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JP Morgan vede ancora rosso per il mercato azionario statunitense

Il bear market ci accompagnerà ancora per qualche tempo e questo era nell’aria almeno nella percezione del sentiment di molti analisti, ma che il bottom fosse ancora lontano forse era un’opinione meno diffusa. 

USA: secondo il CEO di JP Morgan il mercato azionario non ha concluso la sua discesa

Dopo più di un anno di mercato orso molto di quello che era prevedibile scontare in questo tipo di mercato sia lato azioni, che materie prime, che crypto (anche se questo è un mercato con dinamiche più giovani che potrebbe regalare sorprese) è stato già scontato ma le incognite ancora sul tavolo degli analisti lasciano credere che ci sia ancora margine per il peggio. 

Il baratro è ancora incerto secondo alcuni autorevoli investitori e addetti ai lavori. Di questa opinione è ad esempio Jamie Dimon, CEO di JP Morgan, una tra le più grandi banche d’affari del pianeta. 

Secondo la Dimon, il mercato americano ad esempio potrebbe dover scontare un ulteriore gap che la manager stima essere intorno al 20%.

La nefasta previsione suona molto male alle orecchie di quanti investitori istituzionali si stanno già muovendo per iniziare lentamente un piano di acquisti mirato a ricostruire i portafogli oramai sgonfi di piccoli e grandi fondi e che potrebbero aver fatto male i propri conti. 

Una perdita di un ulteriore 20% vorrebbe dire veder passare lo S&P 500 dai 3600 dollari circa attuali ai 2880 dollari, cosa che renderebbe molto complicata la vita di chi ha già iniziato la ricostruzione o quantomeno ad investire qualcosa. 

Sull’incertezza e a favore dell’ipotesi di JP Morgan vengono in aiuto alcune paure dell’essere umano non ancora sopite dall’ultima guerra mondiale, il pericolo di un escalation che coinvolga la Nato e soprattutto l’utilizzo di armi nucleari sia che esse siano tattiche o meno. 

Oltre a questo aspetto c’è da tenere conto che la recessione non ha ancora riversato i suoi effetti sull’economia reale americana e che il caro energia non sempre arrestarsi nonostante gli Stati Uniti e un po’ tutti i paesi del mondo si stiano organizzando per un’indipendenza energetica o un ampliamento della stessa. 

Il quadro generale di incertezza

La fase è cruciale e i mercati restano volatili anche se sia dall’occupazione che dall’inflazione giungono segnali rassicuranti che lasciano presagire che sarà una recessione molto più blanda delle aspettative almeno negli Stati Uniti d’America. 

Se questo è vero per gli States non sarà così per Europa e paesi in via di sviluppo che per colpa anche della difficoltà del reperimento delle materie prime e dovendo fronteggiare (almeno il vecchio continente) una guerra alle porte subiranno maggiormente la recessione in arrivo a grandi passi. 

In un mondo interconnesso figlio di un mercato globale, un’economia interna solida non è detto che non possa subire danni da ingerenze estere provenienti dall’Europa o dall’Asia che tuttavia ha le carte in regola per salvarsi da sola. 

Nella speranza che il bear market abbia vita breve la previsione del CEO di JP Morgan ci riporta con i piedi in terra e ci mette sulla buona strade per evitare azzardi (almeno per ora). 

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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