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Kevin O’Leary accusa Binance del collasso di FTX

L’anchorman e imprenditore canadese Kevin O’Leary, alla presenza della Commissione del Senato per le banche, gli alloggi e gli affari urbani, ha accusato il più grande exchange al mondo, Binance, di essere stato determinante nel collasso di FTX e nei problemi generati a cascata su altre società nel mondo crypto aggiungendo anche che essendo quasi un monopolio, la piattaforma dovrebbe essere regolamentata in maniera più stringente. 

A riprova che più regolamentazioni portano a minor rischio il test ha citato la piattaforma di trading di derivati ​​di proprietà di FTX LedgerX (regolamentata dalla Commodity Futures Trading Commission) che secondo O’Leary è “l’unica entità che non è andata a zero dopo il crollo”. 

Anche Cynthia Lummis, senatrice, ha testimoniato all’udienza esprimendo che era tempo di:

“separare le risorse digitali dalle organizzazioni corrotte. FTX è una buona frode vecchio stile. Cattiva gestione, fallimento delle persone, controlli inadeguati è ciò che è sotto processo. Dobbiamo regolamentare questo business e aggiungere risorse digitali al nostro quadro finanziario esistente”.

Durante l’udienza “Crypto Crash: “Perché la bolla FTX è scoppiata e il danno ai consumatori” che ha visto testimoniare le persone di cui sopra è emerso anche che l’imprenditore canadese aveva investito ingenti somme a titolo personale in FTX. 

O’Leary ha dichiarato:

“Ho un’opinione, non i documenti. Uno ha messo fuori gioco l’altro, intenzionalmente. Binance, il più grande scambio di criptovalute al mondo, ha giocato un ruolo iniziale nel crollo del mega scambio FTX il mese scorso. Il CEO di Binance Changpeng “CZ” Zhao ha annunciato che avrebbe venduto le partecipazioni dell’exchange del token nativo di FTX, una mossa che ha innescato una crisi di liquidità. Giorni dopo, FTX ha presentato istanza di fallimento. Il fallimento dell’exchange ha distrutto il mercato delle criptovalute, comprese diverse società con un’esposizione al colosso”.

Binance e il suo ruolo nel collasso di FTX

Il Wall Street Journal mette a segno un nuovo colpo e riesce a mettere le mani su documenti dai quali risulta che Ryan Salame, Presidente di FTX, aveva portato a conoscenza delle autorità delle Bahamas che FTX utilizzava i fondi dei clienti per sistemare le perdite di Alameda Research.

Il 9 novembre scorso, il Direttore esecutivo della Securities Commission delle Bahamas, Christina Rolle, ha fatto richiesta per una indagine urgente al Commissario della Royal Bahamas Police Force. 

Il test aveva dichiarato a Rolle tra le altre cose, come tutto ciò sia stato possibile grazie alle informazioni in suo possesso:

“i beni dei clienti che potrebbero essere stati detenuti presso FTX Digital sono stati trasferiti ad Alameda Research e tali trasferimenti non erano consentiti e quindi potrebbero costituire appropriazione indebita, furto, frode o qualche altro crimine”.

Salame ha specificato che per trasferire le somme degli utenti da FTX ad Alameda servivano i codici e le password che erano in possesso di sole tre persone, il CEO Sam Bankman-Fried, il direttore dell’ingegneria Nishad Singh e il co-fondatore di FTX Gary Wang.

SBF, è stato arrestato nei giorni scorsi a seguito della richiesta di estradizione delle autorità americane.

Sam Bankman-Fried era atteso al banco dei testimoni per l’udienza di oggi ma aveva detto che non sarebbe stato presente seppure avesse dato disponibilità per l’udienza della Camera anche se credeva che avrebbero accolto le sue parole con delusione.

Una “mani pulite” all’americana

SBF aveva inviato donazioni a quasi tutti i candidati del partito democratico americano di Joe Biden (presidente compreso) per 46,5 milioni di dollari americani nei mesi precedenti il collasso della piattaforma di scambio. 

La notizia è stata data da OpenSecrets.org, un ente senza scopo di lucro che ha rivelato anche che le donazioni ponevano per numeri assoluti FTX come secondo finanziatore dei Dem Americani subito dietro al sempre presente George Soros.

La Casa Bianca nel frattempo non ha rilasciato dichiarazioni e si rifiuta di rilasciarne circa l’ipotesi di restituire i fondi percepiti da pratiche fraudolente a danno di milioni di americani che sarebbero servite per scopi non noti al momento.

Il governo ha scelto anche di lasciare liberi i funzionari coinvolti nella “mani pulite” Americana circa la decisione di restituire o meno le somme. 

Il segretario stampa della Casa Bianca Karine Jean-Pierre di è appellata alle disposizioni del Hatch Act del 1939 per non rilasciare dichiarazioni.

“Sono felice di dirlo [che] più e più volte, perché qui crediamo nello stato di diritto”

Il commento del funzionario all’intervistatore aggiungendo di chiedere   al Comitato nazionale democratico.

Lo Hatch Act del 1939 fu emanato sotto il presidente Franklin Delano Roosevelt, e tutela i dipendenti dell’esecutivo americano di rilasciare dichiarazioni di natura politica.

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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