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Mt. Gox: quanti Bitcoin sono stati rubati nel più grande hack della storia?

Il più grande hack della storia delle criptovalute è quello occorso all’exchange Mt. Gox, a cui furono sottratti 850.000 Bitcoin.

La storia degli 850.000 Bitcoin rubati a Mt. Gox

Tra tutti gli episodi di hackeraggio verificatisi nella storia delle criptovalute, il più consistente di tutti fu sicuramente quello capitato all’exchange giapponese Mt.Gox, nel 2014, quando un episodio di violazioni ai suoi sistemi fu in grado di rubare l’intero patrimonio di Bitcoin custodito dalla società. 

Si tratta di 850.000 BTC (circa il 7% di tutti i Bitcoin in circolazione allora) sottratti a più riprese, per un controvalore all’epoca di 475 milioni di dollari. Ai prezzi attuali di mercato, ora il valore sarebbe superiore ai 18 miliardi di dollari.

Quell’episodio determinò il fallimento della società, che riuscì poi a recuperare circa 200.000 dei Bitcoin rubati, sui quali si è verificata una durissima battaglia legale da parte degli utenti, che avevano perso tutti i loro soldi versati nell’exchange. 

Nel luglio scorso sembra che finalmente la vicenda abbia portato ad una prima risoluzione che prevede un rimborso almeno parziale dei creditori dell’exchange fallito.

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Quello di Mt. Gox risulta essere ancora il più grande hack della storia delle crypto

Cos’è successo veramente ai Bitcoin di Mt. Gox

Difficile capire come sia avvenuto tecnicamente l’hackeraggio a Mt. Gox, che aveva già subito un primo attacco nel 2011. Quindi, come molti esperti di cybersecurity interpellati hanno affermato, era assolutamente prevedibile che i sistemi di sicurezza della società fossero violabili, perché presentavano qualche falla. 

Insider anonimi hanno riferito che il sistema di Mt.Gox mancava di funzionalità di base (e vitali) come il software di controllo della versione e, fino a pochi mesi prima della sua caduta, un ambiente di test.

Senza il controllo della versione, uno sviluppatore Mt. Gox avrebbe potuto anche accidentalmente modificare il codice di un altro. Non c’era una cronologia delle modifiche o un meccanismo affidabile per unire il codice o ripristinare una copia di lavoro nota. 

Poiché mancava un ambiente di test, Mt. Gox ha messo questo software in gran parte non testato di fronte al pubblico in generale. È del tutto evidente che hacker molto esperti abbiano potuto con una relativa facilità approfittare proprio di queste falle nella sicurezza per entrare nel sistema e sottrarre i fondi.

I prelievi di Bitcoin sarebbero avvenuti tramite un wallet.dat. Si tratta di un file che contiene dati vitali utilizzati dal portafoglio di criptovaluta sul tuo computer. Questo file include informazioni come le coppie di chiavi pubblica/privata per ciascuno degli indirizzi degli utenti, transazioni effettuate ed altre informazioni sensibili.

Gli hack più recenti nel mondo crypto

Ma i colpi effettuati dagli hacker sono innumerevoli e anche maggiori per quanto riguarda il valore (al momento del furto) di quello perpetrato ai danni dell’exchange giapponese. 

A cominciare da quelli più recenti subiti da Bitfinex o da Polygon, che rimane uno dei colpi più grossi dal punto di vista della quantità di fondi rubati.

A dicembre scorso un hacker ha portato via 801.601 MATIC, del valore di circa 650 milioni di dollari, prima che la vulnerabilità fosse risolta. 

Poche settimane fa l’FBI ha, invece, arrestato i due presunti autori di un altro clamoroso hack, con il quale i due avrebbero sottratto 120.000 BTC dall’exchange Bitfinex, avvenuto nel 2016. 

I due sarebbero stati traditi da alcune grosse transazioni in BTC effettuate da un portafoglio ad un altro, permettendo agli agenti federali di risalire agli autori probabili di uno dei più clamorosi furti commessi nel mondo delle criptovalute. 

In un certo senso, anche più grande dell’hack di Mt. Gox, è la perdita provocata da Coinckeck, avvenuta nel 2018. 

Nel 2017 Coincheck era considerato uno degli exchange con i più alti volumi di trading in crypto di tutta l’Asia. Poi, a gennaio 2018, la società ha annunciato di aver perso 534 milioni di dollari in un furto da parte di un hack. 

Consistente anche il recente furto di oltre 200 milioni di dollari operato da un gruppo di hacker all’exchange KuCoin.

Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising. Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist. Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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