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Apple: probabile apertura dell’ecosistema a vantaggio di crypto e NFT

Apple potrebbe presto consentire agli utenti di installare app per iOS da fonti esterne, grazie alle nuove normative UE: in questo modo, il gigante tecnologico aprirebbe il suo ecosistema anche a vantaggio di crypto e NFT. 

Apple e l’installazione di nuove app esterne per aprirsi alle crypto e NFT

Secondo quanto riportato, Apple ha in previsione di consentire l’installazione di app per iOS da fonti esterne, grazie alle nuove normative UE. Se così fosse, gli sviluppatori potrebbero costruire app su NFT e ampliare la possibilità di effettuare pagamenti in crypto attraverso iPhone e iPad. 

“Una notizia nuova: Apple si sta preparando a consentire app store alternativi e il side-loading su iOS – insieme a una serie di altre modifiche per rendere l’iPhone più aperto – in risposta ai nuovi requisiti dell’Unione Europea in arrivo nel 2024.”

Nello specifico, Apple avrebbe deciso di aprire il suo ecosistema grazie al Digital Markets Act dell’Unione Europea, che richiede alle aziende tecnologiche di rispettare pienamente le restrizioni entro il 2024.

Le nuove modifiche del gigante tecnologico inizierebbero in Europa per poi ampliarsi su altri territori dove esistono normative simili. Non solo, il momento di introduzione di tali funzioni potranno arrivare insieme con l’aggiornamento software iOS 17, che dovrebbe essere lanciato il prossimo autunno in base al tipico calendario di rilascio annuale.

La possibilità di installazione di app di terze parti potrebbe coinvolgere anche l’inserimento di una infrastruttura di pagamento diversa dalla tradizionale di Apple. Ecco perché si scoprirà presto se anche le criptovalute potranno essere usate attraverso il gigante tech, una cosa che al momento risulta impensabile. 

Apple e l’attuale commissione del 30% sulle transazioni NFT

In realtà, Apple è dallo scorso settembre che ha introdotto la possibilità per gli sviluppatori di vendere i propri NFT tramite il suo App Store, all’interno di giochi e app. Tuttavia, lo stesso gigante tecnologico, ha costretto tali sviluppatori a pagargli una commissione del 30% su ogni transazioni NFT.  

Ecco perché si parla di ecosistema chiuso quando ci si riferisce ad Apple. Probabilmente, infatti, il colosso tecnologico ha voluto sperimentare il settore dei Non-Fungible Token, seppur mantenendo le sue rigide regole, a discapito di quello che Web3 e decentralizzazione insegnano. 

E infatti, molte startup hanno accusato Apple di approfittarsi della sua posizione dominante sul mercato, affermando che per loro era impossibile pagare tali commissioni solo per usare l’App Store. 

Dunque, per andare incontro ai suoi clienti sviluppatori, Apple ha ridotto poi la commissione al 15% solo per le aziende che fatturano sotto al milione di dollari. 

Certo, rimangono cifre esorbitanti se si pensa che il costo delle transazioni media si aggira intorno al 2% e 3% di commissioni. E infatti, sui dispositivi Apple, aziende come i marketplace di OpenSea e Magic Eden consentono agli utenti solo di sfogliare gli NFT, non di acquistarli o venderli attraverso l’app.

Anche Coinbase interrompe la sua funzionalità NFT sui dispositivi Apple

Ad ottobre, insieme al gruppo di startup che si rifiuta di pagare le commissioni su NFT di Apple, arriva anche Coinbase Wallet iOS che, in un aggiornamento dell’app, ha disabilitato la funzionalità NFT. 

Questo è successo proprio perché risulta impossibile soddisfare le richieste di Apple, persino da uno dei nomi più popolari del mondo crypto. 

E infatti, una delle soluzioni alternative per gli utenti di Coinbase Wallet iOS è spostare i loro NFT sui portafogli decentralizzati di MetaMask o Trust Wallet. 

In questo modo, Coinbase si allinea nuovamente a quello che è l’essenziale funzionamento degli NFT e della blockchain, allontanandosi dall’ecosistema chiuso di Apple. 

Le lamentele generali sulle politiche di Apple

La notizia delle commissioni del 30% di Apple ha suscitato un vero calderone tra i principali attori del mondo crypto e non, che hanno pubblicamente denunciato tale politica del gigante tech. 

E infatti, Dan Finlay, cofondatore di MetaMask, nonché ex dipendente di Apple, aveva twittato come segue:

“Oh, sarò assolutamente solidale con voi, suppongo che MM e tutti gli altri portafogli siano i prossimi. Sono pronto a scaricare l’ecosistema Apple. La tassa del 30% è un abuso di monopolio. @tim_cook ha indossato lo schermo del Grande Fratello”.

Non solo, anche Elon Musk, il nuovo proprietario di Twitter si è lamentato sul suo social network. Ecco il tweet:

“Sapevate che Apple applica una tassa segreta del 30% su tutto ciò che acquistate attraverso l’App Store?”

Musk ha di recente illustrato i suoi nuovi piani per fare business con Twitter, con l’obiettivo di far diventare il social network “un’app per tutto”, includendo anche le crypto. 

Stefania Stimolo
Stefania Stimolo
Laureata in Marketing e Comunicazione, Stefania è un’esploratrice di opportunità innovative. Partendo come Sales Assistant per e-commerce, nel 2016 inizia ad appassionarsi al mondo digitale autonomamente, inizialmente in ambito Network Marketing dove conosce e si appassiona dell’ideale di Bitcoin e tecnologia Blockchain diventandone una divulgatrice come copywriter e traduttrice per progetti ICO e blog, ed organizzando corsi conoscitivi.
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