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La SEC vuole proteggere i testimoni nella causa contro Ripple

La SEC ha fatto una richiesta al tribunale per secretare le testimonianze portate dai suoi legali nella causa contro Ripple, per proteggere le loro identità.

La SEC copre l’identità di alcune testimonianze a suo favore contro Ripple

Sembra davvero essere una storia senza fine quella della causa intentata ormai più di due anni fa dalla SEC a Ripple, con l’accusa che la società crittografica avrebbe venduto titoli senza avere l’autorizzazione. Dopo che Ripple nelle scorse settimane aveva segnato alcuni punti a suo favore, facendo propendere per una soluzione positiva di questa annosa questione.

La notizia più importante e che sembrava poter essere il colpo definitivo per concludere a suo favore la contesa, è stata la decisione del giudice Sarah Netburn, che si occupa della causa, di bocciare la mozione della SEC che pretendeva non fossero prese in considerazione alcune testimonianze favorevoli a Ripple. 

Una su tutte era quella di un ex dirigente della stessa SEC, che qualche anno fa aveva tenuto un discorso in cui aveva definito le criptovalute come non security, facendo così crollare tutto il castello di accuse costruito dalla SEC contro la società crypto. 

Ma l’autorità di vigilanza USA non sembra assolutamente voler mollare il colpo e le sta provando tutte per allungare i tempi del processo, facendolo sembrare un tentativo di ostruzionismo, come il tentativo operato a luglio di bloccare le testimonianze di 1700 detentori del token XRP, che volevano testimoniare a favore della società crittografica. Allo stesso modo ha cercato di rendere nulla la mozione presentata sempre da Ripple di avvalersi di una prova documentale video inerente la questione oggetto della causa. 

Malgrado la giudice Netburn abbia in entrambi i casi dato ragione ancora una volta a Ripple, la SEC continua a non darsi per vinta, ed ora ha presentato una nuova mozione per secretare le testimonianze a suo favore, in modo da proteggere l’identità dei testimoni stessi.

L’obiettivo della SEC, una visione a lungo termine per regolamentare il settore crypto

Secondo la SEC non secretare queste testimonianze potrebbe esporre i testimoni a molestie da parte dei tanti sostenitori di Ripple, ma al più questo è sembrato l’ennesimo tentativo di allungare a dismisura il processo in attesa che possa arrivare qualche novità o prova che possa rovesciare il corso del processo che a questo punto appare sempre più scontato possa essere favorevole a Ripple.

La storia della SEC contro Ripple non è il primo caso di un atteggiamento certo non favorevole della commissione che controlla la Borsa americana verso le criptovalute. Il suo Presidente, Gary Gensler, da tempo sostiene che le criptovalute sono da considerarsi come security o come commodity, a seconda del tipo di crypto.  

Bitcoin, ad esempio, sarebbe da considerarsi proprio una commodity, fattore dovuto alla sua natura. 

Per questo motivo, sempre Gensler, sostiene che il settore debba essere regolamentato e debba comunque sottostare alle regole adottate per qualsiasi altro tipo di titolo finanziario.

A tal proposito il fondatore di CryptoLaw, John Deaton, entrando nel merito della causa della SEC contro Ripple, ha sostenuto due giorni fa che l’autorità che regolamenta la borsa USA sbaglia nella sua causa proprio perché XRP non sarebbe una security, ma sarebbe, invece, da considerarsi una commodity, come per esempio Ethereum. 

La causa contro Grayscale, una continua lotta contro il mondo crypto

Gensler e la SEC devono anche subire una recente causa intentata da Grayscale, un fondo che da tempo avrebbe presentato senza successo, come un’altra ventina di emittenti, un progetto per un ETF spot su Bitcoin. La SEC rifiuta queste domande perché ritiene che questo tipo di prodotti su una valuta non regolamentata sarebbero troppo rischiosi per gli investitori.

D’altra parte quella tra Gensler e il mondo crypto rischia di diventare una vera e propria battaglia senza esclusione di colpi. Ad agosto una decina di investitori ha promosso una petizione su Internet, che ha raccolto migliaia di adesioni in poche ore, per chiedere appunto le dimissioni del presidente della SEC. La petizione farebbe riferimento anche ad un potenziale conflitto di interessi di Gensler, che sempre secondo il testo della petizione, avrebbe 100 milioni di dollari con alcune società finanziarie che da tempo conducono una loro personale battaglia contro il settore delle criptovalute e contro la loro assoluta mancanza di regolamentazione.

Ma la questione della regolamentazione del settore crypto è una questione molto delicata e sulla quale proprio il settore crittografico stesso da tempo richiede un intervento alle autorità, che, però, stenta a decollare, anche se in alcuni Paesi in questi ultimi mesi si sta assistendo ad alcune interessanti novità in tal senso, come nel caso della Corea del Sud.

La regolamentazione crypto nel mondo

In Corea del Sud presto si potrebbe avere un mercato perfettamente legittimo e regolato proprio per gli asset digitali alla stregua di quello tradizionale. L’amministrazione del Presidente Yoon Suk-yeol, che viene considerato da sempre come un sostenitore delle criptovalute, ha dichiarato all’inizio del 2022 che lavorerà per legalizzare le vendite di token di sicurezza e le offerte iniziali di monete (ICO). In campagna elettorale il Presidente aveva più volte parlato della necessità di sviluppare un mercato delle criptovalute e di approvare leggi ad hoc per regolamentarlo e renderlo quindi legale e sicuro.

L’annuncio, che è da leggere come una conseguenza di un clima cambiato verso il mondo crypto nel Paese, è arrivato nei giorni scorsi. Si tratta di una partnership tra la città coreana di Busan, con l’exchange di derivati di criptovalute FTX per creare una sorta di hub delle criptovalute e della blockchain nella città.

Anche il Giappone sarebbe a buon punto su una nuova regolamentazione crypto, mentre a Dubai da tempo è stato approvato dalla Virtual Assets Regulatory Authority (VARA), a marzo, una prima e precisa regolamentazione degli asset digitali in una città che sembra destinata a diventare sempre più un centro mondiale per gli asset crittografici.  

Il Parlamento europeo sempre a luglio ha finalmente approvato il MiCA, la nuova regolamentazione per il mercato degli asset digitali, che, però, dovrebbe ufficialmente entrare in vigore solo nel 2023. Mentre gli USA continuano a ritardare una precisa regolamentazione del settore, malgrado Biden abbia approvato un ordine esecutivo due mesi fa proprio per spingere il congresso a legiferare sul settore e spingere anche ad esplorare le possibili implicazioni e le possibilità di realizzare un progetto di un nuovo dollaro digitale.

Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising. Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist. Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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