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Dopo il crash di FTX, la SEC ha intensificato la sua attività anti crypto in US

A seguito del fallimento dell’exchange FTX a novembre 2022, la SEC ha aumentato il numero di applicazioni anti crypto in US.

Sembra proprio che la commissione federale stia cercando di ripulire la propria reputazione dopo la figuraccia fatta per essersi lasciata scappare una frode da 8 miliardi di dollari.

Tutti i dettagli di seguito

La SEC ha aumentato il numero di attività di contrasto alle crypto in U.S. dopo il caso FTX

Dopo il crollo di FTX a novembre 2022, la SEC ha avuto un approccio più rigido nei confronti delle società a sfondo crypto in US.

A seguito di quello che si è configurato come uno dei crack finanziari più inaspettati della storia, l’ente federale cerca di riscattarsi aumentando i controlli nel settore crypto.

Le cause intentate contro Coinbase e Binance sono solo le ultime di una serie di azioni mirate a ristabilire ordine nel mercato.

In particolare il numero di applicazioni nei confronti di aziende crypto friendly, presentate presso i distretti federali USA, è salito vertiginosamente dal caso FTX.

Nel semestre precedente il crollo dell’exchange da 8 miliardi di dollari, la commissione per i titoli e gli scambi negli Stati Uniti ha infatti presentato solo 6 cause in questo contesto, contro le 19 registrate a inizio 2023.

Tuttavia, più che una reale necessità di controlli per operati illeciti, sembra che la SEC voglia solo ripulire la propria reputazione dall’evidente incapacità di proteggere gli investitori americani da frodi multimiliardarie.

D’altronde dalle recenti accuse dell’ente federale nei confronti di Binance e Coinbase non sono emersi dati che dimostrano l’insostenibilità o la pericolosità di tali business.

Piuttosto quello che è stato messo alla luce è la complessità della struttura aziendale che c’è dietro Binance e le sue diverse affiliate, che per forza di cose, dovevano pur proteggersi da rischi di imposizioni dei singoli governi e dagli enti di controllo.

Essendo, infatti, Binance una società che opera in tutto il mondo, in un settore ancora non regolamentato pienamente, è difficile gestire la baracca tramite una singola società, ma soprattutto potenzialmente deleterio.

Ad ogni modo, è palese che la SEC stia agendo in malefede e solo nel tentativo di risollevare la propria reputazione.

A tal proposito French Hill, membro della Camera dei Rappresentati per lo stato di Arkansas ha affermato recentemente in un evento a Washington che le repressioni anti crypto della commissione federale in U.S sono banalmente una mossa per “pararsi il culo”.

La SEC poteva schierarsi contro FTX a tempo debito e salvare il settore crypto in US

In molti ancora si chiedono perché la SEC si stia accanendo in maniera così corposa contro il settore crypto in US e non abbia mai indagato su FTX in passato. 

Se infatti la strategia operativa della Securities and Exchange Commission sia quella delle applicazioni formali, perchè non averne presentata nemmeno una nei confronti di quella che si è rivelata essere una frode da 8 miliardi di dollari?

Evitando il crash di FTX la commissione federale poteva non solo evitare perdite disastrose per una moltitudine di investitori statunitensi, ma anche salvare il settore crypto in U.S dalla brutta nomea che si è creata in seguito.

A tal proposito il CEO di Ripple, Brad Garlinghouse, crede che tutte le azioni di contrasto alle crypto effettuate da Gensler da inizio anno servono solo a mascherare la negligenza dell’agenzia nella disfatta di FTX.

Piuttosto che concentrare gli sforzi sulle indagini relative alla promozione della crypto scam EthereumMax da parte di Kim Kardashian negli annunci del Super Bowl, la SEC avrebbe potuto dedicarsi a problemi ben più seri.

Anche Changpeng Zhao, amministratore delegato di Binance ha espresso il proprio disappunto su Twitter per la mancanza di controlli dell’ente federale nei confronti di FTX.

Sulla figura criptica di Gary Gensler, Presidente esecutivo della SEC, circolano ipotesi relative al suo coinvolgimento nella truffa di FTX, avendo avuto alcuni punti in comune con Sam Bankman Fried ed il padre Caroline Ellison, ex CEO di Alameda Research.

In particolare, SBF si è laureato al M.I.T, proprio dove Gensler era “Former Professor”, sotto la supervisione di Glenn Ellison, padre di Caroline.

Ovviamente questo non basta per incolpare il trio di una collusione fraudolenta. Tuttavia, lascia comunque un pò di dubbi.

Inoltre, negli ultimi giorni è emerso che Gensler aveva fatto domanda come capo della compliance di Binance nel 2019, essendo stato poi scartato dal CZ.

La questione, così, si fa ancora più contorta e complessa, in un quadro di rapporti di lavoro ed amicizie che non possono coesistere con una attività così delicata come quella svolta dalla SEC.

Ci auguriamo che Gensler venga presto dimesso dal suo ruolo per essere rimpiazzato con qualcuno che non ha mai avuto precedenti con le società e i soggetti appena citati.

 Gensler paragona Binance a FTX

La ciliegina sulla torta di questa storia che ormai sta per cadere nel fantascientifico è il fatto che Gary Gensler, presidente della SEC abbia paragonato Binance, exchange leader nel mondo crypto, ad FTX.

Nel dettaglio il paragone è stato fatto per quello che riguarda la gestione degli asset dei clienti, che dovrebbero essere affidati a custodi qualificati piuttosto che a società controllate dal CEO di Binance.

Ci sono inoltre accuse Secondo cui Binance.US avrebbe violato le leggi sui titoli, manipolando il mercato e offrendo servizi di trading illegali ai clienti statunitensi dalla piattaforma internazionale.

Si parla inoltre di mescolamento di fondi dei clienti con gli asset personali del management di Binance, un po’ quello che è successo mesi fa con Alameda Research ed FTX.

In riferimento alle accuse, Gary Gensler ha citato quanto segue:

“I fondatori delle piattaforme stanno cercando di accumulare ricchezza per sé stessi e per i propri investitori attraverso organizzazioni collegate, hedge fund o addirittura… tradendo i propri clienti”.

Si tratta di parole pesanti che rischiano di generare sfiducia sui mercati da parte dei crypto investitori.

Qualora un giudice dovesse dar ragione all’exchange di CZ, demolendo le accuse di Gensler, queste parole potrebbero essere considerate diffamazione da parte dell’ente federale.

Non è affatto giusto che una commissione che ha come scopo ultimo quello di proteggere gli investitori, si permetta di utilizzare termini come “tradimento”,  prima ancora che un giudice emetta una sentenza.

Queste dichiarazione hanno ovviamente ripercussioni sui mercati e non devono essere trascurate.

Per quanto oscura sia la figura del capo della SEC, dietro le sue azioni potrebbero esserci anche tentativi di insider trading o di manipolazione.

Dopo tutte le rivelazioni sul passato di Gensler, purtroppo non ci si può più fidare.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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