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Fidelity Crypto apre al pubblico: permetterà il trading di Bitcoin ed Ethereum senza commissioni

Crypto news: Fidelity Crypto apre definitivamente al pubblico e fornisce l’accesso agli investimenti in Bitcoin ed Ethereum a decine di milioni di utenti. Il prodotto di Fidelity Digital Assets era precedentemente disponibile solo agli utenti iscritti a una lista d’attesa.

Fidelity Crypto apre l’accesso alle masse: i dettagli

Fidelity Crypto è adesso disponibile ai clienti nuovi e agli oltre 37 milioni di utenti retail dell’azienda e permetterà il trading di Bitcoin ed Ethereum senza commissioni sulla piattaforma.

Come anticipato, le transazioni Bitcoin ed Ether sull’app sono senza commissioni. Infatti, Fidelity Digital Assets raccoglierà uno spread non superiore all’1%. Fidelity Crypto è aperto a clienti nuovi ed esistenti: i nuovi clienti devono creare un account Fidelity Brokerage durante il processo di configurazione. 

Tuttavia, il servizio non è disponibile al momento in tutti gli stati. Bitcoin ed Ethereum sono le due risorse che gli utenti possono scambiare in questo momento, anche se i prelievi non sono ancora stati abilitati sulla piattaforma. 

Fidelity, che conta 37,1 milioni di conti al dettaglio in totale, ha agito prima della maggior parte dei suoi colleghi negli Stati Uniti nell’offrire criptovalute ai clienti al dettaglio. Il lancio completo è avvenuto nelle ultime settimane, secondo fonti a conoscenza della questione.

Il lancio ha coinciso con un ambiente normativo sempre più caldo negli Stati Uniti e il crollo di due dei maggiori partner bancari delle criptovalute, Silvergate e Signature Bank. Il gestore degli investimenti ha depositato  tre domande di marchio statunitense alla fine del 2022, le quali includevano la fornitura di servizi nel metaverso e in altri mondi virtuali.

Le domande di marchio di Fidelity Crypto

Come anticipato, Fidelity ha depositato tre domande di marchio negli Stati Uniti per fornire servizi nel metaverso e in altri mondi virtuali nel suo ultimo passo nel regno delle risorse digitali. 

Nello specifico, l’azienda vuole fornire i suoi servizi tradizionali in realtà alternative, secondo i documenti. Le applicazioni menzionano mercati NFT e NFT token, investimenti immobiliari virtuali, trading di criptovalute e servizi di investimento metaverse.  

Già ad ottobre, Fidelity Crypto ha dichiarato che stava pianificando altre 100 assunzioni di criptovalute per espandere il suo team di risorse digitali a 500. L’azienda ha aperto conti di trading di criptovalute al dettaglio senza commissioni a novembre dopo il primo annuncio una lista d’attesa.

Tuttavia, va sottolineato che l’azienda ha ricevuto qualche respingimento. Infatti, tre senatori statunitensi il mese scorso hanno chiesto di riconsiderare la decisione di consentire ai partecipanti al piano pensionistico di investire in Bitcoin, affermando che l’industria è diventata sempre più “volatile, tumultuosa e caotica”.

Aggiornamenti in merito a Signature Bank e alla normativa sulle crypto 

Come anticipato sopra, la mossa di Fidelity Crypto arriva in un momento molto delicato per il comparto blockchain e per il mercato in generale, dato il fallimento della Silicon Valley Bank e la chiusura di Silvergate e Signature Bank. 

Nello specifico, la Signature Bank, una banca crypto-friendly, sarebbe stata oggetto di indagini da parte di due enti governativi statunitensi prima del suo crollo. 

Secondo un articolo di Bloomberg pubblicato il 15 Marzo, che cita persone le quali hanno familiarità con la questione, gli investigatori del Dipartimento di Giustizia stavano esaminando se Signature avesse adottato misure adeguate per rilevare il potenziale riciclaggio di denaro da parte dei suoi clienti.

L’autorità di regolamentazione era particolarmente preoccupata di sapere se la banca stesse adottando misure preventive per monitorare le transazioni alla ricerca di “segni di criminalità” e per verificare adeguatamente i titolari dei conti.

Secondo due fonti anonime citate da Bloomberg, anche un’indagine separata della Securities and Exchange Commission stava controllando, seppur cautamente, la banca. Tuttavia, non sono stati forniti dettagli sulla natura dell’indagine della SEC.

Non è chiaro neanche quando siano iniziate le indagini e quale effetto abbiano avuto sulla recente decisione di chiusura della banca da parte delle autorità di regolamentazione dello Stato di New York.

Secondo quanto riferito, Signature e il suo personale non sono accusati di illeciti e le indagini potrebbero essere concluse senza che la SEC o il Dipartimento di Giustizia (DOJ) formulino accuse o intraprendano ulteriori azioni.

La notizia arriva in seguito di una class action intentata il 14 Marzo dagli azionisti di Signature contro la banca e i suoi ex dirigenti, per aver dichiarato di essere “finanziariamente forti” appena tre giorni prima della chiusura forzata.

Il 13 Marzo Barney Frank, ex membro del consiglio di amministrazione della Signature Bank, ha dichiarato che le autorità di regolamentazione volevano “inviare un messaggio anti-crypto molto forte”.

Frank ha aggiunto che la banca crypto-friendly è diventata il “poster boy”, dal momento che non c’era “alcuna insolvenza basata sui fondamentali”.

Alessia Pannone
Alessia Pannone
Laureata in scienze della comunicazione e attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in editoria e scrittura. Scrittrice di articoli in ottica SEO, con cura per l’indicizzazione nei motori di ricerca, in totale o parziale autonomia.
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