrà ora e se Uniswap Labs dovesse finire formalmente sotto accusa con potenziali conseguenze per l’intero progetto, è bene comprendere che l’attacco ad Uniswap Labs non è assolutamente isolato.

 Molti studi legali statunitensi, mentre si scrive questo articolo, sono sotto pressione per dare assistenza a numerose aziende operanti in ambito DeFi e crypto, al fine di replicare a richieste di chiarimenti o di approfondimenti avanzate dall’Autority americana. La tecnica è quella della “persona informata sui fatti”. 

Anche se, rispetto al sistema procedurale italiano, la SEC non procede ad imputazioni formali onde evitare passi falsi ma invia lettere di richiesta chiarimenti al fine di dare, in qualche modo, una prima scossa al terreno di gioco.

 Anche se di gioco non stiamo parlando. Parliamo di libertà e di innovazione tecnologica, potenziali sanzioni economiche rilevanti e forme di indagine in stile inquisitorio che – al di là della materia del contendere – rendono tossica l’aria della giustizia e della libertà di impresa, con pressioni non indifferenti su sviluppatori e operatori del settore.

La SEC e le ICO

 Sarah Brennan, legale di Harter Secrest & Emery LLP, specializzata  in ambito blockchain – citata dal The Wall Street Journal – parla di un vero e proprio swipe control (controllo a tappeto) analogo a quello condotto nel 2018 sulle ICO. C’è però una rilevante differenza tra quanto successo a fine 2018 e quanto sta accadendo oggi.

 L’azione concentrica portata avanti dalla SEC nel 2018, ha avuto un rilevante effetto deterrente nei confronti di tutti quei soggetti che intendevano lanciare nuovi token di qualunque tipologia, poco importa per la salute del fintech, quello vero. 

Molte di quelle ICO erano forme di truffa alternativa, dove si tentavano di imitare i principi delle criptovalute solo per attirare incauti consumatori affetti da ludopatia e per remunerare improvvisati consulenti. Bene ha fatto la SEC ad interrompere quel circuito infernale.

La SEC sta investigando Uniswap

La SEC contro Uniswap

Ora però la musica è diversa. Il progetto Uniswap è uno dei progetti di DeFi più interessanti che esistano e rende estremamente complesso identificare un responsabile dello stesso. Ogni singolo utente che intende aderire al progetto può ottenere vantaggi e svantaggi finanziari anche rilevanti, senza poter essere definito come ideatore del sistema.

 Il creatore diventa senza nome, una massa indistinta di utenti, sviluppatori, righe di codice, senza confini territoriali, senza riferimenti normativi chiari, sedi o rappresentanti legali, amministratori o founders. Un groviglio che spinge il presidente della SEC ad una mossa (da alcuni in realtà prevista) quasi Shakespeariana.

 Ma chi c’è dietro Uniswap Labs?

Uniswap Labs in realtà un nome e cognome c’è l’ha eccome: si tratta della società di diritto statunitense con sede nel Delaware, che risponde al nome di Universal Navigation Inc.

Il marchio UNISWAP risulta registrato all’Ufficio Brevetti e Marchi Statunitensi dalla citata società e la stessa ha un suo account linkedin con tanto di indicazione dei suoi dipendenti e CEO e vi sono diverse pagine internet che promuovono molte posizioni lavorative aperte presso l’azienda. Ha una sede operativa a Monsey (NY), un numero di telefono, un indirizzo email.

E’ una normale società che si occupa di sviluppo software. Ma ora è sulla graticola per aver dato troppo contributo allo sviluppo del software. Nel disclaimer presente nella pagina uniswap.org, si precisa quanto segue:

Nonostante la Universal Navigation Inc. (di seguiuto “Uniswap Labs” ) abbia sviluppato gran parte del codice iniziale relativo al protocollo Uniswap, essa non è fornitrice, possiede o controlla il protocollo Uniswap, che è operato da smart contracts rilasciati sulla blockchain di Ethereum. Gli aggiornamenti e le modifiche al protocollo sono gestite dalla community di utenti possessori degli UNI token con poteri di governance e indirizzo”.

Ora, se è vero che un disclaimer non è certo sufficiente ad esonerare di responsabilità la Universal Navigation Inc., è anche vero che se le parole del disclaimer rispondono ai fatti, lo sceriffo Gensler avrà non pochi problemi nel considerare la società del Delaware responsabile di tutto ciò che accade in Uniswap.

L’inizio di una nuova epoca del software?

 Ma è possibile legalmente prendersela con lo sviluppatore di un protocollo poi utilizzato dagli utenti per applicazioni di finanza decentralizzata, per la mancata osservanza di regole concernenti l’emissione o la negoziazione di prodotti o strumenti finanziari?

 Risponderei con un’altra domanda. E’ possibile prendersela con gli sviluppatori del protocollo TCP/IP per tutti i contenuti illeciti o diffamatori pubblicati dagli utenti internet nel mondo? La risposta la lascerei a voi.

 Per ora ricordiamo che la SEC non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale in merito a questa inchiesta e che Gary Gensler, poco tempo fa ha dichiarato quanto segue:

C’è ancora un gruppo di persone che non si limitano a progettare software, come il software open source, ma spesso hanno poteri di governance e sostengono costi di gestione”.

 Forse, però, il Presidente della SEC sottovaluta la complessità di bloccare le operazioni su una determinata tipologia di token, una volta che l’applicazione sottostante è stata lanciata sul DEX. La guerra è iniziata. E non ha nulla a che vedere con quella contro le ICO. Gli interessi in gioco sono diversi. I risultati del tutto imprevedibili oggi.

 La prima cosa che dobbiamo fare è uccidere tutti gli avvocati”, diceva Dick il macellaio, nell’Enrico VI (Parte 2, Atto IV, Scena seconda).

E qui per Gensler, diventa:

La prima cosa che dobbiamo fare è eliminare tutti gli sviluppatori”.

 

Massimo Simbula
Massimo Simbula
Massimo Simbula, avvocato esperto in diritto industriale e nuove tecnologie. Nel 1999 associato dello Studio legale internazionale Tonucci con il quale ha seguito complessi processi di privatizzazione nel settore delle Telecom in Italia e all’estero, e processi privacy, finance e proprietà intellettuale. Dal 2007 senior legal di FENDI del gruppo LVMH per il quale ha seguito tutti gli aspetti di diritto societario e commerciale e di proprietà industriale. Fondatore dello Studio Legale Simbula operativo tra Cagliari e Milano, della Associazione Copernicani, membro della Oracle Community for security, del comitato dei saggi della Associazione Nazionale Protezione Dati e partner del network COINLEX specializzato in criptovalute, tecnologia Blockchain e PSD2. Ha curato le linee guida sul Cyberbullismo adottato dal Ministero dell’Istruzione italiano. Si occupa sin dal 2012 di Blockchain, Criptovalute e GDPR sia quale redattore di articoli e libri che come legale di numerose aziende operanti nel settore FinTech e Blockchain. E’ stato relatore in convegni e workshop in ambito ICO e tecnologia Blockchain e mentor in Italia e in Svizzera in progetti di accelerazione per startup operative in ambito Blockchain, e per tutte le tematiche connesse al GDPR.
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