HomeCriptovaluteChiudono in Corea del sud 60 exchange 

Chiudono in Corea del sud 60 exchange 

Si fa molto più stringente la regolamentazione per gli exchange di criptovalute, dopo l’entrata in vigore dell’Act on Reporting and Using Specified Financial Transaction Information” del Marzo scorso approvato dal parlamento coreano.

Mancata trasparenza e privacy nel trading degli exchange coreani

Questo ha posto nuove regole in materia di contrasto al riciclaggio per tutti gli operatori finanziari che operano con asset virtuali, comprendendo chiaramente anche le criptovalute. 

Le regole molto in materia di trasparenza e privacy nell’attività di trading costringerebbero quasi 60 exchange alla chiusura entro poche ore, quando scatteranno i sei mesi previsti dalla legge per mettersi in regola.

Secondo la nuova legge coreana gli exchange dovrebbero avere un partner finanziario bancario per continuare a svolgere la loro attività o essere in possesso di una licenza dall’autorità finanziaria del paese. Secondo il Financial Times questo potrebbe significare una perdita di circa 2,6 miliardi di dollari dei traders in criptovalute nel paese.

La rete televisiva americana Cnbc ha fatto sapere che soltanto 4 exchange in tutto il paese, Upbit, Bithumb, Coinone, and Korbit, che sono anche i più grandi, avrebbero raggiunto i target richiesti dalla legge per poter continuare ad operare nel paese, mentre tutti gli altri soprattutto i più piccoli saranno costretti a chiudere o a ridurre sensibilmente i servizi offerti alla loro clientela.

La Corea e il mercato delle cripto

Questa notizia arriva in un momento in cui in Corea si sta assistendo ad un considerevole aumento da parte degli investitori nei confronti delle criptovalute.

Da un sondaggio del Maggio 2021, effettuato su un campione di 1885 lavoratori intervistati il 40,4% ha dichiarato di aver investito in qualche criptovaluta. E di questi, circa il 49,8% di quei lavoratori di età compresa tra 30 e 39 anni.

Questo deriva sia dal grande interesse che da sempre i coreani hanno verso quello che è tecnologico ed innovativo, sia da una situazione economica che nell’ultimo anno e mezzo è peggiorata portando il tasso di disoccupazione giovanile all’11%.

Un’altro elemento che ha creato terreno fertile alle criptovalute è la enorme diffusione dei pagamenti mobili (come in Cina) e dei pagamenti elettronici in genere, e questo non può che favorire la diffusione delle valute digitali.

Le autorità finanziarie del paese da tempo guardano con sospetto a questa diffusione delle criptovalute e del trading su di esse, lamentando mancanza di trasparenza e rischi di riciclaggio ed evasione fiscale. Questa legge avrebbe quindi il compito di regolamentare un settore, che stava crescendo forse un pò troppo in fretta.

Chiusura Exchange Corea
Chiusura di molti exchange in Corea

Il rischio bolla del mercato cripto in Corea

Il 17 Dicembre scorso in Corea del sud si è raggiunto il 21% del totale della transazioni totali su Bitcoin, diventando il terzo mercato dopo Stati uniti e Giappone. Ad agosto era dovuto intervenire pubblicamente il governatore della banca centrale coreana, Lee Ju-yeol, che in un discorso ha avvertito sui rischi negli investimenti nelle criptovalute, strumenti finanziari senza nessun valore intrinseco.

A rincarare la dose si è aggiunto Eun Seong-Soo, presidente della Financial Services Commission, la commissione che controlla i mercati finanziari nel paese, che in una riunione ha paventato il rischio concreto che che gli investitori in criptovalute potrebbero non essere tutelati dalle leggi, in caso di perdite fraudolente.

 “Il governo non copre le perdite finanziarie degli investimenti individuali in opere d’arte”, ha affermato Eun. “Nello stesso senso, non sostengo l’idea che il governo debba proteggere gli investitori in criptovalute”.

Ecco allora che questa decisione clamorosa, che non ha precedenti fino ad ora in altre parti del mondo, potrebbe assestare un colpo durissimo a tutto il mercato delle criptovalute in Corea, che già secondo molti esperti era a serio rischio di bolla speculativa.

Anche se i quattro exchange che continuano ad operare, rappresentano comunque circa il 90 % dei volumi di cripto tradati ogni giorno in Corea del Sud, dal punto di vista dell’immagine e della fiducia nel mercato cripto il colpo farà sicuramente sentire i suoi effetti.

Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising. Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist. Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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