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Kraken blocca i conti crypto di FTX

L’exchange californiano del mostro marino, Kraken, ha bloccato alcuni conti crypto su indicazione delle autorità poiché riconducibili ad FTX, Alameda Research ed ai dirigenti di queste.

Le autorità ordinano a Kraken il blocco dei conti crypto di FTX

Kraken come tutti gli altri exchange in questo periodo ha alzato il livello di guardia sia in termini di sicurezza che di coperture a bilancio a seguito dello spiacevole caso FTX. 

La piattaforma californiana del mostro marino, dopo alcuni giorni di collaborazione con le autorità ha provveduto, su richiesta di queste, a chiudere alcuni conti riconducibili ad FTX, Alameda Research e ai relativi dirigenti. 

Il tutto, è venuto a galla a seguito del rilevamento di un account sulla piattaforma che è stato utilizzato per effettuare trasferimenti non autorizzati su FTX.

Una volta rilevata l’operatività poco chiara sono partite le indagini che hanno permesso di circoscrivere il problema ed hanno permesso di chiudere gli account come sopra descritto. 

Domenica mattina, all’alba, il profilo Twitter ufficiale di Kraken ha spiegato chiaramente:

“Kraken ha parlato con le forze dell’ordine in merito a una manciata di conti di proprietà del gruppo fallito FTX, Alameda Research e dei loro dirigenti. Quei conti sono stati congelati per proteggere i loro creditori. Gli altri clienti Kraken non sono interessati. Kraken mantiene le riserve complete”. 

La specifica è stata doverosa per potersi smarcare da quanto era successo ad FTX e spiegare che il blocco del l’operatività, è stato solo e soltanto relativo ai conti riconducibili ad FTX. 

La piattaforma dell’ormai ricercato Sam Bankman-Fried, ha presentato istanza di fallimento per il chapter 11 venerdì scorso e John Ray, è stato nominato nuovo amministratore delegato di FTX Group dopo le dimissioni di Sam Bankman-Fried e la sua fuga. 

Gli hacker scendono in campo 

A quanto pare sono stati riscontrati dei movimenti anomali con uno schema molto simili a quello utilizzato da un hacker già noto agli addetti ai lavori ed alle autorità. 

Jhon Ray, nuovo CEO della società ed architetto della sua ristrutturazione, grazie alla sua esperienza e una serie di indagini interne, ha potuto appurare che i movimenti anomali ci sono stati ed è proprio lo schema criminale utilizzato da un determinato hacker già noto alle forze dell’ordine.

Le somme sono state prelevate dai conti dell’exchange Kraken e spostati in un portafoglio già noto in passato per essere il beneficiario dei proventi criminali in criptovalute del noto hacker.

Il capo della sicurezza di Kraken, Nick Percoco, su Twitter ha lasciato capire che il cyber criminale è già noto alle autorità ed anche all’exchange stesso e che ovviamente non potrà fare il nome almeno per ora. 

Ryne Miller, consigliere generale di FTX, Alameda Research, sabato scorso, citando il CEO di FTX ha detto:

“Come ampiamente riportato, si è verificato un accesso non autorizzato a determinate risorse… Siamo stati in contatto e ci stiamo coordinando con le forze dell’ordine e le autorità di regolamentazione competenti”. 

Le indagini sono in stato avanzato ed alcuni Insider rassicurano che le autorità sono prossime a consegnare il criminale dietro ai fatti alle autorità per un giusto processo. 

Miller, dopo quanto accaduto ad FTX, in un’ottica di prevenzione e al fine di migliorare ulteriormente l’affidabilità di Kraken, ha aggiunto quanto segue:

“A seguito della dichiarazione di fallimento del Capitolo 11 – FTX US e FTX.com hanno avviato misure precauzionali per spostare tutte le risorse digitali in cold storage. Il processo è stato accelerato questa sera, per mitigare i danni dopo aver osservato transazioni non autorizzate”.

È in atto una corsa a mettere al sicuro i conti (da tutti dichiarati già a posto) da parte di tutti gli exchange che, visto l’entità dell’effetto domino scatenato da Kraken, intendono essere pronti a eventuali problemi e dimostrare che il proprio modello di business è solido e serio. 

Il caso FTX ha danneggiato non solo il mondo degli exchange ma anche le criptovalute stesse che in questi giorni di fuoco hanno perso molto terreno con buona pace di chi già gridava al bull market e al fatto che i minimi fossero già stati toccati. 

Molte piattaforme così come annunciato da CZ in persona per il colosso Binance stanno adottando la Proof of Reserve proprio a questo fine. 

La Proof of Reserve, è quel modus operandi che obbliga chi sceglie di applicarlo ad accantonare ogni volta una parte di quanto depositato dagli utenti sui portafogli on line, la pratica è necessaria per poter far fronte, ad esempio, proprio ad ondate massicce di prelievi come quella a cui è andato in corso FTX di recente e che ha portato al suo fallimento. 

Nel frattempo l’ex CEO di FTX Sam Bankman-Fried è ricercato con un mandato di arresto internazionale per i crimini commessi alla guida della piattaforma di scambio di valute digitali.

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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