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FMI contro la crypto delle Isole Marshall

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Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) starebbe esercitando pressioni sul governo delle Isole Marshall affinché abbandonino i progetti di adozione di una criptovaluta nazionale.

Una decisione, quella dell’arcipelago del Pacifico, che potrebbe avere reazioni a catena ben oltre i confini nazionali.

Il Sovereign

Era di marzo la notizia della possibile nascita di Sovereign (SOV), quella che avrebbe dovuto essere la criptomoneta nazionale delle Isole Marshall che era stata approvata attraverso il Sovereign Currency Act.

La differenza tra il SOV con le altre crypto sta nel fatto che i possessori avrebbero dovuto rivelare la propria identità, proprio per evitare possibili truffe o usi illegittimi della moneta.

Una strategia che, nata proprio per boicottare il riciclaggio di denaro, ha ottenuto invece l’effetto opposto ovvero quello di sollevare le ire del Fondo Monetario Internazionale che non ha perso tempo e ha lanciato i primi avvertimenti in un report di oltre 58 pagine dai toni a dir poco apocalittici, soprattutto in considerazione della bassa capitalizzazione del Sovereign e delle dimensioni minime dello stato che vorrebbe adottarlo.

Nella missiva fatta recapitare ai vertici dell’Esecutivo locale, infatti, l’agenzia con sede a Washington conferma, in caso di adozione della moneta virtuale, il taglio di ogni collaborazione con le banche dell’arcipelago, il che porterebbe al blocco dei servizi bancari per i circa 53.000 residenti delle isole.

Le paure del FMI

In realtà, quello delle isole Marshall è territorio autonomo USA dal 1979, ma continua a usare il dollaro statunitense che però, in caso di arrivo del Sovereign, non sarebbe più moneta ufficiale pur restando comunque accettata.

Un motivo più che valido per portare il FMI sul piede di guerra.

L’adozione di una moneta virtuale nazionale con obbligo di dichiarazione della propria identità, infatti, sarebbe il punto di incontro tra la comodità e la trasparenza offerta dal sistema cripto e la certezza della regolarità e della sicurezza data dall’identificazione del proprietario.

In altre parole, la combinazione perfetta che porterebbe la moneta fiat ad essere obsoleta e il FMI a perdere il proprio potere.

Insomma, il documento appare più un monito per tutte quelle nazioni, ben più grandi delle isole Marshall, che guardano alla possibilità di adottare un sistema di monete virtuali sicuro e che aspettano l’evolversi della situazione per capire come comportarsi in futuro.

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