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Timidi segnali positivi dal mercato con le azioni di Beyond Meat, Meta, Tesla, Eni e Unicredit

Dopo più di un anno dall’inizio del bear market, le azioni delle società come Beyond Meat, Meta, Tesla, Eni e Unicredit hanno cercato di tenere botta al sentiment negativo e alla congiuntura macroeconomica con misure volte a rafforzare le basi per il futuro.

I primi timidi risultati si iniziano a vedere, ma i rischi non sono ancora finiti vediamo nel dettaglio le società che si sono distinte.

Analisi delle azioni di Beyond Meat, Meta, Tesla, Eni e Unicredit

Beyond Meat Inc (BYND) 

La società che si ripromette di sfamare il mondo a suon di carne vegetale e carne sintetica molto sponsorizzata negli ambienti green e dal movimento di Greta Thunberg dopo dei primi anni in controtendenza con il mercato un po’ come successo a Tesla è andata incontro ad una fisiologica battuta di arresto.

Il titolo segna i 15,54 dollari ad azione con un +0,32 dollari  (+2,10%).

La società così come già successo ad altre nell’ultima tornata di trimestrali non centra gli earnings riportando ricavi un po sotto le previsioni degli analisti così come per gli utili per azione.

Gli utili per azione, si fermano a -1,60 dollari contro i -1,13 dollari attesi dalle previsioni ma il dato che più risalta negativamente è quello sui ricavi che si discostano dalle attese per ben 30 milioni di dollari (attese a 114,27 milioni di dollari contro il dato di 82,5 milioni di dollari americani riscontrati).

Le azioni della società da inizio 2022 lasciano sul campo il 19% ma riescono comunque a fare meglio dell’indice di riferimento, il Nasdaq che ottiene un calo di circa il 33%.

Il bicchiere per Beyond Meat Inc è mezzo pieno anche per la sensazione degli analisti che abbia scontato tutto ciò che ci fosse da scontare e si possa ben sperare per i prossimi dati nonostante questa volta le previsioni non siano state rilasciate dagli addetti ai lavori.

Meta (META)

Le azioni del colosso di Zuckerberg toccano i 114,22 dollari con un apprezzamento di 1,20 dollari e una performance da +1,06% in recupero dall’abisso toccato a fine ottobre.

Gli ultimi earning soprattutto in un’ottica di entrate sotto le attese e un evidente crisi del tipo di business basato sulla pubblicità hanno imposto alla società una cura lacrime e sangue per ottemperare agli ingenti investimenti sul metaverso tanto criticati dagli azionisti e dal cda che però restano un pallino del fondatore.

Una delle misure adottate per mettere in sicurezza i conti è quella di attuare licenziamenti di massa per circa 11000 dipendenti e molte figure manageriali all’interno dei piani alti.

Questa mossa ha permesso insieme ad una riorganizzazione della linea di comando di godere di risparmi immediati e di rimettere in sesto un bilancio poco rassicurante dopo una pessima trimestrale.

Nel frattempo nuove beghe giungono dal vecchio continente, l’Antitrust Europea ha dato il via ad una contestazione formale nei confronti di Meta (Facebook, NASDAQ:META) sull’utilizzo dei dati degli utenti e per il servizio di annunci del social network sulla falsariga di una causa già intentata in Texas e in Sud America che ha visto la società costretta a risarcimenti milionari in entrambi i casi.

Sull’onda dell’entusiasmo segue anche un’indagine da parte dell’agenzia garante della concorrenza britannica che si sta accertando sulla stessa problematica in attesa di procedere a un’azione legale.

La Commissione Europea lascia intendere che quella mossa a Meta è un monito a tutti gli altri social e si è premurata di chiedere ai competitor di Facebook di rimuovere le informazioni riservate dalle loro comunicazioni all’autorità di regolamentazione.

Tempo qualche giorno e altre iniziative legali saranno mosse agli altri social almeno secondo quanto trapelato da alcuni insider.

Tesla (TSLA)

Musk vede quota 190,95 dollari per azione con un ottimo +2,56% oggi ma non sorride se si volta indietro.

Il titolo fa registrare un meno 14% nell’ultimo mese e la situazione peggiora se si alza lo sguardo all’ultimo semestre (-25%) o peggio ancora ai 12 mesi che vedono un calo del 38% del valore della casa dell’EV.

Gli azionisti di Tesla intanto sono sul piede di guerra dopo che il fondatore ha ottenuto opzioni di azioni per 56 miliardi di dollari.

