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La truffa via mail che chiede bitcoin

Da diversi mesi gira online una truffa via mail che cerca di convincere le persone a pagare dei bitcoin.

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In realtà, di truffe simili via mail ne esistono diverse ma quella che sta avendo più “successo” è un tentativo di ricatto e si basa fondamentalmente su una menzogna: infatti, l’email minaccia l’utente di pubblicare materiale imbarazzante o compromettente che lo riguarda se non provvede al pagamento di una certa cifra in BTC.

Uno degli indirizzi utilizzati dai malfattori è 17YKd1iJBxu616JEVo15PsXvk1mnQyEFVt e, come risulta dal block explorer, a questo indirizzo sono già stati inviati più di 5 BTC, per un controvalore di oltre 27.000 dollari. Pertanto, purtroppo questa truffa sta risultando efficace, probabilmente per due motivi.

Per primo i truffatori affermano, mentendo, che stanno osservando il comportamento dell’utente da diversi mesi e che grazie a ciò sono entrati in possesso di materiale privato appartenente all’utente stesso, tra cui video o immagini pornografiche.

La minaccia di rendere pubblico questo materiale purtroppo pare che in alcuni casi risulti parecchio efficace.

Il secondo motivo è che sostengono di essere riusciti ad hackerare l’account dell’utente e, per risultare più convincenti, o impostano come mittente della loro missiva l’indirizzo email dell’utente stesso, oppure riportano nel testo una delle password in uso del mittente.

Il fatto è che chiunque volendo può impostare come mittente di un’email qualsiasi indirizzo voglia e a volte le password degli utenti più inesperti o imprudenti si possono trovare o acquistare facilmente online.

Pertanto è piuttosto semplice, per chiunque, confezionare un messaggio di questo tipo che punti a convincere l’utente che sia vittima di un ricatto.

In realtà qualora l’utente non proceda al pagamento in bitcoin richiesto non accade assolutamente nulla, perché si tratta appunto solo di una truffa, ma a quanto pare diversi utenti si lasciano lo stesso irretire.

Anche perché la cifra richiesta per il riscatto non è molto alta: spesso si aggira attorno ai 200 o 250 euro, quindi non sono pochi quelli che accettano una perdita del genere pur di non rischiare ciò che viene minacciato nel testo del messaggio.

Tuttavia, il fatto che tutte le transazioni in bitcoin siano pubbliche fa sì che, volendo, con un’analisi attenta e profonda di quelle legate agli indirizzi chiaramente utilizzati dai malfattori, si possa forse risalire alle loro identità. Ad oggi comunque queste non sono note e non si ha notizia di eventuali arresti.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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