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Warren Buffett di nuovo contro il mondo crypto

Il mitico investitore Warren Buffett se l’è di nuovo presa contro il mondo crypto. 

Stavolta lo ha fatto durante un’intervista rilasciata al programma televisivo Squawk Box della CNBC. 

Ha affermato: 

“Bitcoin è un token per le scommesse e non ha alcun valore intrinseco. Ma ciò non impedisce alle persone di voler giocare alla roulette”. 

L’argomento della conversazione in quel momento erano proprio le scommesse finanziarie sui mercati, e Buffett ha voluto citare Bitcoin come esempio. 

Si riferiva in particolare alle persone che sono alla ricerca di soldi facili sui mercati finanziari, affermando però che l’impulso a partecipare a qualcosa che sembra poterli garantire è un istinto umano che è sempre stato presente. 

Ha ribadito di ritenere che Bitcoin non abbia alcun valore, paragonando gli investimenti in crypto al gioco alla roulette. 

Le scommesse crypto, secondo Warren Buffett 

Sul fatto che il mercato crypto sia popolato da orde di scommettitori che sono solamente alla ricerca di possibili soldi facili è difficile dare torto a Buffett. 

Però, sul fatto di mettere insieme Bitcoin e altcoin Buffett commette un errore. 

La stragrande maggioranza delle altcoin sono di fatto cloni di Bitcoin creati da qualcuno che le ha utilizzate per arricchirsi, ma per Bitcoin le cose stanno in maniera diversa. 

Quando nel 2009 Satoshi Nakamoto minò i primi 50 BTC il loro valore di mercato era zero, e lui continuò a minarli per quasi un anno e mezzo, insieme ad Hal Finney ed altri pionieri, senza che avessero mercato. 

Oltretutto, a fine 2010 scomparve, forse perché morto. Infatti, gli oltre 1,1 milioni di BTC da lui minati non sono stati mai utilizzati, quindi Satoshi sembra non aver mai monetizzato i suoi Bitcoin. 

Inoltre, nel 2008 la Fed aveva avviato la sua prima grande campagna di quantitative easing, continuando a creare dal nulla dollari e metterli sul mercato fino al 2014 inoltrato.

Non sembra un caso che proprio in quel 2011 in cui il bilancio della Fed passò da 2.300 a 2.900 miliardi di dollari il prezzo di Bitcoin ebbe il suo primo grande spike. 

Curiosamente poi a novembre del 2012 ci fu il primo halving di Bitcoin, ed il mese successivo la Fed tornò ad ampliare il suo bilancio, facendolo arrivare a 4.400 miliardi di dollari nel giro di un anno e mezzo. Il 2013 fu l’anno della prima grande bullrun crypto della storia. 

La posizione di Warren Buffett su Bitcoin e mercato crypto

Buffett commette un evidente errore non distinguendo Bitcoin dalle altre criptovalute. 

Già in passato lo aveva addirittura definito veleno per topi, salvo poi investire un miliardo di dollari nella maggior banca dell’America Latina per lo scambio di criptovalute. 

D’altronde, il concetto di investimento come scommessa lo aveva utilizzato anche per bollare Robinhood, facendo capire che non ce l’ha solo contro Bitcoin. 

Il fatto è che Buffett è abituato ad investire in aziende che producono ricchezza, mentre Bitcoin non è un’azienda e non produce ricchezza. 

È a tutti gli effetti un investitore, e non uno speculatore, ma i mercati finanziari in realtà sono popolati soprattutto da speculatori, con i veri investitori che sono una minoranza. 

Quindi, ciò che afferma riguardo Bitcoin ha lo stesso peso di ciò che afferma quando si scaglia contro gli speculatori che scommettono su titoli azionari speculativi come GameStop alla ricerca di guadagni rapidi ed eccezionali. 

Tuttavia, così come sui mercati tradizionali è pieno di speculatori le cui azioni offuscano quelle dei veri investitori, anche sul mercato di Bitcoin avviene qualcosa di simile. 

Non si può dire, invece, la stessa cosa dei mercati crypto in generale, dove in diversi casi c’è in effetti solo speculazione basata solamente su aspettative di grossi guadagni in breve tempo. 

I veri investitori in Bitcoin

Va ricordato che il classico speculatore è proprio colui che acquista per rivendere con profitto nel più breve tempo possibile, mentre, ad esempio, buona parte dei Bitcoin esistenti al mondo risultano essere fermi da anni. 

Su circa 19,3 milioni di BTC esistenti, ve ne sono 2,6 milioni che risultano essere fermi da più di dieci anni, e 5,4 milioni che sono fermi da almeno cinque anni, ovvero da prima della conclusione della penultima grande bull run.

Ve ne sono altri 4,5 milioni fermi da due a cinque anni, quindi in totale sono quasi 10 milioni quelli fermi da almeno due anni, ovvero da aprile 2021. 

Pertanto, meno della metà dei BTC esistenti sono stati movimentati negli ultimi due anni, facendo ben capire che anche sul mercato di Bitcoin di holder ce ne sono molti. 

Non si può dire certo la stessa cosa di tutte le altre criptovalute, non fosse altro per il fatto che ve ne sono ben poche che hanno più di cinque o addirittura dieci anni. 

L’equivoco di Warren Buffett

L’equivoco alla base del ragionamento di Warren Buffett è che Bitcoin possa essere considerato un asset simile alle azioni. 

Invece, Bitcoin è simile al dollaro, ovvero una moneta che di per sé non genera ricchezza.

Solo che, mentre il dollaro inevitabilmente perde valore nel corso del tempo, a causa, anche e soprattutto, dell’inevitabile politica monetaria espansiva della banca centrale che lo emette, Bitcoin non ha un emittente e non ha una politica monetaria espansiva, pertanto ha meno probabilità di perdere valore con il tempo. 

Buffett evidentemente considera la moneta solamente come un mezzo di scambio, e non come una riserva di valore, forse semplicemente perché è sempre stato abituato a monete che non possono fare altro che perdere di valore con il tempo. 

Per quanto se ne sa, non esiste alcuna valuta fiat al mondo che non perda valore reale nel tempo (ovvero potere d’acquisto), e per chi ha sempre e solo visto per decenni monete fiat che inevitabilmente perdono valore può essere molto difficile immaginare che possano esistere delle alternative. 

Queste alternative non sono le criptovalute, ma il Bitcoin. 

Certo, Bitcoin non produce ricchezza, ma perlomeno non perde di valore a causa delle politiche monetarie inevitabilmente espansive delle banche centrali. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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