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Telegram bannato in Brasile

Telegram è stato bannato in Brasile. La censura è scattata per colpa della stessa app di messaggistica e il CEO Pavel Durov si è assunto le sue responsabilità in un messaggio alla community. 

Telegram bannato in Brasile, cosa è successo

La notizia è arrivata lo scorso venerdì 18 marzo direttamente dal CEO Pavel Durov sul suo canale ufficiale. 

In un lungo messaggio Durov ha spiegato che Telegram ha avuto dei problemi legali in Brasile ed era in corso uno scambio di comunicazioni con la Corte Suprema brasiliana, ma una di queste mail è rimasta inevasa. La mancata risposta ha portato la Corte a emettere un ban contro l’app. 

Questi i fatti secondo Durov: 

“Sembra che abbiamo avuto un problema con le e-mail che passavano tra i nostri indirizzi aziendali di telegram.org e la Corte Suprema brasiliana. Come risultato di questa cattiva comunicazione, la Corte ha deciso di bandire Telegram per non aver risposto.     

A nome del nostro team, mi scuso con la Corte Suprema brasiliana per la nostra negligenza. Avremmo sicuramente potuto fare un lavoro migliore”.     

La Corte chiedeva a Telegram di rimuovere dei contenuti. Telegram aveva risposto di usare un’altra mail istituzionale, cosa che la Corte non ha fatto continuando ad utilizzare un indirizzo mail generico per rispondere di nuovo. Risultato: le ulteriori richieste della Corte non hanno trovato riscontro finché la Corte non ha deciso di reagire bloccando l’app. 

Telegram Brasile
Telegram è stato bloccato in Brasile a causa di un disguiro

Come uscire dall’impasse

Telegram ha trovato la comunicazione che era andata persa e sta adempiendo alla prescrizione. Ma Durov chiede ora al Tribunale di rivedere la sua decisione perché l’app è utilizzata da molti brasiliani per messaggiare con amici e familiari. 

Per evitare che la situazione si ripeta, Telegram nominerà un suo rappresentante in Brasile. 

Durov ha spiegato nel suo messaggio:

Le ultime 3 settimane sono state senza precedenti per il mondo e per Telegram. Il nostro team di moderazione dei contenuti è stato inondato di richieste da più parti. Tuttavia, sono certo che una volta stabilito un canale di comunicazione affidabile, saremo in grado di elaborare in modo efficiente le richieste di takedown per i canali pubblici che sono illegali in Brasile.

Il ban rimosso

Nella giornata di domenica il ban è stato rimosso. Come riporta il New York Times, Telegram si è adoperata celermente per fare quanto richiesto dal Tribunale, che voleva la rimozione di alcuni contenuti inerenti il presidente Bolsonaro.

Dopo questo adeguamento, la Corte ha convenuto di rimuovere il blocco.  

Telegram nella guerra Russia-Ucraina

La guerra tra Russia e Ucraina sta mettendo a dura prova anche i social network e le app come Telegram. Non è da escludere che la svista che ha portato alla perdita della mail dalla corte brasiliana sia dovuta anche ad un contesto di lavoro non certo facile visto gli avvenimenti internazionali.

Telegram infatti resta pienamente operativa in Russia e in Ucraina, ed è usata per comunicare da entrambi i fronti. Questo perché Pavel Durov non intende applicare forme di censura, allo stesso tempo però ha garantito la protezione degli utenti.

 È nella storia di Pavel Durov, russo ma di origine ucraina, il quale fondò il social network popolare in Russia, VKontakte, ma poi fu costretto a lasciarlo perché si rifiutò di collaborare con il governo che chiedeva i dati degli organizzatori del gruppo Euromaidan (le proteste pro Europa che agitarono l’Ucraina nel 2013).

Telegram porta avanti anche oggi questa mission, assumendo un ruolo neutrale che probabilmente non piacerà a tutti, ma che rientra nella coerenza del suo fondatore.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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