HomeCriptovalutePancakeSwap ha rimosso dalla circolazione $100 milioni in $CAKE

PancakeSwap ha rimosso dalla circolazione $100 milioni in $CAKE

Il famoso exchange decentralizzato (DEX) PancakeSwap ha dato il via al suo programma settimanale di burn all’inizio del 2023. Durante la quarta settimana dell’anno PancakeSwap ha effettuato il burn di ben 109 milioni di dollari del suo token nativo $CAKE.

Il programma di burn di PancakeSwap

L’obiettivo del DEX numero uno della BNB Chain è quello di combattere le pressioni inflazionistiche sul token. 

Per questo PancakeSwap, che domina da molto tempo sulla catena BNB, ha istituito il suo programma di burn. In totale a partire dal 2023, l’exchange decentralizzato (DEX) ha rimosso più o meno 28 milioni di token $CAKE, dato il valore attuale del token nativo, il prezzo convertito in dollari è di circa 109 milioni. 

Una cifra enorme che segna l’importanza della strategia antinflazionistica dell’exchange, seguita dal tracker di burn $CAKE, CryptEye

Dal primo gennaio, secondo CoinMarketCap, il prezzo del token nativo di PancakeSwap è aumentato di quasi il 23%, cavalcando il periodo di rilancio delle criptovalute. Ad oggi, il prezzo di PancakeSwap è di 4,1 dollari, ben lontano dal suo picco raggiunto di circa 42 dollari nel maggio del 2021. 

Ma come per altre criptovalute anche $CAKE ha passato il brutto momento del 2022, ed il prezzo del token è stato molto influenzato dalle recenti crisi del settore.  

La strategia dell’exchange decentralizzato però sembra davvero funzionare, non è ben chiaro se il burn continuerà, ma considerato i riscontri positivi, non possiamo non aspettarci altri burn settimanali.

Inoltre, di recente il protocollo decentralizzato sta aiutando molto la sua community di utenti. PancakeSwap sta aiutando a trarre il massimo dai loro asset crittografici facendo trading, guadagnando attraverso yield farming e anche tramite gli NFT.

PancakeSwap, anche grazie ai suoi volumi di scambio elevati, si conferma il DX leader sulla BNB Chain. 

I burn passati di $CAKE

Anche durante giugno dello scorso anno, l’exchange decentralizzato ha provato a dare il via ad un programma di burn, riuscendo ad eliminare circa 7 milioni di token CAKE, per un valore di 22 milioni di dollari. Il token si trovava molto al di sotto del suo prezzo odierno, quasi la metà. Per aumentare gli sforzi deflazionistici e tentare una risalita del prezzo dunque, PancakeSwap ha deciso di avviare il protocollo di burn. 

Avviando una procedura di burning, gli sviluppatori di PancakeSwap, hanno previsto una riduzione delle emissioni nette di $CAKE.

Così facendo si è reso il token nativo “neutrale” o deflazionistico. Addirittura la politica di burning di PancakeSwap, si trova nel whitepaper della società.  

Per intensificare ulteriormente i suoi sforzi deflazionistici, il 13 giugno PancakeSwap ha presentato una proposta per aumentare l’allocazione di riacquisti e bruciature allo 0,0575%.

Con un’allocazione allora pari allo 0,0500%, il Protocollo ha dichiarato che lo 0,0075% in più sarebbe stato prelevato dalla sua allocazione di tesoreria, riducendo così l’allocazione della commissione di negoziazione CAKE che entra nella tesoreria dallo 0,03% allo 0,0225%.

Si può chiaramente dedurre che PancakeSwap sia molto favorevole al burn delle criptovalute. La piattaforma di exchange decentralizzato è senza dubbio promotrice di questa soluzione “antinflazionistica”. 

Oggi sta svolgendo una strategia settimanale che prevede il burn del suo token nativo $CAKE, battendo ogni record personale sui token rimossi. Nel 2022, aveva già tentato lo stesso, con risultati più bassi e rendimenti ugualmente ridotti.

Anche nel 2021 aveva parlato di questa strategia, quando i suoi prezzi erano ai massimi storici, nell’evento definito dalla stessa piattaforma “The Big Burn”. 

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