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Trezor e l’aumento dell’utilizzo di hardware wallet crypto

L’analista di Trezor, Josef Tětek, di recente si è espresso sia su ciò che è accaduto negli ultimi giorni sui mercati finanziari, che sull’utilizzo degli hardware wallet crypto. 

Tětek ha affermato che gli eventi recenti come il crollo di Silvergate e della Silicon Valley Bank hanno dimostrato come il rischio di controparte nel sistema bancario sia un problema serio. L’aumento di questa percezione ha rafforzato anche la percezione del valore dell’autocustodia.

Trezor: gli hardware crypto wallet in soccorso del sistema finanziario tradizionale

Il fatto è che, come sostiene l’analista di Trezor, tali rischi legati al sistema bancario a volte sono ben nascosti, nonostante siano rischi seri. 

Fa notare, infatti, che in realtà le banche non detengono più nelle loro casse il denaro dei loro clienti depositari, ma lo prestano a terzi o lo utilizzano per acquistare attività volatili. 

Quindi nel caso in cui abbiano problemi ad incassare i pagamenti dei prestiti che erogano, o quando gli investimenti che fanno generano perdite, c’è il rischio che non siano più in grado di ridare indietro ai loro correntisti tutto il loro denaro.

Questa dinamica purtroppo è sconosciuta ai più, anche agli stessi correntisti che ignorano tali rischi quando depositano i loro soldi in banca. 

I depositanti, infatti, ormai sono a tutti gli effetti creditori inconsapevoli delle banche, con tutti gli inevitabili rischi connessi all’emissione di quei crediti sotto forma di depositi bancari. 

A questo punto Tětek aggiunge: 

“Comprensibilmente, le persone sono alla ricerca di alternative come bitcoin, che possono essere detenute in modo completamente indipendente da qualsiasi banca o istituzione. Solo lo scorso anno la quantità di indirizzi bitcoin che detengono più di 0,1 bitcoin – un buon proxy per bitcoin detenuto da persone normali in custodia personale – è aumentata del 25%, da 3,3 milioni a 4,1 milioni di indirizzi. Prevediamo che questa tendenza acceleri”.

Va ricordato che Bitcoin nacque proprio durante la crisi finanziaria del 2008, presumibilmente come risposta ad un sistema che di fatto salva gli irresponsabili e punisce i parsimoniosi. 

I parsimoniosi sono i clienti delle banche che depositano i loro risparmi sui conti bancari, ignari del fatto che possono perderli a causa di condotte scellerate delle banche. Gli irresponsabili sono i gestori delle banche che utilizzano i depositi dei loro clienti per iniziative rischiose come investimenti in asset non solidi. 

Secondo Tětek il recente salvataggio della Silicon Valley Bank rivela che in realtà da questo punto di vista nulla è cambiato, tanto che è proprio Bitcoin a fornire un modo per uscire da questo sistema.

Va detto che si è sempre ritenuto che fossero soprattutto le stablecoin un’alternativa a questo sistema, dato che il loro valore è lo stesso delle valute fiat ma possono essere auto-custodite, ma i recenti problemi di de-peg di USDC e DAI hanno portato alla luce il problema della mancanza di decentralizzazione. 

Infatti, una stablecoin che è costretta a detenere le sue riserve all’interno del sistema bancario risulta essere solamente un derivato crypto del denaro fiat, perfettamente integrato nel sistema bancario tradizionale. 

L’unico modo per poter evitare di doversi affidare al sistema bancario è Bitcoin in auto-custodia. 

Lo strumento in assoluto più usato per l’auto-custodia sul lungo periodo di quantità significative di BTC sono gli hardware wallet crypto. 

Secondo Tětek i recenti eventi calamitosi stanno rafforzando l’immagine di Bitcoin come unico progetto crypto veramente decentralizzato, con zero rischi di controparte se tenuto in wallet non-custodial. 

L’unico rischio in quel caso, dal punto di vista della sicurezza, è che il proprietario del wallet non lo custodisca correttamente, ma se non altro lo rende immune alle inadempienze altrui.

Ovviamente Tětek è di parte, e suggerisce l’utilizzo di hardware wallet crypto come Trezor, ma il suo ragionamento è condiviso anche da moltissimi altri analisti indipendenti.

Ha commentato: 

“Dopo il crollo di FTX, le persone hanno capito che non ci si deve fidare dei custodi nel settore crypto. Ora anche le banche regolari stanno crollando, il che porta alcune persone a cercare sicurezza in Bitcoin, che ha zero rischi di fallimento se tenuto in un wallet hardware.

L’attuale aumento del prezzo di Bitcoin – l’aumento più rapido di quest’anno – sembra essere un risultato diretto dell’apparente fragilità del sistema bancario. Quindi è possibile che Bitcoin emerga da questa crisi come un bene rifugio e privo di rischi”.

A tutto ciò però va aggiunto che esiste sempre un rischio finanziario implicito ad investire in Bitcoin, dato che nel corso del tempo il suo valore di mercato ha dimostrato una significativa volatilità. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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