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Facebook in crisi

L’azienda di Zuckerberg è soci, inizialmente pensata come piattaforma di servizi per gli iscritti all’università di Harvard ne ha fatta di strada. Ma adesso Facebook, dopo quasi 20 anni, sembra in crisi. 

Da servizio a monopolio

A seguito della decisione di allargarsi e diventare un social network aperto a tutti, il colosso dell’interazione si è allargato a dismisura, complici anche la mancanza di concorrenza all’altezza per almeno un decennio e i grandi introiti delle pubblicità, vera linfa dell’impresa. 

I servizi di geolocalizzazione, comunicazione, chat e tag sono riusciti a rendere il mondo davvero più piccolo e il social blu è riuscito nell’intento di unire i giovani e non solo di tutto il mondo fino a diventare un vero monopolio nel settore. 

A seguito della sua quotazione in borsa il titolo ha galoppato fino al 2021 ma con una corsa che andava sempre più lenta. 

La situazione è cambiata 

L’avvento di Twitter prima, Instagram e Tiktok successivamente, ha cambiato il quadro della situazione.

Facebook di colpo non era più il solo, con una clientela mediamente più grande di età, incapace di attrarre le nuove generazioni. 

Sempre più giovani infatti sono attratti da Instagram (ora di proprietà di Meta) e da Tiktok che pare essere il vero boia del social per eccellenza. 

Le aziende pubblicitarie sono migrate rapidamente verso il social “dei balletti” e degli scatch che sembra catturare molto efficacemente l’attenzione degli utenti. 

Questa congiuntura unita al recente crollo in borsa del 25% del proprio valore a causa di risultati aziendali molto sotto le attese, hanno contribuito ad un crescendo di preoccupazione da parte di mercati e proprietà. L’anno scorso Facebook si è ridenominata Meta, riorganizzandosi anche a livello interno e tracciando una direzione per il futuro molto chiara. 

L’azienda punta tutto sul Metaverso che a detta di tutti gli addetti ai lavori ed investitori è il futuro dell’interazione e di conseguenza del marketing. 

Questo progetto però nonostante gli ingenti investimenti ed i progressi, è ancora in uno stato acerbo e non pronto a inglobare la sete di modernità delle giovani generazioni. 

Da una parte Meta che cerca di rivoluzionarsi ma che ancora non decolla e dall’altra la necessità di migliorare conti e di attrarre utenti, mettono Facebook nel classico stallo alla messicana dei film western in cui qualsiasi mossa potrebbe essere sbagliata e ci si impantana in una perdita di tempo. 

Facebook metaverso
Facebook sta puntando al metaverso

Facebook in crisi: i problemi tecnico-legali

Di recente Facebook ha fatto capire che dovrà effettuare delle scelte. Nello spettro delle ipotesi al vaglio dei soci c’è anche la chiusura parziale (Europa) o totale del social per concentrare le energie su metaverso e acquisizioni. 

Queste ipotesi tuttavia sono legate a stretto filo alle difficoltà dell’azienda per lo scambio di dati dall’America al vecchio continente e viceversa. 

A complicare la situazione è il discorso privacy che sembra essere un problema ostativo per Zuckerberg. 

I quasi tre miliardi di utenti infatti calano di giorno in giorno e sempre più utenti non sono attivi e non sono quindi potenziali clienti di pubblicità. Questo sta avvenendo anche a causa di disservizi crescenti e violazioni di dati da parte della casa madre. 

L’impasse è dovuta alla rimozione dell’Identifier for Advertisers (IDFA) e l’introduzione dell’App Tracking Transparency da parte di Apple. 

Gli utenti di iPhone ora dovranno esplicitamente dare il proprio consenso rendendo più complicati gli accessi e la fruizione e insinuando il dubbio nelle persone. 

A seguito di questa mossa il marketing di Facebook ha subito un tracollo ed ora bisogna reagire ma non sarà facile. 

Solo dalle pubblicità si stima che il colosso quest’anno perderà 10 miliardi per mancati introiti. 

La soluzione 

La strada maestra per ovviare al problema segue due piani che devono procedere all’unisono. 

Il primo prevede una serie di acquisizioni mirate volte ad allargare la platea ad un pubblico più giovane così da differenziare e attrarre nuovi investimenti così come fatto con Instagram e WhatsApp negli anni. 

La seconda prevede uno sviluppo ingente del metaverso così da essere il social di riferimento per questo. 

Anche in questo campo la concorrenza c’è, ma nessuno primeggia sugli altri, e ciò fa ben sperare Zuck e compagni.

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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