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Iran nel caos, è caccia al bitcoin

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Iran nella tempesta, complici soprattutto le sanzioni dell’Occidente. La moneta iraniana, il Rial, sta così crollando mentre cresce significativamente l’inflazione, ormai a doppia cifra.

Sui mercati ufficiali solo un anno fa un IRR iraniano valeva circa 0,03 millesimi di dollari americani, mentre ora, dopo la discesa di aprile e i cali delle ultime settimane, è sprofondato a 0,022, con una perdita di valore superiore al 25% in un anno.

Ad oggi ci vogliono più di 44.000 Rial iraniani per acquistare un solo dollaro americano e il crollo non accenna a fermarsi.

Sul mercato nero, però, la situazione è ancora peggiore perché la svalutazione sarebbe addirittura del 203% in un anno, tanto che ci vogliono oramai 112.000 IRR per acquistare un solo dollaro americano.

Ed è probabile che sia il mercato nero, e non quello ufficiale, a rappresentare meglio il reale valore del Rial (ovvero il suo potere di acquisto reale).

Così come in Venezuela, anche in Iran stanno studiando l’emissione di una criptovaluta di Stato, ma è difficile immaginare quando questa possa arrivare sui mercati.

Ad esempio, il Petro venezuelano è stato annunciato a febbraio 2018, ma arriverà sui mercati solo il 20 agosto.

Inoltre, non c’è alcuna reale garanzia che una criptovaluta di Stato non sia inflattiva come le monete fiat tradizionali, visto che sarebbe comunque una moneta centralizzata sotto il totale controllo del governo.

Non stupisce pertanto che gli iraniani cerchino di utilizzare monete alternative, ma a tal proposito bisogna ricordare che in Iran è molto difficile che possano circolare dollari americani.

Il risultato è che molti iraniani stanno cambiando i loro Rial in bitcoin, come sembra dimostrare il grafico degli scambi Rial/BTC su Localbitcoins.

A parte il solito picco di dicembre 2017, che c’è stato in tutto il mondo, proprio nelle ultime due settimane si è fatto registrare un incremento significativo degli acquisti di bitcoin in Iran.

Una volta esaurito l’entusiasmo del periodo della bolla speculativa, i volumi di BTC acquistati in Iran con Rial hanno avuto un primo picco proprio ad aprile, quando c’è stato il primo crollo della valuta locale, e da allora non sono mai più scesi ai livelli pre-bolla.

Inoltre, da un paio di settimane hanno iniziato nuovamente a crescere, proprio a causa del recente crollo. È ipotizzabile che, qualora la svalutazione del Rial continuasse, gli iraniani potrebbero continuare ad acquistare Bitcoin o forse addirittura incrementare gli acquisti.

Dall’Iran giungono voci preoccupate di persone che temono che l’economia locale possa crollare, a causa dell’iperinflazione, e precipitare in una situazione per certi versi simile proprio a quella del Venezuela.

Le economie di entrambi i paesi si basano soprattutto, e primariamente, sulle esportazioni di petrolio, il cui prezzo è sì in aumento negli ultimi mesi, ma sempre comunque ben al di sotto del prezzo che aveva anche solo 4 anni fa.

Dopo il crollo di fine 2014 il prezzo del petrolio è rimasto basso fino a dicembre 2017, e l’attuale crescita non consente di essere troppo ottimisti sul futuro di quelle economie basate primariamente sull’esportazione di questa materia prima, come Iran o Venezuela.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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