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SpaceX: Elon Musk continuerà a finanziare i servizi satellitari in Ucraina

La notizia arriva dopo che, nei giorni scorsi, Elon Musk aveva affermato che non sarebbe stato in grado di assicurare il servizio a tempo indeterminato a causa degli elevati costi per la sua azienda SpaceX. 

SpaceX, aveva spiegato l’imprenditore, spende quasi 20 milioni di dollari al mese per mantenere i servizi satellitari in Ucraina e ha speso circa 80 milioni di dollari per attivare e supportare Starlink nel territorio.

L’aiuto di Elon Musk all’Ucraina tramite SpaceX

In particolare, Starlink ricordiamo essere una costellazione di satelliti attualmente in costruzione dal produttore privato aerospaziale americano SpaceX per l’accesso a internet satellitare globale in banda larga a bassa latenza.

Nonostante le prime dichiarazioni, Musk ha fatto rapidamente marcia indietro dichiarando che avrebbe continuato a finanziare il servizio:

“Per essere precisi, sono stati inviati in Ucraina 25.300 terminali, ma, al momento, solo 10.630 stanno pagando il servizio”.

Starlink ha aiutato i civili e i militari ucraini a rimanere online in questi mesi. Il vice premier ucraino, Mykhailo Fedorov, la scorsa settimana ha affermato che i servizi di Starlink hanno aiutato a ripristinare le infrastrutture energetiche e di comunicazione in aree critiche.

I terminali hardware comprensivi di parabola, router e cavi di collegamento sono stati forniti da diverse nazioni (per esempio USA e Polonia) mentre il punto di maggiore impatto sarebbe legato però alla connessione vera e propria. 

Per questo SpaceX si sarebbe rivolta al Pentagono per avere un rimborso sui costi sostenuti e su quelli che dovrà ancora sostenere. Anche se i dati non sono del tutto chiari, sappiamo che, come hardware, complessivamente, sarebbero state consegnate circa 25 mila unità. Mentre, in generale, la spesa sarebbe intorno ai 120 milioni di dollari entro la fine del 2022 e con una stima di 400 milioni di dollari per tutto il 2023.

Il mantenimento dell’infrastruttura sia per quanto riguarda i satelliti veri e propri che la parte di sicurezza informatica, costerebbe a SpaceX circa 20 milioni di dollari al mese, come riportato da Musk. 

UE e USA valutano di finanziare Starlink, progetto firmato SpaceX di Elon Musk 

L’Unione Europea sta valutando la possibilità di finanziare il servizio Starlink, la rete satellitare di Elon Musk, in Ucraina. Lo riferisce il Financial Times citando tre funzionari a conoscenza della decisione.

Secondo Politico, anche il Pentagono sta valutando la possibilità di finanziare la rete che ha contribuito a ripristinare le comunicazioni nel Paese.

Gli USA attingerebbero al fondo creato per la fornitura a lungo termine a Kiev di armi ed equipaggiamento militare. Quanto all’Europa, il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis ha rivelato che i paesi dell’UE stanno discutendo se contribuire con fondi per garantire agli ucraini il loro accesso ai servizi Internet.

Anche se, Landsbergis ha suggerito che l’accesso a Internet dell’Ucraina non dovrebbe essere lasciato nelle mani di una singola persona con molto potere, perché potrebbe un giorno cambiare idea e dimostrarsi irremovibile.

L’argomento è entrato nella discussione della riunione dei 27 ministri degli Esteri dell’UE, secondo Landsbergis. Il capo della politica estera dell’UE, Josep Borrell, ha sollevato l’argomento, a cui si sono uniti anche altri Paesi, anche se non è ancora chiaro quali. 

Borrell conclude:

“Se succede nell’UE, è ancora meglio. Non vedo perché non potrebbe”.

La nuova app di Elon Musk: “X” 

Elon Musk si prepara a comprare di nuovo Twitter e a lanciare il famoso progetto della sua misteriosa super app. L’app è chiamata X ed è definita come “App di tutto”. 

All’intero dell’applicazione che Musk vorrebbe creare nei prossimi anni è possibile fare, infatti, tutto: chat, scambi di denaro, videogame, transazioni finanziarie, social network e altro ancora.

X è uno dei progetti più vecchi della lunga storia imprenditoriale di Elon Musk, una delle sue più incancellabili fissazioni. Nel 1999, quando aveva venduto la sua prima azienda a 22 milioni di dollari, aveva speso una fortuna per lanciare X.com.

X.com era una vera e propria banca online capace di avere in pochissimo tempo 100mila clienti. Il servizio era poi stato acquistato da Confinity, che all’epoca gestiva PayPal, poi a sua volta acquistato da Ebay. Un ciclo di acquisizioni che aveva portato nelle tasche di Musk oltre 180 milioni di dollari.

A prova della sua ossessione per l’app X, vediamo l’imprenditore, nel 2017, riacquistare proprio da PayPal il vecchio dominio X.com. E, dopo un primo tentativo di acquisto fallito di Twitter da parte di Musk, ora la vendita dovrebbe presto andare in porto.

Dunque, grazie al possibile all’acquisto di Twitter, Musk dovrebbe avere le basi per la sua app X, trasformandola in qualche anno in un’app social capace di comprendere al suo interno numerosi servizi.

Cosa progetta Musk per X

Avendo a che fare con un social network, questo nuovo servizio dovrebbe anzitutto avere una preponderante parte social, alimentata probabilmente anche da un qualche servizio di messaggistica istantanea. 

Tuttavia, le ipotesi su quanto la misteriosa app di Musk potrebbe contenere sono molteplici. Potrebbe esservi implementato un motore di ricerca, uno spazio per pubblicare contenuti, ma anche uno shop, un servizio di home banking o scambio online di denaro P2P.

In molti ipotizzano una sorta di concorrente di PayPal, un grande servizio finanziario online che offra al suo interno anche numerose altre funzioni.

Tuttavia, partendo dall’acquisizione di Twitter, si può pensare che il servizio, una volta nata la nuova app, possa realmente confluire all’interno. A quel punto, potrebbe cambiare nome e portare con sé le idee che da tempo Musk ha in mente per cambiare il social network.

Sappiamo che, nelle intenzioni, l’imprenditore vuole trasformare Twitter in un luogo dove regni quanto più libertà di parola possibile. Inoltre, vuole includere una lotta spietata a tutti i bot e gli account falsi che da tempo popolano la piattaforma e che, qualche mese fa, erano stati il principale motivo di contrasto nel primo tentativo di acquisizione.

Ad ogni modo, negli Stati Uniti, il concetto di everything app è da sempre al centro delle discussioni nel mondo tech. Si tratta di un modello di business molto popolare in Asia, ma che nel mondo occidentale non ha mai davvero attecchito.

Infatti, in Cina, servizi come Weibo e WeChat sono utilizzati da miliardi di persone che trovano, al loro interno, una vasta gamma di servizi. Si tratta di portali che funzionano da piattaforme principali per altri servizi più piccoli, delle mini-app apposite accessibili solo tramite quella principale.

Alessia Pannone
Alessia Pannone
Laureata in scienze della comunicazione e attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in editoria e scrittura. Scrittrice di articoli in ottica SEO, con cura per l’indicizzazione nei motori di ricerca, in totale o parziale autonomia.
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