La cifra spropositata concessa ad Elon Musk come amministratore delegato dal consiglio di amministrazione dopo i risultati sottotono di quest’anno se paragonati agli anni passati ha fatto storcere il naso ai fiduciari dell’azienda.

Quello che viene contestato è la mancanza di concentrazione del CEO sulla società dovendo dividersi oramai tra troppe società di portata mondiale e strategica.

Le contestazioni sono sfociate in una causa legale ed Elon Musk potrebbe testimoniare già in settimana interrogato sulla questione dal procuratore.

L’azione legale mossa dell’istrionico ingegnere è precedente agli eventi che hanno portato all’acquisizione di Twitter ma questa operazione dà credito agli azionisti e alle loro ragioni.

Intanto stanno circolando voci clamorose, Donald Trump sta per confermare ufficialmente la sua candidatura alle presidenziali americane e pare che come prossimo competitor non troverà Biden ma il vero cavallo su cui punta l’altro schieramento al posto di Biden sarà proprio Elon Musk, L’AD di Tesla continuerebbe la linea politica di Biden con un occhio al green e alla modernizzazione del paese e per molti sarebbe l’unico in grado di contrastare la leadership Trumpiana.

Nel frattempo Musk continua a fare cassa e dopo i 6,9 miliardi rientrati in agosto ha venduto altre azioni Tesla per un valore di 3,95 miliardi di dollari americani continuando l’ammortamento dell’investimento di 44 miliardi fatto su Twitter.

Eni (ENI)

Eni si gode il trend del caro energia con una ingente dote di liquidità nelle proprie casse ma chiude l’ultima sessione in sostanziale pareggio 14,34 euro.

In un’ottica di differenziazione degli approvvigionamenti energetici il paese già dall’ultimo anno del governo Draghi in concomitanza degli eventi bellici in europa dell’est si sta organizzando per il futuro.

La società di energia partecipata dallo stato italiano ha comunicato che il primo carico di gas naturale liquefatto (gnl) prodotto dai giacimenti in Mozambico è in viaggio verso l’Italia e sarà presto nei nostri porti.

Il carico fa parte di un progetto più ampio che prende il nome di Coral South, si tratta di un piano avviato con i partner dell’Area 4 del bacino di Rovuma (ExxonMobil, Cnpc, Galp, Kogas ed Eni) di cui il carico partito domenica 13 novembre direttamente dall’impianto Coral Sul Flng (Floating Liquefied Natural Gas) è solo un primo step.

L’invio di gas dall’africa in questo caso dal Mozambico fa parte del piano di tutela italiano dallo stop del gas russo dopo l’invasione dell’Ucraina.

Claudio Descalzi, AD di Eni, ha dichiarato:

“questo primo carico di Gnl dal progetto Coral South, e dal Mozambico, rappresenta un nuovo e importante passo nella strategia di Eni che fa leva sul gas come fonte in grado di contribuire significativamente alla sicurezza energetica europea, anche attraverso la crescente diversificazione delle forniture, supportando nel contempo una transizione energetica equa e sostenibile. Continueremo a lavorare con i nostri partner per assicurare una tempestiva valorizzazione delle vaste risorse di gas del Mozambico”. 

Coral South è partito a cinque anni dalla sua approvazione ed era stato studiato già prima degli eventi russi in Ucraina e nonostante la pandemia.

“Questo risultato è stato possibile grazie al particolare approccio per fasi e parallelizzato di Eni, a un’efficace pianificazione dell’esecuzione, al forte impegno di tutti i partner e al costante supporto del governo del Mozambico. Coral Sul Flng ha una capacità di liquefazione di gas pari a 3,4 milioni di tonnellate all’anno e produrrà Gnl dai 450 miliardi di metri cubi di gas del giacimento Coral”.

Unicredit (UCG)

Il titolo guadagna un timido 0,062% registrando un sostanziale pareggio a 12,88 euro per azione, premessa favorevole ad un trend di breve termine al rialzo.

Rispetto al FTSE Mid Italia All-Share, sovraperforma di uno 0.06% sulla giornata di borsa precedente dimostrando di avere più forza del mercato.

I volumi sono buoni e si fermano a 12.114.960 pezzi scambiati, meno della precedente sessione e meno anche della media settimanale, segnale questo di scarso interesse degli investitori che preferiscono il titolo ad altri cavalli da corsa e segnale di un possibile inizio di un periodo di volatilità scarsa.

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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