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Scontro tra FTX e CME per i derivati crypto

La più grande Borsa di derivati al mondo, il CME Group di Chicago, ha richiesto ufficialmente di diventare un Futures Commission Merchant (FCM). 

Lo riferisce il Wall Street Journal facendo notare che con questa mossa il CME eliminerebbe gli intermediari nel mercato dei future. 

Qualcosa di simile, per certi versi, lo aveva richiesto a maggio scorso anche il celebre exchange crypto FTX, quando presentò una domanda alla CFTC per diventare un’organizzazione di compensazione di derivati. 

In entrambi i casi, qualora le domande di CME e FTX fossero accolte le due società potrebbero emettere e vendere derivati direttamente, senza passare attraverso terze parti. 

FTX e CME hanno un obiettivo in comune

La cosa strana è che a maggio, quando FTX presentò la sua domanda, il presidente e CEO di CME Group, Terry Duffy, aveva fortemente criticato questa iniziativa. 

Disse esplicitamente non solo che la proposta di FTX era carente, ma soprattutto che poneva “rischi significativi per la stabilità del mercato e per i partecipanti al mercato”.

Infatti, secondo Duffy in questo modo FTX eliminerebbe i controlli standard del credito e distruggerebbe gli incentivi alla gestione del rischio, limitando i requisiti patrimoniali ed il rischio mutualizzato. 

Aggiunse: 

“la proposta di FTX non è altro che una misura di riduzione dei costi che andrebbero a scapito delle migliori pratiche di gestione del rischio, dell’integrità del mercato, della sicurezza dei clienti e, in definitiva, della stabilità finanziaria”.

Ora però, a quanto pare, CME Group sembra voler fare la stessa cosa, ovvero eliminare gli intermediari per ridurre i costi ed offrire al mercato derivati più economici, sebbene forse meno sicuri. 

Secondo Alexander Osipovich, autore dell’articolo del Wall Street Journal, la mossa del CME avrebbe letteralmente preso spunto da quella del rivale FTX. 

Il mercato dei derivati crypto ormai è decisamente fiorente, ed il CME è in assoluto la società di finanza tradizionale più attiva nel settore. 

Tuttavia i nuovi, o relativamente nuovi, exchange crypto sono in grado di raccogliere un pubblico maggiore di trader specificatamente interessati alle criptovalute ed ai loro derivati, quindi sono assolutamente in grado di fare concorrenza al colosso di Chicago in questo specifico settore. 

Ad esempio stando ai dati di Coinglass, in questo momento nella classifica delle piattaforme con open interest sui future di Bitcoin più elevato, CME starebbe solo al quinto posto, tallonato proprio da FTX. 

Quindi si tratta a tutti gli effetti di concorrenti diretti, per quanto riguarda il mercato dei derivati crypto, con CME che proviene dalla finanza tradizionale, mentre FTX proviene dal mondo crypto. 

CME e FTX vogliono rivoluzionare il mercato dei derivati crypto

Con le due proposte di cui sopra entrambi gli operatori vogliono avvantaggiarsi rispetto agli altri abbattendo i costi, ma con il rischio che i prodotti derivati da loro creati ed immessi sul mercato siano meno sicuri. 

Stando alle dichiarazioni di maggio di Duffy, FTX vorrebbe implementare un regime di compensazione leggera della gestione dei rischi, che potrebbe aumentarli in modo significativo, rimuovendo potenzialmente fino a 170 miliardi di dollari di capitale che può assorbire eventuali perdite. 

D’altro canto, secondo altri operatori del settore, la mossa del CME potrebbe dare il via ad una svolta importante per il settore FCM, generando preoccupazioni drammatiche ad ogni FCM attualmente esistente. 

Infatti il rischio è che gli operatori FCM specializzati vengano spazzati via dai colossi che si occupano di gestire direttamente le piattaforme di scambio. 

L’ipotesi che circola è che CME in realtà non vorrebbe dare il via a questa svolta, ma stia in qualche modo cercando di influenzare la decisione della CFTC in merito alla domanda di FTX. 

La CFTC non ha ancora preso alcuna decisione in merito, per nessuna delle due proposte, ed alla luce dello scenario che si potrebbe verificare qualora accettasse quella del CME si presume che potrebbe anche decidere di bocciarle entrambe. D’altra parte qualora accettasse quella di FTX sembra difficile che possa bocciare quella del CME. 

Si tratta pertanto di un scontro diretto che in teoria potrebbe anche causare danni all’intero comparto dei derivati crypto, e non solo, ma che di fatto costituisce una sorta di tentativo di rivoluzionare, o perlomeno fare evolvere, un settore in cui negli ultimi anni di grandi novità se ne sono viste poche. 

L’ingresso degli operatori crypto sul mercato dei derivati sta invece facendo cambiare diverse cose, prima di tutte la facilità di accesso dei piccoli speculatori retail a questo mercato un tempo dedicato specificatamente agli operatori professionali. 

Il fatto che il CME risulti solamente quinto per open interest nel settore dei derivati di Bitcoin la dice lunga su quanta importanza ormai abbiano assunto gli exchange crypto in questo specifico settore. 

Non va, inoltre, dimenticato che il principale operatore, Binance, ha avuto in passato diversi problemi proprio a causa dell’offerta di derivati alla clientela retail. 

Lo scontro tra la finanza tradizionale e quella crypto-based

Per quanto riguarda gli exchange crypto, si tratta di un settore ancora molto giovane, tanto che Binance ha solamente cinque anni. Invece, per quanto riguarda le borse tradizionali, ad esempio il CME (Chicago Mercantile Exchange) è nato addirittura nel 1898 come Borsa di prodotti agricoli senza scopo di lucro, ed è diventato il leader del mercato globale dei derivati circa sedici anni fa. 

Si scontrano pertanto non solo due generazioni completamente diverse, ma anche probabilmente due visioni differenti dei mercati finanziari. 

Da un lato c’è quella classica e professionale, mentre dall’altro c’è quella innovativa ed aperta a tutti. Sebbene i prodotti finanziari derivati possano anche essere pericolosi per chi non li sa gestire bene, i mercati crypto ormai stanno letteralmente spalancando le porte della finanza a tutti, compresi coloro che vogliono utilizzare strumenti avanzati che esistono solo sotto forma di derivati. 

La CFTC (Commodity Futures Trading Commission) fino ad ora ha mostrato una certa apertura nei confronti delle innovazioni crypto, ma non bisogna dimenticarsi che è un’agenzia governativa statunitense che probabilmente cerca di proteggere le infrastrutture finanziarie del Paese. Il CME rientra ormai a pieno titolo tra queste, mentre FTX è l’outsider che sta cercando di scardinare una situazione ormai da molto tempo consolidata. 

Visto però che tra le istituzioni permangono dubbi sul fatto che possa essere considerato eccessivamente rischioso aprire i mercati dei derivati a tutti gli speculatori retail, la CFTC questa volta potrebbe anche stare dalla parte del CME, nonostante invece nel corso degli ultimi anni si sia rivelata molto aperta nei confronti dei mercati crypto. 

La sua decisione a riguardo comunque potrebbe anche costituire una pietra miliare per il mercato dei derivati qualora decidesse di approvare entrambe le richieste. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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