HomeCriptovaluteLa mattanza degli exchange: Crypto.com potrebbe essere il prossimo obiettivo della SEC

La mattanza degli exchange: Crypto.com potrebbe essere il prossimo obiettivo della SEC

La SEC sembra aver dichiarato guerra alle criptovalute e in molti si chiedono chi potrebbe essere la prossima vittima: tutti gli occhi sono puntati verso Crypto.com.

Analizziamo insieme la situazione.

Crypto.com potrebbe essere il prossimo bersaglio della SEC

Nell’ultima settimana, la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti ha attaccato il mondo dei crypto exchange presentando delle cause civili contro Binance e Coinbase. 

La guerra della SEC contro le criptovalute è appena iniziata e il prossimo bersaglio dell’ente federale potrebbe essere Crypto.com

Dopo le vicende dell’ultima settimana, che hanno visto la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti presentare delle cause contro Binance e Coinbase, si specula su chi potrebbe essere il prossimo ad essere attaccato.

Voci di corridoio fanno pensare proprio a Crypto.com, noto exchange di criptovalute che opera in oltre 100 paesi del mondo, compreso il territorio USA.

Il motivo di tale supposizione è molto semplice: visto che l’agenzia federale ha accusato Binance e Coinbase di aver violato le leggi in materia di “vendita di titoli non registrati”, si pensa che la SEC adopererà la stessa strategia nei confronti della piattaforma gestita da Kris Marszalek.

In particolare molti dei “security token” che gli exchange citati a giudizio hanno offerto agli investitori statunitensi, sono presenti anche nei mercati di Crypto.com.

Tra questi rientro criptovalute ad alta capitalizzazione come ADA, BNB, BUSD, MATIC, SOL, SAND, AXS, MANA; COTI, e ATOM

Inoltre, Crypto.com presenta anche un token nativo, CRO, che ancora non è stato considerato “security” dalla SEC, ma è stato gestito dalla piattaforma in maniera analoga a quanto fatto da Binance con BNB

In molti dunque si aspettano che CRO e il suo rispettivo exchange vengano assediati presso una corte distrettuale USA da Gary Gensler, Presidente della SEC.

Ieri, lo stesso Gensler ha dichiarato pubblicamente  in un’intervista alla CNBC:

“Non abbiamo bisogno di altre valute digitali, abbiamo già valute digitali, e sono chiamate dollaro, euro e yen”.

Emerge dunque dalle parole del principale portavoce dell’ente federale, che c’è un profonda volontà di combattere tutte le criptovalute in USA, ad eccetto di Bitcoin ed Ethereum, che non sono mai state citate negli ultimi giorni.

La compliance normativa di Crypto.com potrebbe ostacolare la SEC?

L’asso nella manica di Crypto.com contro il bullismo della SEC è rappresentato senza dubbio dalla potenza relativa alla compliance normativa di cui gode l’exchange.

È risaputo infatti che la piattaforma di scambio crypto ha ricevuto negli ultimi anni diverse approvazioni da parte dei regolatori di tutto il mondo, dimostrando un impegno consistente nell’adeguazione normativa della propria attività.

Non è affatto facile livellare una struttura come quella di Crypto.com ad una moltitudine di discipline in termine di scambi di valute digitali tra diversi continenti.

Tuttavia, l’exchange ha speso molte risorse per riuscire nell’intento.

Esso presenta approvazioni regolatorie del proprio operato in Paesi come l’Italia, Sigapore, Argentina, Regno Unito, Brasile, Francia, Giappone, Canada, oltre a diverse certificazioni come il SOC 2 e l’ISO 22301.

Inoltre, Crypto.com ha sede legale a Singapore, distante sia in termini chilometrici che di giurisdizione regolamentare con Washington e i suoi vigilanti..

Ad ogni modo, nonostante l’illustre bacheca dei riconoscimenti a livello compliance e l’assenza di una fisicità negli Stati Uniti, rimane pur sempre un problema fondamentale:
Crypto.com ha offerto ai cittadini residenti in USA le stesse criptovalute che poche ore fa sono state citate dalla SEC come “security” e che necessitano dell’approvazione da parte dell’ente stesso.

L’exchange rischia così di essere fulminato dai regolatori statunitensi e di perdere un mercato che risulta fondamentale per il business della piattaforma.

Ad ogni modo, non è ancora chiaro se Gary Gensler e il suo team continueranno l’assedio ai crypto exchange o se la mossa pianificata prevedeva un attacco esclusivamente ai principali leader mondiali degli scambi in crypto.

D’altronde, Crypto.com è molto più piccolo rispetto a Binance e Coinbase e potrebbe essere fortunatamente snobbato dalla SEC, il cui scopo ultimo è quello di convincere i tribunali USA ad emettere pesanti sentenze  e distruggere l’industria nel Paese.

Focus sulla situazione finanziaria di Crypto.com

Come accennato, Crypto.com ha una portata finaziaria completamente diversa  da quella di Binance e Coinbase, con bilanci e quote di mercato decisamente più irrisorie.

Nella classifica di CoinMarketCap, l’exchange si posiziona al ranking #17 con un punteggio di affidabilità medio-basso, volumi di trading pari a solo 94 milioni di dollari nelle ultime 24 ore, poco più di 500 mercati e visite settimanali al sito web inferiori al milione di unità.

Si tratta di una realtà molto meno sviluppata rispetto ai leader mondiali degli scambi centralizzati in criptovalute, estremamente più presenti sul mercato in tutte le statistiche.

Il token CRO, a paragone con BNB capitalizza 20 volte meno e ricopre un ruolo del tutto marginale nel settore degli utility token

La criptovaluta ha avuto un periodo di splendore solamente durante la bull run del 2021, dove era acquistata dagli utenti della piattaforma principalmente per godere dei vantaggi sulle carte di credito.

Ora che questi vantaggi non ci sono più essendo stati eliminati dalla società, in particolare la diminuzione del cashback sulle spese, CRO ha perso di utilità e di adozione.

Nell’ambito finanziario, Crypto.com presenta un saldo di 2,53 miliardi di dollari (contando solo la blockchain di Ethereum), con una token allocation alquanto discutibiile.

Spicca all’occhio, infatti, che la memecoin SHIB abbia una quota del 17% sui portafogli dell’exchange, che rimane comunque una scelta degli investitori piuttosto che della dirigenza della piattaforma stessa.

Fonte: Nansen

Per il resto si stima che l’exchange custodisca anche 750 milioni di dollari in BTC che fanno salire il wallet dell’exchange a 3,28 miliardi di dollari, comunque molto più basso del colosso Binance che possiede asset per 58 miliardi di dollari.

Anche sul fronte DeFi, Crypto.com non sembra posizionarsi molto bene con la sua infrastruttura Cronos Chain.

La rete decentralizzata, infatti, è decima nella classifica delle chain con più TVL e sembra perdere sempre più quote di mercato con il passare del tempo.

Da aprile 2022, ovvero in poco più di un anno, la cronos chain ha perso circa il 90% dei capitali stanziati nei vari protocolli, dimostrando poco interesse da parte degli investitori.

cronos tvl
Fonte: DefiLlama
Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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