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BitMEX diventa carbon neutral

Mentre i grandi della terra sono riuniti a Glasgow in Scozia per discutere di cambio climatico e di politiche per la sostenibilità ambientale, l’exchange BitMEX ha annunciato di essere diventato carbon neutral.

Come BitMEX è diventato carbon neutral

Ad inizio anno la  società aveva comunicato di volersi impegnare per raggiungere nel più breve tempo possibile questo traguardo, arrivato dopo soli dieci mesi.

Il CEO di BitMEX, Alexander Höptner, commentando questo risultato ha affermato:

“La sostenibilità è la sfida del nostro tempo. Bitcoin, e la criptovaluta in generale, è la tecnologia trasformativa del nostro tempo. Soprattutto intorno alla COP26, è naturale che le criptovalute affrontino domande difficili sull’impatto ambientale della tecnologia che consente il nostro lavoro”.

Il risultato è stato ottenuto impiegando 0,0026 cent per ogni dollaro di commissione pagata dai propri utenti per la compensazione del carbonio. Tra i sistemi per compensare il carbonio vi è la piantumazione di alberi.

Le critiche

Le associazioni ambientaliste criticano questo processo di acquisto di certificati verdi, considerandoli solo una pura e semplice manovra di facciata (il cosiddetto greenwashing) senza effetti concreti e positivi sull’ambiente.

Una portavoce della società ha detto a Decrypt:

“Comprendiamo sicuramente il punto di vista dei critici sulla compensazione del carbonio e abbiamo discusso internamente su fino a che punto dovremmo concentrare la nostra strategia sulla compensazione” 

E ha aggiunto:

“Alla fine, abbiamo deciso che vale la pena perseguire anche soluzioni imperfette a problemi esistenziali come il cambiamento climatico”.

Bitmex carbon neutral
Il tema del consumo energetico delle crypto resta in primo piano

Criptovalute e sostenibilità ambientale

Il tema della sostenibilità ambientale è da sempre al centro dell’attenzione quando si parla di criptovalute. È risaputo che l’attività di mining è molto dispendiosa dal punto di vista energetico ed ambientale.

Secondo alcuni dati recenti il settore delle criptovalute consumerebbe circa 150 TWh di elettricità all’anno, una quota di energia superiore a quella consumata in un anno da paesi come Polonia, Norvegia, Argentina,Egitto o Svezia.

In passato si è cercato di trovare nell’utilizzo delle energie rinnovabili una soluzione a questo problema, ma i risultati non sono ancora del tutto soddisfacenti.

Ad aprile un gruppo di 150 fra aziende crypto, società finanziarie e organizzazioni no profit, hanno siglato un accordo, il Crypto Climate Accord per avere entro il 2030 la neutralità del carbonio.

Tra gli obiettivi dell’accordo ci sarebbe anche quello di arrivare entro quella data ad usare il 100% dell’energia utilizzata dal settore delle rinnovabili.

 

Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising. Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist. Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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