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Ripple: la SEC può rendere difficile l’acquisto di un token, ma non uccidere un progetto

Oggi il valore di mercato di XRP, ovvero la criptovaluta di Ripple, è salito del 12% circa. 

Infatti, ieri il giudice Analisa Torres ha confermato le precedenti sentenze del giudice Sarah Netburn nel caso della SEC contro Ripple, ordinando nuovamente alla SEC stessa di produrre dei documenti che l’agenzia si rifiutava di produrre. 

Questa piccola parziale vittoria di Ripple ha gettato un po’ di ottimismo su XRP, che è tornato sopra gli 0,49$. 

Questo valore attuale è in linea con quello che XRP aveva prima dell’implosione dell’ecosistema Terra, a metà maggio, quindi a partire dalla seconda metà di giugno si tratta di un eccellente recupero, con un +50% nelle ultime due settimane. 

Pertanto in questo mese di settembre sul caso SEC contro Ripple si è accumulato diverso ottimismo a favore di Ripple, ed in particolare in merito al fatto che potrebbe essere difficile per la SEC dimostrare che XRP sia una security. 

La SEC cerca di far crollare il progetto Ripple

Ma estendendo l’analisi all’intero periodo intercorso tra l’avvio di questa causa, a fine 2020, ed oggi, il Deep Dive di Kaiko ha scoperto un’altra cosa molto interessante. 

In un lungo articolo pubblicato ieri viene mostrato come la SEC in questo tempo ha avuto la capacità di rendere più difficile per gli americani l’acquisto del token, ma non ha dimostrato di avere anche la capacità di uccidere il progetto. 

Il punto di partenza è proprio la questione riguardante la natura legale di alcune criptovalute come XRP, ovvero se effettivamente come sostiene il Presidente della US Securities and Exchange Commission (SEC) la maggior parte delle criptovalute siano da considerare security. 

In tal senso il caso di XRP è esemplificativo, perchè è ormai da quasi due anni che la causa va avanti senza però che si giunga alla conclusione che vada realmente considerata una security. 

In altri termini se in due anni la SEC non è riuscita a dimostrare davanti alla legge che lo sia, nonostante sia proprio la stessa SEC l’agenzia governativa americana che vigila sui mercati delle security, ciò sembra significare che la SEC non abbia il potere di distruggere un progetto come XRP. 

Il team di Kaiko fa notare che questo caso è davvero esemplificativo, soprattutto nella prospettiva che la SEC avvii iniziative simili anche contro un elevato numero di altri progetti crypto. 

Il fatto è che XRP sembra davvero a tutti gli effetti solo lo utility token dei servizi crypto offerti dalla società Ripple con i suoi vari strumenti. Tuttavia, molti possessori lo considerano a tutti gli effetti un investimento. Per questo motivo la SEC ha accusato Ripple di aver emesso sul mercato un’offerta di titoli non registrati da 1,3 miliardi di dollari. 

Se però in un primo momento la notizia della causa contro Ripple aveva fatto scendere in modo sensibile il prezzo di mercato di XRP, nel corso del tempo invece questo è salito, tanto che ormai ha quasi recuperato tutte le perdite accumulate da allora. Anzi, il prezzo attuale è più del doppio rispetto a quello che XRP aveva ad inizio novembre 2020. 

La causa infinita

Durante questo periodo le notizie in merito all’evoluzione del caso sono state al centro dei movimenti di prezzo di XRP, ed hanno condizionato in modo significativo anche il mercato dei derivati su questa criptovaluta. 

Kaiko afferma che ai trader piace ancora speculare su XRP, tanto che sembra ci sia un buon numero di trader che ha anche una buona comprensione del sistema legale statunitense, o che riesce a stare al passo con l’evoluzione di questo procedimento giudiziario. 

