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JPMorgan: crollati i costi del mining di Bitcoin

Secondo JPMorgan Chase, il costo del mining di Bitcoin negli ultimi tempi si sarebbe quasi dimezzato. 

JPMorgan: nettamente ridotti i costi del mining

Stando a quanto rivelato da Bloomberg, in una recente nota aziendale un gruppo di strateghi di JPMorgan, guidati da Nikolaos Panigirtzoglou, ha affermato che i costi per minare 1 BTC sono scesi da circa 24.000$ ad inizio di giugno ai circa 13.000$ attuali. 

D’altronde ad inizio giugno il valore di mercato di 1 BTC era di oltre 31.000$, mentre ora è sceso sotto i 20.000$. Inoltre era già sceso da inizio maggio, quando valeva circa 40.000$. 

Pertanto in due mesi e mezzo il valore di mercato si è dimezzato, tanto da costringere i miner a spegnere le macchine meno efficienti, o quelle alimentate con energia a maggior costo, finendo per abbattere anche i costi di estrazione. 

Infatti si è ridotta anche l’hashrate, perchè dopo aver fatto registrare i nuovi massimi storici ad inizio giugno, è sceso del 32% da allora. 

La nota aggiunge che il calo della stima dei costi medi di estrazione si deve quasi interamente al calo del consumo di elettricità, come indicato dal cv Electricity Consumption Index. 

Va ricordato infatti che il consumo energetico di Bitcoin non si deve al suo protocollo, ma a decisioni arbitrarie dei miner. Il protocollo Bitcoin potrebbe funzionare anche con consumi molto inferiori a quelli attuali. 

Gli strateghi di JPMorgan presuppongono che la riduzione del consumo di elettricità da parte dei miner di Bitcoin sia coerente con gli sforzi degli stessi per proteggere la redditività della loro attività. Ciò non sarebbe frutto di un esodo di massa da parte dei miner meno efficienti,  ma dell’utilizzo di macchine più efficienti. 

Aggiungono anche che il costo di estrazione di BTC è percepito da alcuni attori dei mercati crypto come il limite inferiore della fascia di prezzo che Bitcoin potrebbe toccare durante il bear market, quindi questa riduzione potrebbe essere percepita come negativa per le prospettive future del prezzo di BTC. 

Tuttavia fanno anche notare che il calo dei costi di estrazione in realtà potenzialmente riduce le pressioni di vendita sui miner per aumentare la liquidità o per ridurre l’indebitamento. 

Già il mese scorso gli stessi strateghi di JPMorgan avevano ipotizzato che le vendite di BTC da parte dei miner minatori potrebbero influire negativamente sul prezzo di Bitcoin nel terzo trimestre, ma il dato diffuso ieri sembrerebbe indebolire questa ipotesi. 

In effetti anche altre fonti confermano il fatto che la profittabilità del mining di Bitcoin è scesa molto in basso a partire da metà giugno, facendo presumere che siano stati di fatto costretti a spegnere le macchine più inefficienti. La riduzione stimata della profittabilità del mining di Bitcoin dal picco di inizio giugno è superiore al 40%. 

Con il calo dei consumi elettrici è possibile che la profittabilità torni a salire nelle prossime settimane. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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