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Uniswap: il dibattito sul voto “pesante” di a16z nella governance del DEX

L’ultima proposta messa al voto di Uniswap, ha scatenato un dibattito sulla sua governance sul social dei crypto-lovers Twitter. Anche Changpeng CZ Zhao, CEO di Binance, si è chiesto se il DEX sia controllato dal fondo di Venture Capital di a16z. 

“Uniswap controllata da a16z?”: la domanda di CZ su Twitter

La governance del DEX Uniswap è stata messa in discussione su Twitter, persino da Changpeng CZ Zhao, CEO di Binance. 

Questo suo interesse deriva proprio dal fatto che la nuova proposta messa al voto per l’exchange decentralizzato riguarda l’implementazione del protocollo di trading sulla catena BNB. Ecco, infatti, la domanda dubbiosa di CZ. 

“Uniswap controllata da a16z?”

In pratica, pare che il fondo di venture capital Andreessen Horowitz, o a16z, abbia deciso di schierare tutti i suoi 15 milioni di token UNI per votare contro l’attuale proposta. Ogni token nativo di Uniswap (UNI), funge infatti da token di governance e consente agli utenti di votare sulle proposte chiave del protocollo. 

a16z, per l’enorme quantità di UNI in suo possesso, risulta essere una balena influente non solo a livello economico, ma anche a livello di governance. 

Uniswap e gli schieramenti su Twitter in merito alla sua governance decentralizzata

Oltre CZ, anche altri account su Twitter si sono scatenati condividendo le loro preoccupazioni su una possibile centralizzazione della governance di Uniswap. 

Tra i tanti, il ricercatore DeFi Chris Blec ha voluto fare delle sue affermazioni abbastanza toste sulla proprietà del protocollo centralizzato: 

“Lo stesso. Forse non l’avete ancora capito, possessori di UNI. Lasciate che ve lo spieghi: a16z è proprietaria del protocollo Uniswap. Sono i PROPRIETARI CONTROLLANTI del protocollo. Loro decideranno l’aspetto delle future versioni di Uniswap. Loro controllano la tesoreria. È loro. Non la vostra. Capito?”

D’altro canto, DegenSpartan, invece, ha twittato sostenendo un’altra idea:

https://twitter.com/DegenSpartan/status/1622146806615527426

“non è un bug, ma una caratteristica. se volete più voti, comprate più monete”

Uniswap e il vero coinvolgimento di a16z sulla governance del DEX

La votazione per la proposta di Uniswap non si è conclusa, anzi, terminerà il 10 febbraio. Probabilmente le preoccupazioni sollevate da CZ in primis e poi da altri account, in realtà, potrebbero non essere fondate. 

E infatti, in termini di numeri, a16z possiede 15 milioni di UNI utilizzati contro la proposta, che però rappresentano circa il 2% dell’attuale offerta in circolazione di UNI, e l’1,5% dell’offerta totale. 

Questa sua influenza paragonata alla centralizzazione avrebbe senso se il suo voto rappresenterebbe il 51% e non, solo, il 2% del totale. Dunque, la centralizzazione di a16z è in realtà sopravvalutata. 

Non solo, da quello che è emerso, a16z non sembra essere contro l’effettiva distribuzione sulla BNB Chain, quanto piuttosto sui mezzi con cui tale distribuzione avviene. 

Infatti, mentre la proposta attuale suggerisce di utilizzare il ponte Wormhole, a16z aveva segnalato nella fase di verifica che avrebbe preferito utilizzare LayerZero, un protocollo bridge sostenuto dalla società di venture capital. 

In ogni modo, i voti di altre “balene” di governance in Uniswap da 5,76 milioni di UNI Robert Lesher di Compound Labs, i 4,92 milioni UNI di GFX Labs e i 3,5 milioni UNI di Blockchain del Michigan, sembrano aver già controbilanciato il “no” di a16z. 

Il sondaggio iniziale aveva dato come risultato un sì schiacciante

A fine gennaio, la community di Uniswap aveva votato su snapshot il sondaggio sulla presente proposta di portare il DEX su Binance Smart Chain. 

Il risultato era stato un sì schiacciante, di 80% favorevoli contro 20% contrari. Il sondaggio non era dunque la proposta vincolante come quella in atto che è votata dalla DAO di Uniswap, ma solo una sorta di sondaggio a cui avevano partecipato i possessori di UNI. 

Nello specifico, questa proposta iniziale era stata avanzata da 0xPlasma, che aveva chiesto di poter implementare Uniswap v3 su BNB Chain. Questo è successo perché nonostante tutte le libertà dei protocolli open-source come Ethereum, gli sviluppatori non possono creare un automatismo, ma è necessaria l’autorizzazione. 

Se la proposta attuale dovesse andare in porto, la pratica di creare una copia del protocollo di Uniswap su altre blockchain come BSC, compatibile con la Ethereum Virtual Machine (EVM), non dovrebbe essere complicato, in quanto non c’è bisogno di alcuna modifica. 

Uniswap e il secondo sondaggio prima della proposta ufficiale in corso

Qualche giorno dopo il primo sondaggio, Devin Walsh, il direttore esecutivo della Uniswap Foundation, aveva iniziato un secondo sondaggio ancora non vincolante come quello in corso, in merito al bridge da utilizzare per implementare Uniswap v3 su BSC chain. 

Le scelte proposte nel sondaggio sono state quattro bridge: Wormhole, LayerZero, deBridge e Celer. 

Proprio durante questo secondo sondaggio, si sono scatenate critiche al bridge LayerZero che è sostenuta da a16z, con le prime affermazioni di James Prestwich di Nomad che accusano il backdoor del bridge di consentire di aggirare i controlli di sicurezza per passare dati senza il permesso di nessuno. 

Una sorta di vulnerabilità critiche dei due smart contract Endpoint e UltraLightNodeV2 che potrebbe finire per lasciare che LayerZero sfrutti le applicazioni degli utenti passando messaggi arbitrari all’applicazione senza il sign-off di Relayer o Oracle.  

Ovviamente per smentire queste accuse pesanti, era già sceso in campo il co-founder di LayerZero, Bryan Pellegrino, che ha smentito l’esistenza di questa backdoor, affermando che il team non avrebbe dunque nascosto proprio niente. 

Pellegrino avrebbe spiegato anche che ogni applicazione ha la possibilità di selezionare solo le proprietà di sicurezza che intende utilizzare, in modo da impostare la configurazione così che nessuno possa mai fare ciò che Prestwich ipotizza. 

Probabile che tutto questo dibattito sia una strategia per screditare il bridge concorrente proprio durante il sondaggio e che lo stesso stia avvenendo ora proprio durante la votazione vincolante.

Stefania Stimolo
Stefania Stimolo
Laureata in Marketing e Comunicazione, Stefania è un’esploratrice di opportunità innovative. Partendo come Sales Assistant per e-commerce, nel 2016 inizia ad appassionarsi al mondo digitale autonomamente, inizialmente in ambito Network Marketing dove conosce e si appassiona dell’ideale di Bitcoin e tecnologia Blockchain diventandone una divulgatrice come copywriter e traduttrice per progetti ICO e blog, ed organizzando corsi conoscitivi.
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