Gli effetti maggiori della causa della SEC contro Ripple si sono verificati però sui volumi di scambio di XRP. In particolare si sono ridotti del 95% quelli in USD, in stablecoin ed in BTC, mentre invece paradossalmente sono aumentati quelli in euro ed in peso messicano. Sebbene queste due coppie messe insieme ad agosto siano arrivate a pesare solamente il 10% dei volumi di scambio totali di XRP, la loro crescita è significativa. 

Kaiko afferma che in particolare XRP ha trovato una buona nicchia nei mercati dell’America Latina, grazie alla partnership di Ripple con Bitso, uno dei più grandi exchange della regione. 

Confrontando la liquidità di XRP sui mercati crypto con quella di altre criptovalute con capitalizzazioni di mercato simili, si nota che la liquidità in USD ed in stablecoin sul dollaro non è peggiore per XRP, come ci si potrebbe invece attendere a causa dell’incertezza normativa. 

Va, però, sottolineato che nel corso del mese di settembre è aumentata in modo significativo, così come sono aumentati anche i volumi di scambio sui mercati spot, e l’open interest sui mercati dei derivati, e questo farebbe presumere che i trader prevedano volatilità.

Alla luce di questa analisi il team di Kaiko giunge alla conclusione che la SEC fino ad ora sia stata in grado solamente di ostacolare il predominio del dollaro americano come principale coppia di scambio, consentendo ad altre valute di guadagnare quote di mercato. Questo vale non solo per XRP, ma anche per le altre criptovalute. 

Il volume in USD rimane dominante, ma aumenta quello in euro ed in peso messicano. Quindi concludono affermando che la SEC per ora non ha fatto altro che rendere un po’ più difficile per gli statunitensi l’acquisto di criptovalute. 

La cosa che spicca di più in tutto questo ragionamento è che la SEC ha avuto a disposizione moltissimo tempo per poter dimostrare che XRP vada considerata una security. Dato che si tratta proprio dell’agenzia governativa degli USA che vigila sul mercato delle security, è difficile immaginare che ciò non significhi nulla. 

Anzi, a questo punto le probabilità che la SEC fallisca nel suo tentativo di dimostrare che gran parte delle criptovalute vadano considerate security sembra essere piuttosto elevata. 

Perlomeno questo è ciò che sembrano pensare i mercati, dato l’interessante recupero del prezzo di XRP delle ultime settimane. 

Il prezzo di Ripple (XRP)

Va, tuttavia, ricordato che il prezzo attuale di XRP è ancora dell’85% inferiore rispetto al massimo storico di gennaio 2018, ed è anche inferiore a quello che aveva a fine 2020 prima dell’annuncio della causa della SEC, seppur di poco. 

Inoltre nel corso della bullrun del 2021 non è riuscito a tornare sui massimi storici, a differenza di quasi tutte le altre principali criptovalute, probabilmente proprio a causa dell’impatto sul suo valore di mercato del procedimento giudiziario in corso. 

A ciò bisogna aggiungere che la SEC accusa Ripple di aver venduto XRP come una security non registrata in passato, ovvero diversi anni fa. In altre parole XRP potrebbe non essere considerata a tutto tondo una security, ma il vero problema potrebbe esserci stato in passato legato specificatamente alle politiche commerciali della società. 

Visto che XRP – che inizialmente si chiamava Ripple come la società che l’ha creata – è una criptovaluta che non è stata affatto messa sul mercato in modo decentralizzato, qualora non si riuscisse a dimostrare che vada considerata una security dal punto di vista legale a maggior ragione potrebbe valere una logica simile anche per le criptovalute decentralizzate. Pertanto da questo punto di vista il rischio per le altre criptovalute sembra decisamente minore. 

Non bisogna tuttavia considerare chiusa la causa, o commettere l’errore di ritenere scontata una vittoria di Ripple. Semplicemente ad oggi sembra un po’ più probabile di quanto non sembrasse a fine 2020 una vittoria di Ripple, o perlomeno una sconfitta della SEC nel tentativo di dimostrare che XRP sia una commodity. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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