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Le autorità delle Bahamas negano di aver chiesto all’exchange crypto FTX di emettere nuovi token

Meno di un mese fa era trapelata la notizia secondo cui le autorità governative delle Bahamas in collaborazione con l’ex CEO dell’exchange di crypto FTX, abbiano tentato di creare nuovi token dal valore di centinaia di milioni di dollari. 

La notizia ha ovviamente creato una disputa legale tra gli Stati Uniti e lo stato delle Bahamas. Da quanto è trapelato, le autorità delle Bahamas erano in contatto con Sam Bankman Fried con l’obiettivo di trasferire questi nuovi token sotto il controllo dei funzionari dell’isola. 

Oggi 3 gennaio, sono arrivate però le smentite da parte dell’isola delle Bahamas, che nega di essere stato in contatto con l’ex CEO di FTX e di non aver mai chiesto l’emissione di alcun token crittografico. 

Perché il crollo dell’exchange crypto FTX ha messo in crisi le Bahamas?

Nell’aprile del 2022 Sam Bankman Fried, insieme al suo team di dirigenti decide di trasferirsi nell’isola delle Bahamas e di trasformare l’isola caraibica nel suo quartier generale. Le promesse erano molte, una rivoluzione digitale delle finanze dell’isola, uno step futuristico che avrebbe cambiato l’isola radicalmente. 

Dunque, a questo punto le Bahamas non hanno fatto altro che assecondare le idee di quello che a primo impatto sembrava un genio del mondo digitale, investendo gran parte delle loro finanze sul mercato degli asset digitali, incentrando la loro strategia economica sulle criptovalute. 

Solamente sette mesi dopo la caduta di FTX, il fallimento di Sam Bankman Fried non ha segnato solamente la fine della sua azienda, ma una grande crisi per un Paese e per un popolo, le Bahamas.

L’impatto socio-economico è stato devastante per i cittadini, rimasti sconvolti dal crollo così immediato di una società che all’apparenza sembrava così importante. Si può dire senza giri di parole che FTX era diventata una parte integrante della comunità delle Bahamas, l’idea di una rivoluzione digitale che faceva gola a tutto il Paese.

Sam Bankman Fried e il suo team dirigenziale erano personaggi importanti nella comunità dell’isola, basti pensare che hanno speso circa 300 milioni di dollari in immobili alle Bahamas, che ovviamente al momento sono inutilizzati. 

L’azienda ha assunto moltissimi abitanti e cittadini dell’isola, convincendoli ad investire i propri risparmi proprio su FTX. Oggi il sogno di una rivoluzione digitale è svanito e l’isola ne sta pagando le conseguenze. 

Le Bahamas smentiscono la richiesta di emissione di nuovi FTT

Come già accennato all’inizio, le autorità delle Bahamas hanno severamente negato di essere stati in contatto con Sam Bankman Fried per fargli emettere nuovi token FTT e consegnarli ai funzionari dell’isola. L’indagine effettuata dagli Stati Uniti secondo la Securities Commission of The Bahamas (SCB) è stata ostacolata. 

Secondo una dichiarazione proprio della Securities Commission of The Bahamas (SCB) rilasciata qualche ora fa, le autorità dell’isola hanno dovuto correggere le inesattezze materiali dei debitori del Chapter 11, scritte dal CEO di FTX John J Ray III.  

La SCB ha sostenuto che tali dichiarazioni erano basate su informazioni incomplete e che i debitori non hanno fatto la dovuta diligenza chiedendo informazioni ai liquidatori provvisori congiunti. 

La situazione è molto delicata, le dichiarazioni del nuovo CEO di FTX, incaricato di risanare i debiti dell’azienda, non vanno di comune accordo con quelle delle autorità dell’isola delle Bahamas.

L’obiettivo di entrambi, però, è lo stesso, ovvero quello di risanare i debiti di FTX e risarcire la somma dovuta, o almeno una piccola parte a coloro che hanno perso denaro durante il collasso dell’exchange. 

Per il momento non si sa come si procederà riguardo le accuse all’isola delle Bahamas, le smentite delle autorità della SCB dovranno senza alcun dubbio essere seguite da prove concrete.

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