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Coinbase presenta la domanda di sostegno a Ripple nel caso SEC

Coinbase si affianca di nuovo a Ripple nella causa contro la SEC, ricevendo l’approvazione dal giudice federale. 

Il Tweet che riporta la notizia è di oggi stesso, firmato Watcher.Guru, in cui si legge: 

“Il giudice federale accoglie la richiesta di Coinbase di presentare una domanda di sostegno a Ripple nel caso SEC”. 

Buone notizie dunque per Ripple, a cui Coinbase dà nuovamente il suo sostegno nel caso SEC. Nonostante il valore in calo di XRP, sceso dell’1% per cui l’alticoin è a circa 0,4565 dollari, pur registrando un aumento negli ultimi 30 giorni dello 0,5%, Coinbase con quest’ultima notizia rinnova la sua fiducia nella crypto. 

Infatti, il fatto che il giudice federale abbia accolto la richiesta di Coinbase per la domanda di sostegno, e che Coinbase avesse già presentato una memoria legale in favore di Ripple, sono tutte notizie molto positive per XRP. 

In quanto, indicano che l’exchange potrebbe quotare nuovamente il token, in caso di esito positivo per Ripple. Inoltre, visti i diversi sviluppi positivi negli ultimi mesi per Ripple, sembra che abbia ottime possibilità di ottenere un accordo favorevole con la SEC.

SEC contro Ripple: ecco cosa era successo 

Dalle ultime notizie apprese e da quanto il CEO di Ripple, Brad Garlinghouse, già sosteneva, ci sarebbero ottime motivazioni per pensare che la lunga battaglia tra Ripple e la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti stia volgendo alla conclusione. 

Infatti, negli ultimi tempi, il token nativo di Ripple, XRP, ha registrato un’impennata grazie all’aumento delle speculazioni su una risoluzione positiva del caso prevista entro fine anno.

Ad ottobre Garlinghouse aveva dichiarato ai partecipanti alla conferenza DC Fintech Week che si aspettava che la causa si concludesse durante la prima metà del 2023, ammettendo tuttavia che sia difficile da stimare con esattezza.

Ma facciamo un passo indietro, cosa c’è all’origine della causa della SEC contro Ripple?

A quanto pare, l’azione dell’autorità di vigilanza statunitense è stata presentata inizialmente a dicembre 2020, accusando la società Ripple di aver condotto una vendita di titoli non registrata tramite il token XRP. 

La vicenda si è decisamente protratta a lungo. Garlinghouse ha dichiarato che si tratta di un caso emblematico per gli Stati Uniti e per l’intero settore delle criptovalute, aggiungendo che sarà completamente istruito e presentato al giudice entro metà novembre.

Garlinghouse, inoltre, aveva anche fatto riferimento al discorso del 2018 dell’ex direttore della divisione SEC, William Hinman, sul fatto che Ethereum non sia un titolo, riferendo che il giudice abbia ordinato alla SEC di consegnare i dettagli più volte. 

La prima vittoria per Ripple è arrivata lo scorso 29 settembre, in quanto la crypto si è vista consegnare una volta per tutte queste elusive trascrizioni.

L’amministratore della fintech aveva dichiarato che Ripple avrebbe preso in considerazione un accordo con la SEC, a condizione che XRP non venisse classificato come un titolo.

Non solo Coinbase, ecco tutti i sostenitori del caso Ripple contro SEC

Come già anticipato, la società di exchange Coinbase è stata tra le prime a sostenere Ripple nel caso SEC. Infatti, precedentemente alla domanda di sostegno, Coinbase aveva già presentato un “amicus brief” in favore di Ripple.

L’amicus brief presentato da Coinbase è, in sostanza, un documento legale fornito ad un tribunale, contenente una consulenza, o in alcuni casi possono essere anche delle informazioni relative a un caso, che viene redatto da parte di un’organizzazione o di un individuo che non è parte nella causa e agisce come “amico” del tribunale.

Tuttavia, Coinbase non ha difeso e difende Ripple solo perché tiene alla sua causa e ne sostiene le ragioni, ma soprattutto perché anche Coinbase ha perso molto denaro in riflesso alla causa. 

Infatti, da quando è iniziata la vicenda, il valore di mercato di XRP è drasticamente calato, e molti exchange hanno tolto Ripple dalla piattaforma, facendo perdere molto denaro ai clienti di Coinbase di conseguenza. 

Come la stessa Coinbase aveva spiegato, fin quando la SEC non si impegnerà nella regolamentazione per la criptovaluta, la difesa del fair notice è un tutore costituzionalmente richiesto contro azioni arbitrarie e sorprendenti di applicazione della criptovaluta. 

Infatti, in assenza di tali regolamenti, sostiene Coinbase, impedire che la difesa di Ripple venga ascoltata durante il processo non solo minerà la capacità di Ripple di avvalersi di una difesa offerta dai principi di base del giusto processo, ma non darà anche alla SEC alcun incentivo a impegnarsi nel lavoro di regolamentazione di cui l’industria delle criptovalute e i suoi clienti hanno bisogno.

A seguire Coinbase nella causa di Ripple, troviamo un vero e proprio esercito di sostenitori per la crypto. Infatti, tutti coloro che si sono schierati dalla parte di Ripple sono stati definiti “l’esercito XRP” o “l’esercito Ripple”.

Tra questi, troviamo la Blockchain Association, il gruppo di difesa per le criptovalute con sede negli Stati Uniti, che si è schierata a favore di Ripple Labs nella sua battaglia legale in corso contro la Securities and Exchange Commission. 

Nello specifico, la Blockchain Association sostiene che il caso potrebbe essere molto importante per il futuro dell’industria delle criptovalute.

La verità è che in molti credono che Ripple vincerà la causa e che il prezzo salirà alle stelle una volta battuta la Securities and Exchange Commission. In tutto questo tempo, grazie alla creazione di gruppi, chat e riunioni, attorno a Ripple si è creata una vera e propria community, che più di qualche volta è riuscita a controllare il prezzo del token. Dunque, pare che Ripple, insieme al suo coeso esercito di seguaci, potrebbe avere la meglio.

Alessia Pannone
Alessia Pannone
Laureata in scienze della comunicazione e attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in editoria e scrittura. Scrittrice di articoli in ottica SEO, con cura per l’indicizzazione nei motori di ricerca, in totale o parziale autonomia.
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