HomeWikiCosa succederà alla fine del mining di BTC? Riflessioni escatologiche

Cosa succederà alla fine del mining di BTC? Riflessioni escatologiche

Bitcoin è stato creato con un limite. Non possono essere emessi oltre 21 milioni di BTC ed il premio per ogni blocco minato viene a decrescere nel tempo secondo un processo chiamato halving.

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Quanti sono i BTC che sono stati estratti sinora ? Circa oltre 17 milioni:

Tra l’altro questo tipo di stima non tiene conto che un certo numero di bitcoin, soprattutto quelli creati nelle fasi iniziali, è andato perso negli anni.

Chainalysis calcola che fra i 2,7 ed i 3,7 milioni di BTC sono andati persi, distrutti e non recuperabili. Questo rende il totale dei bitcoin tra i 17 e i 18 milioni al massimo, e quindi avremmo ancora solo circa 3,5 milioni di bitcoin minabili.

Chiaramente il fatto che la difficoltà del mining sia crescente farà sì che non si assisterà ad un’interruzione secca e decisa dell’attività di estrazione dei nuovi bitcoin, ma sarà un processo progressivo: la quantità estratta verrà a calare sino a quasi ad annullarsi, in un tempo che, comunque, potrebbe essere relativamente lungo decine di anni, anche se tutto dipende dalla crescita dell’hash power impiegato.

Cosa succederà a questo punto?

Una volta minato l’ultimo bitcoin la remunerazione per i minatori consisterà esclusivamente nelle commissioni derivanti dalla validazione delle transazioni che, comunque, diventeranno prevalenti man mano che si esauriranno i bitcoin.

Attualmente la fee media per transazione è molto bassa, essendo circa 5 centesimi, ma nel picco della bolla la più semplice transazione con tre conferme è venuta a costare anche  37 dollari.

Saranno le transazioni in futuro sufficienti a sostenere il mining?

Se dovessimo valutare con il metro di ora no, perchè le fee da transazione sono pari ad una cifra variabile fra i 100 ed i 150 mila dollari a livello globale, assolutamente non in grado di sostenere la moneta, ma risulta molto difficile fare previsioni per il futuro. In linea generale dovremmo considerare il combinarsi di diversi fattori, alcuni in contrasto fra di loro, quali:

  • la diffusione nell’uso di Bitcoin;
  • l’evoluzione della capacità di computazione, grossolanamente ed empiricamente indicate dalla Legge di Moore, che prevede il raddoppio della densità di transistor per coppia di anni;
  • la legge di Gresham che viene a rendere meno utilizzate le valute il cui valore è tendente alla rivalutazione, in quanto queste valute tendono ad essere mantenute come riserva;
  • la nascita di criptovalute succedanee/sostitutive che possono ridurne l’uso

Per fare dei riscontri pratici una rivalutazione di BTC successiva all’esaurimento della sua produzione viene da un lato ad aumentare il valore delle commissioni, dall’altro però, la legge di Gresham viene a contrastare la diffusione nell’uso pratico in caso di progressiva rivalutazione.

Nello stesso se una minore remunerazione potrebbe portare ad una concentrazione del mining, d’altro canto la progressiva crescita della capacità computazionale potrebbe riportare questa attività nelle capacità di tutti gli operatori, contrastando la spinta precedente.

Per concludere risulta difficile, allo stato attuale, cosa accadrà al mining quando la soglia dei 21 milioni di BTC sarà raggiunta, anche perchè potrebbero esservi delle mutazioni nel consensus tali da cambiare le regole del gioco.

Sicuramente man mano che ci avvicineremo alla fatidica soglia avremo le idee più chiare se si tenderà verso una centralizzazione, decentralizzazione o se il mining in generale sarà ancora conveniente.

Fabio Lugano
Fabio Lugano
Laureato con lode all'Università Commerciale Bocconi, Fabio è consulente aziendale e degli azionisti danneggiati delle Banche Venete. E' anche autore di Scenari Economici, e conferenziere ed analista di criptovalute dal 2016.
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