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Binance: il CEO Zhao denuncia atteggiamento ostile nei confronti dell’exchange

“Uno dei tanti punti di forza che i nostri dipendenti di Binance devono possedere è la pelle spessa. Dopotutto, questo settore è oggetto di molti sentimenti negativi (molti sono ingiustificati, ma in questo momento è la realtà). Negli ultimi mesi, la nostra pelle spessa è stata messa alla prova da un notevole aumento degli attacchi alla reputazione della nostra azienda. Questi provengono sia dai media che a porte chiuse negli incontri con i responsabili politici”. 

Così inizia il lungo post apparso sul blog aziendale dell’exchange Binance per denunciare la campagna di disinformazione in atto da tempo per screditare la società agli occhi di utenti ed investitori. 

Binance attaccata dalla disinformazione

A luglio la società ha querelato per diffamazione Bloomberg, che aveva definito l’exchange come uno schema Ponzi.

Secondo il CEO di Binance da tempo alcuni media e concorrenti starebbe agendo per screditare il nome della società in ogni modo, definendola in maniera sprezzante come una società in realtà controllata segretamente dal governo cinese, mentre come spiegato nel blog dopo l’espansione avuta negli ultimi anni, la maggior parte dei dipendenti sarebbe ormai europea ed americana.

Secondo Changpeng Zhao, alcune società concorrenti avrebbero creato ad hoc siti di informazione con il preciso obiettivo di colpire gli altri exchange, e in particolar modo proprio Binance, che è considerato ancora come il primo exchange al mondo.

“Siamo il più grande exchange di criptovalute e società Web3 del pianeta. Da ciò deriva una grande responsabilità e l’aspettativa di dover affrontare un ulteriore controllo. Tuttavia, è importante ricordare che il nostro settore è ancora agli inizi”

ribadisce con orgoglio la società nel post scritto dal ceo e fondatore Changpeng Zhao.

Nel post l’azienda spiega come il settore crypto abbia avuto un grandissimo sviluppo in Asia, soprattutto proprio in Cina, che ben presto si è resa conto delle grandi potenzialità delle criptovalute per contrastare soprattutto il dominio del dollaro sui mercati finanziari mondiali.

Ecco allora che anche le politiche di repressione del governo cinese, secondo Zhao, sarebbero solo di facciata

“Mentre il governo cinese ha mantenuto una posizione pubblica severa sulle criptovalute, silenziosamente, dietro le quinte, ha contribuito a rafforzare la nascente industria e ha sostenuto la sua crescita all’interno dei suoi confini. I migliori ingegneri e investitori curiosi di Web3 si sono riversati a Shanghai e Hong Kong”. 

Zhao ripercorre la sua personale storia di emigrante a soli 12 anni con i suoi genitori, dell’Università di Scienza e Tecnologia di Hefei, in Canada, non senza difficoltà considerando che Zhao racconta come passassero le notti intere per fare la fila alla ambasciata canadese. 

Ma questa esperienza è stata fondamentale per la sua maturazione e crescita sia personale che professionale. 

Proprio l’esplosione nel 2005 del settore tecnologico in Cina lo ha convinto a trasferirsi nuovamente in Cina, a Shangai, per aprire una start up tecnologica. 

A Shanghai ha comprato un appartamento, che poi ha rivenduto per investire il ricavato in Bitcoin e cominciare poi la sua avventura miliardaria con Binance.

“Due anni prima di Binance, ho fondato una società chiamata Bijie Tech, che fornisce piattaforme di scambio come servizio ad altri scambi. Abbiamo 30 clienti a bordo e gli affari andavano bene. Erano principalmente scambi di arte e oggetti come francobolli, figurine di baseball, ecc”

racconta Zhao.

Sfortunatamente, a marzo 2017, il governo cinese ha chiuso tutti questi exchange, ma da questa brutta esperienza è nata l’idea di Binance, lanciata il 4 settembre del 2017. 

Dopo il bando cinese Binance ha trasferito le sue operazioni all’estero, e la gran parte dei dipendenti si sono trasferiti, diventando l’azienda globale che è attualmente.

Uscita dalla Cina, Binance ha dovuto subire moltissime accuse da parte di enti regolatori di mezzo mondo di operare senza autorizzazione. 

Gran Bretagna e Giappone hanno vietato all’exchange di operare sul proprio territorio. 

Per questo motivo in questi ultimi mesi l’exchange cinese ha ottenuto autorizzazioni ad operare in diversi stati, tra cui Italia e Francia.

Zhao poi racconta la storia di Guangying Chen, che secondo alcuni siti media sarebbe il vero capo di Binance messo li dal governo cinese, mentre invece si tratta solo di un manager dell’azienda con cui Zhao collabora dal 2010.

“Binance non è mai stata costituita in Cina. Né operiamo culturalmente come un’azienda cinese. Abbiamo filiali in molti paesi, tra cui Francia, Spagna, Italia, Emirati Arabi Uniti e Bahrain (solo per citarne alcuni). Ma non abbiamo alcuna entità legale in Cina e non abbiamo piani per farlo. Credo che oggi sia fondamentale presentare questi fatti”

scrive Zhao nel post.

“Le mie preferite sono le notizie che fanno di tutto per sottolineare che sono un “CEO cinese canadese” o, ancora meglio, “nato in Cina, educato in Canada. Sono un cittadino canadese, punto”, 

conclude il post il CEO di Binance. 

Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising. Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist. Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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