HomeCriptovaluteBitcoinBitMex: i bitcoin in stake su Lightning Network fanno guadagnare l’1%

BitMex: i bitcoin in stake su Lightning Network fanno guadagnare l’1%

Si può guadagnare con i bitcoin che vengono messi in stake per far funzionare un canale di pagamento su Lightning Network? La risposta è sì, almeno secondo una recente ricerca di BitMex, ma il guadagno è limitato.

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Il centro di ricerca del noto exchange ha compiuto una raccolta dati sui canali Lightning Network attivi ed ha effettuato anche delle sperimentazioni sulla gestione di un nodo, ottenendo dei risultati che si prestano ad una lettura bivalente.

Lightning Network ha bisogno, per svolgere la propria attività nell’invio e nel ricevimento di pagamenti, della presenza di fondi che permettono la “Inbound Capacity”, cioè la possibilità di ricevere fondi, e la “Outbound capacity”, cioè la possibilità di inviare fondi.

Nel primo caso i mezzi finanziari sono messi dai canali che si collegano per i pagamenti, mentre nel secondo caso i fondi sono messi a disposizione da chi apre il canale stesso, che li verrà a recuperare alla chiusura.

Si tratta di fondi investiti in modo totalmente sicuro, nel senso che non vi è rischio di investimento e gli stessi bitcoin messi inizialmente vengono recuperati alla fine dell’utilizzo del canale.

Il funzionamento di Lightning Network prevede il pagamento di una commissione, una fee, che può essere o proporzionale alla cifra inviata, o fissa. Purtroppo si parla sempre di cifre minime, a livello di decimali di percentuale, raramente si raggiunge l’1%.

In questo caso vi è un contrasto di interessi: il canale se è costoso non verrà utilizzato, se è poco costoso verrà utilizzato, ma il rendimento sarà, ovviamente, basso. BitMex ha compiuto una propria sperimentazione facendo variare le fee su un canale Lightning, per vedere questo trade-off fra prezzo e domanda, e quindi trarre delle conclusioni sulla commissione ottimale.

I risultati circa il numero di transazioni ed il costo sono stati i seguenti:

Il rapporto fra costo della commissione e numero di transazioni segue l’andamento classico di una curva di domanda, ma solo a partire dalla fee di 0,001%.

Ad un livello inferiore la correlazione inversa prezzo/domanda viene a cadere, ma, probabilmente, il numero di osservazioni non è stato sufficiente e pare azzardato parlare di Effetto bene di Veblen.

Dal punto di vista delle fee incassate la distribuzione è la seguente:

Utilizzando una fee compresa fra 0,0005% e 0,0015% si può incassare un rendimento sui bitcoin investiti pari quasi all’1%, facendo sì che questo range sia l’ottimale per quanto riguarda le fee da richiedere.

Ora la domanda potrebbe essere: questo livello di rendimento è adeguato per l’investitore? Consideriamo che, di per sé, lo staking all’interno di un canale Lightning è una attività completamente priva di rischio, al livello dell’investimento nei titoli di stato di entità sicure.

Nello stesso tempo però comporta l’investimento in bitcoin o in un’altra valuta virtuale, e questo genera dei rischi/opportunità piuttosto elevati rispetto al dollaro o all’euro o ad ogni altra valuta fiat.

Se potessimo congelare, o non considerare, il rischio di cambio stesso, oggi il rendimento considerato sarebbe poco se l’alternativa fosse investire in titoli di stato USA, tanto se l’alternativa fosse investire in Bund tedeschi, che rendono -0,08% o titoli giapponesi con il -0,09%.

Addirittura se l’alternativa potesse essere offerta ad un istituto di credito europeo che paga il tasso dello 0,4% per i depositi overnight presso la BCE sarebbe tantissimo. Quindi è difficile dare una risposta se questo rendimento è adeguato, perché viene a dipendere, fondamentalmente, dall’andamento di BTC rispetto alle altre valute, ma dobbiamo considerare che comunque 1% è più di zero, cioè del rendimento di bitcoin lasciato inutilizzato in un wallet.

Fabio Lugano
Fabio Lugano
Laureato con lode all'Università Commerciale Bocconi, Fabio è consulente aziendale e degli azionisti danneggiati delle Banche Venete. E' anche autore di Scenari Economici, e conferenziere ed analista di criptovalute dal 2016.
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